L’uomo corpulento si stava lentamente allontanando con il suo macabro carico in mano, ben nascosto sotto copiose lenzuola e sudice vettovaglie.
Kail serrò la mascella e strinse i pugni fino a sbiancare le nocche: sapeva che poteva far ben poco adesso contro un’organizzazione protetta e ben organizzata come quella che girava attorno al “Mead”, ma aveva tutta l’intenzione perlomeno di sapere chi avesse ordinato quel barbaro eccidio di suoi simili e per quali nefasti motivi.
Ormai pareva a tutti evidente che c’era più che un collegamento tra gli elfi, la loro magica natura e quella bevanda bluastra maledetta, ma quello che aveva visto dentro quella dannata scatola andava ben oltre la schiavitù e un giro losco d’affari e di milioni di monete d’oro: quello che si perpetrava in questa città - nave era lo sterminio sistematico ed impunito dei suoi fratelli e sorelle silvani, gente disperata e fuggitiva, irretita e massacrata da persone potenti e senza scrupoli e questo non poteva proprio riuscire a tollerarlo. Estellen e Stuard annuirono gravemente alle sue aspre parole e lo seguirono senza dire altro, mentre iniziò a pedinare l’omone.
Il gruppo lo tampinò fino al secondo livello della nave, ma quando scoprirono che stava cercando una via per salire fino al terzo, esitarono dal procedere oltre. Nel secondo livello infatti c’era tanta gente che si muoveva liberamente per le aree ristoro, per svariati motivi quasi tutti di dubbia moralità, ma al terzo tutti i presenti sapevano benissimo che potevano sostare solo le pochissime persone legate ai cinque ricchissimi distributori del “Mead”. Non era prudente quindi andare tutti insieme, disse Kail pensieroso. Pertanto suggerì ai suoi due amici di occuparsi dell’equipaggiamento e della sua armatura di cuoio, che aveva chiesto fosse confezionata a dovere, mentre lui avrebbe continuato da solo a tallonare l’omone per scoprire perlomeno chi fosse il mandante di quello scempio.
Stuard si raccomandò però di non forzare la mano e lo avvertì che se non fosse tornato nel giro di un’ora, lui ed Estellen sarebbero andati a cercarlo e questo ovviamente sarebbe stato un guaio. Kail annuì, ma non ebbe tempo di ribattere altro, perché altrimenti avrebbe perso di vista l’opulento omaccione itinerante.
Veloce e silenzioso come solo un esperto ranger sapeva fare, Kail arrivò al terzo piano della nave, notando per sua fortuna che soltanto poche persone si stavano muovendo tra i corridoi e le intercapedini di quella specifica sezione della nave. Spostandosi con leggerezza e ad intermittenza e nascondendosi dietro ogni riparo utile, alla fine Kail riuscì a scorgere il suo obiettivo fermarsi davanti una scura porta in un’area che gli parve familiare.
Non era stato affatto un tragitto facile quello che aveva fatto per giungere fin lì non visto: nascondersi e muoversi avanti a scatti e di nuovo fermarsi per poi riprendere fiato ed andare, era stato un gioco parecchio stressante oltre che molto pericoloso.
Ad un certo punto aveva davvero pensato che sarebbe stato scoperto, scartando di lato appena in tempo due ricchi mercanti e il loro paggio elfo che li seguiva da presso, ma quella volta a fortuna aveva vegliato su di lui e i due agghindati uomini d’affare non si erano accorti della sua presenza, così intenti a interloquire tra di loro di stupide facezie. Tuttavia Kail aveva sospirato pesantemente, perché ben conosceva cosa poteva capitargli se fosse stato catturato: l’immagine del contenuto di quella scatola era ancora molto vivido nella sua mente e anche lui aveva le orecchie leggermente a punta da essere appese come trofeo!
In ogni caso ora era arrivato alla fine del suo inseguimento e quando la sua vista da mezzelfo mise a fuoco con chiarezza a chi era indirizzata quella scatola, non si stupì nemmeno più di tanto.
Nel frattempo Stuard ed Estellen si recarono dal concierge a cui il loro amico mezzelfo aveva commissionato le loro ordinazioni il giorno prima e l’impomatato e impeccabile addetto si mosse subito per controllarle. Da una piccola ma robusta credenza che aveva alle spalle, recuperò un diario sul quale erano stati appuntati l’orario e il nome del commissionante e si scusò preventivamente con i nostri eroi, perché si sarebbe dovuto allontanare per andare a recuperare la loro mercanzia stipata in un piccolo magazzino dietro di lui. Stuard lo sentiva armeggiare ed imprecare sommessamente, ma ben presto il concierge ne uscì, scuro in volto, allungando al cavaliere tre ampi zaini pieni di cibo e vettovaglie varie.
Mentre il giovane controllava che tutto fosse in ordine, Estellen notò invece che qualcosa non andava fuori dalla nave. Delle coltri di nubi scure ed innaturali, si erano abbassate di colpo dal cielo plumbeo e sembravano calare sempre di più, minacciose e infide come infide sabbie mobili. Più passava il tempo più lei sentiva forti dolori al petto e brividi di freddo su tutto il corpo. Stuard se ne accorse ovviamente e malgrado non riuscisse a condividere i malori e i malesseri dell’amica, aveva comunque tutti i peli delle braccia ritti come funi guardando quel malevolo fenomeno sparato nel cielo. Inoltre dei bagliori roseo rossastri potevano intravedersi appena sopra l’oscurità dilagante, ma non parevano fulmini, piuttosto fuochi. Fuochi immensi e ribollenti.
Il concierge, ignaro di tutto, rilasciò al cavaliere la ricevuta per ritirare l’armatura del mezzelfo in un piccolo emporio itinerante di un fabbro nano, tale mastro Dargo. La sua improvvisata bottega si trovava a nord ovest rispetto la nave, sulla via maestra per uscire dalla “città” e dalla folla. Stuard annuì, ma quando si girò verso Estellen, notò che la giovane era quasi a terra, riversa sul pavimento. Tossendo e tenendosi forte il petto, annaspava per respirare. Il giovane cavaliere sapeva che doveva portarla via da lì o la sua amica avrebbe potuto pagare molto caro il prezzo della sua indecisione. Pertanto raggiunsero di corsa le scale per il terzo livello, sperando che Kail si riunisse presto a loro.
In effetti il mezzelfo arrivò da lì a poco, ma non prima che l’uomo che portava le lenzuola passasse loro accanto come uno zombie inconsapevole. Questo portò un po’ di agitazione nei due giovani per la sorte di Kail, che per fortuna però si dissipò quando videro il loro amico scendere le scale in maniera furtiva ma a passo veloce.
Il mezzelfo aveva trovato un punto dove poteva riuscire a vedere molto bene quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi attoniti: Descent era infatti uscito dalla stanza e aveva prelevato la scatola dalle mani del corpulento omone delle lenzuola! Poi gli aveva offerto una piccola ampolla contenente un liquido bluastro, che il grosso uomo aveva avidamente ingurgitato e infine l’aveva congedato con mala grazia.
Dunque i suoi sospetti erano fondati: quelle orecchie mozzate erano state commissionate da quel maledetto mago dalle rosse vesti!
Kail sprizzò rabbia da tutti i pori: la tentazione di affacciarsi un secondo alla porta di Descent e lasciare che la sua maledizione facesse il resto fu tanta. Poi però pensò ad Estellen, ed al suo giuramento di proteggerla ed aiutarla nella sua sacra cerca e rinunciò ad intenti bellicosi e vendicativi. Per ora.
Procedendo a singhiozzo nel senso contrario, arrivò dunque vicino le scale, ma proprio in quel momento, un uomo attempato, vestito in maniera elegante i cui modi però non richiamavano nobili natali, uscì dalle stanze di Lord Ariakas, affrettandosi nervosamente a raggiungere le scale quanto prima. Sembrava spaventato e agitato, inoltre quando gli era passato vicino, il suo medaglione aveva vibrato, avvertendolo che su quella persona era attivo un sortilegio che ne aveva alterato le fattezze.
Incuriosito, Kail decise di seguirlo.
Fu in quel momento che il mezzelfo si riunì ai suoi amici, che gli confermarono di aver visto passare un tizio che rispondeva alla sua descrizione. Solo che Estellen non riusciva più a stare in piedi. Stuard la prese dunque in braccio e velocemente guadagnarono l’uscita della nave, scendendo di due livelli in fretta e furia.
Il paffuto e inquieto uomo dal passo nervoso e agitato era poco distante da loro e continuava a guardare in alto, atterrito, terrorizzato. In effetti quello che videro in cielo, quando seguirono il suo sguardo verso l’alto, li lasciò a dir poco sconvolti.
Una macabra scoperta.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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