La taverna "La piccola dimora" era una locanda accogliente.
Lord Taylor, governatore di Lemish, l'aveva fatta più volte restaurare a sue spese poiché era ormai un punto di ritrovo stabile per tutti i viaggiatori che tornavano dalla foresta di Kaolyn o quelli che scendevano dai monti Dargard meridionali.
Quel giorno c'erano diversi avventori, quasi tutti non residenti nella cittadina e questo favoriva certamente gli affari del proprietario della locanda, il gioviale Teodorus Milka. Mentre l'oste stava pulendo gli ultimi boccali, strofinandoli con uno straccio di camoscio, un uomo dalla corporatura snella e gli occhi duri entrò nella taverna.
Era stanco, stanco morto.
Aveva avuto l'ordine dalla guardia cittadina di tenere a bada un branco di lupi che da qualche tempo minacciava le fattorie più esterne della città. Era stato via qualche giorno, muovendosi nella foresta come solo chi aveva sangue elfico nelle vene sapeva fare, ed era alla fine riuscito a tendere una trappola ed uccidere il capobranco, risparmiando però gli altri lupi che avevano cambiato così area di caccia.
Quando prese posto su una sedia di legno, un polverone si alzò dalle sue spalle, segno inequivocabile che era un pò che non faceva un bagno e con un sospiro di stanchezza ordinò da bere.
"Ehi Kail..." esclamò l'oste.
L'uomo alzò gli occhi dai documenti che avrebbe dovuto portare alla guardia cittadina per ottenere i soldi del suo lavoro. Il taglio che avevano rendevano inconfondibile la sua natura in parte elfica. Solo in parte però, perchè era troppo massiccio e muscoloso per esserlo del tutto.
"Mentre eri via qualcuno ti ha cercato..."
Insistette l'oste, mentre scrutava il giovane con aria interrogativa.
"Ah si?", rispose il giovane. "E chi era stavolta? Qualcun altro a cui non piacciono i mezzelfi?"
Concluse Kail, con un sorriso amaro. Purtroppo infatti, i mezzelfi non erano ben visti praticamente da nessuna parte, perchè c'era molta diffidenza verso di loro.
Inoltre quasi sempre un mezzelfo veniva al mondo a causa di un atto di violenza e non si sapeva bene perchè, alla fine la colpa di quella violenza ricadeva sempre sulle spalle di chi era stato il frutto proprio di quella violenza.
"No, non credo almeno. Era gente alta e grossa, con dei lunghi baffoni sulle guance... cavalieri di Solamnia credo..."
Kail aggrottò le sopracciglia.
Che diavolo potevano volere da lui i cavalieri di Solamnia?
Erano ormai quindici anni che aveva lasciato quel territorio, riproponendosi di non tornarci più, almeno fino a quando non avesse trovato le risposte alle sue domande.
"Beh, penso che dovranno sudare ancora un bel pò prima di trovarmi allora..."
Sentenziò il giovane portando alla labbra il bicchiere di birra ghiacciata che non vedeva l'ora di scolarsi d'un fiato.
"Fai come vuoi..." rispose laconicamente l'oste. "Tuttavia...".
Kail aveva nel frattempo preso una moneta d'argento dalla tasca e l'aveva lasciata cadere sul tavolo, mentre stava recuperando da terra il suo equipaggiamento.
"Uno di quegli uomini mi ha detto di dirti che Astarte ti cerca... non so cosa possa significare per te, ma sembrava fosse piuttosto importante."
Kail alzò gli occhi verso l'oste, incuriosito.
"Torneranno stasera prima di cena...".
Terminò l'oste che cominciò a riporre i bicchieri sopra il bancone, in attesa di riempirli di nuovo di birra.
"Grazie Teodorus... ci penserò sopra."
Detto questo il mezzelfo si risistemò le sue cose addosso ed uscì dalla locanda. Avrebbe riscosso la sua paga e poi avrebbe deciso cosa fare.
Erano quindici anni che non sentiva quel nome.
Astarte, Victor Astarte.
Lemish, anno 330 CA.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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