Nonostante Estellen avesse mangiato a sazietà qualche ora prima e Stuard l’avesse accompagnata volentieri in questa sua assai impegnativa ordalia gastronomica, di fronte ad un invitante buffet pieno di piatti esotici e dolci, i due non seppero resistere alla tentazione e si tuffarono in una nuova avventura stracolma di aromi e sapori inconsueti.
Kail li guardava severamente, come un fratello maggiore poteva guardare quelli minori che stavano per compiere l’ennesima azione rischiosa e irresponsabile. Il mezzelfo si sedette al tavolo con i suoi amici, ma preferì spilucchiare cibo dalla sua bisaccia piuttosto che arraffare a quattro mani tutto ciò che poteva essere vagamente commestibile. Il motivo era chiaro: questa bevanda, questo “Mead”, sembrava avesse strani e psicotici effetti collaterali a detta di Khorkh, e nessuno di loro poteva sapere se, come ingrediente anche per la cucina del cibo che i suoi compagni avidamente stavano divorando, ci fosse stato per caso qualche estratto contaminante di questo sconosciuto ed inquietante liquore. In quel caso, avrebbero rischiato di diventarne dipendenti o addirittura parecchio arrendevoli nei confronti di chi evidentemente ne controllava il monopolio.
Ecco perché era così prezioso: nelle mani di gente dissennata e senza scrupoli, avrebbe avuto la capacità di addolcire o perfino condizionare le menti di re o imperatori, senza nemmeno sporcarsi le mani con sanguinose e inutili guerre. Questo “Mead” era dunque davvero la chiave per il potere supremo! Un potere che sarebbe stato esercitato nell’ombra, ma non per questo meno reale e pericoloso.
Kail stava mordendosi la lingua per non prendere a male parole i due giovani, ma per fortuna un esile elfo, vestito da paggio, si intromise giusto in tempo per evitare una feroce discussione tra i tre. “
Ahem… scusatemi signori. Il mio padrone, Lord Descent, vorrebbe avere l’ardire di poter offrire, ehm… alla signora, la sua cena… se ciò non vi causasse offesa, Milady…”
Presa alla sprovvista, con il boccone ancora da masticare sul palato, Estellen scosse la testa, lasciando intendere che, anzi, avrebbe gradito moltissimo continuare a mangiare a sbafo.
Allorché il mezzelfo domandò al paggio dove fosse il suo padrone, in maniera che la sua amica, una volta che si fosse ricomposta, avrebbe potuto ringraziarlo di persona. L’elfo fece un lieve inchino e si tirò indietro, mostrando, a meno di quindici metro da loro, un uomo ammantato di rosso, seduto da solo a sorseggiare un denso liquido azzurro. L’uomo sollevò il calice per farsi notare e ovviamente Estellen fece lo stesso con il suo sidro speziato e Stuard con la sua pinta di birra.
Kail roteò gli occhi, pensando che quando parlava di circospezione e prudenza con quei due era del tutto inutile. Se almeno Morduk fosse stato con loro avrebbe potuto sperare di essere spalleggiato, ma il veterano era sfortunatamente rimasto con Khorkh a preparare i dettagli del difficile viaggio del giorno dopo.
Mentre il mezzelfo rifletteva su questa enorme disdetta, la giovane sacerdotessa di Paladine afferrò tosto il suo bastone incantato e si diresse verso l’uomo vestito di rosso, seguito quasi immediatamente dal suo amico cavaliere. Kail rimase a bocca aperta, non capendo quale sinonimo della parola “accortezza” avrebbe dovuto utilizzare per far comprendere ai suoi due giovani compagni d’arme il significato del concetto di “passare inosservato”, soprattutto in una circostanza speciale qual’era quella che stavano vivendo. Non gli restò molto da fare quindi che alzarsi e seguirli.
L’impacciato paggio non sapeva come annunciare al suo padrone l’improvvisa decisione dei nostri eroi di unirsi al suo tavolo, ma Descent lo rincuorò e lo congedò, dicendogli che non c’era alcun problema ad accoglierli al suo commensale.
Kail notò subito il bicchiere contenente lo strano liquido bluastro dal profumo inebriante, ed era pronto a scommetterci su il suo medaglione che quelli dovevano essere proprio il colore e l’aroma del “Mead”.
L’uomo si presentò per l’appunto come “Lord Descent”, un nome che non disse nulla ai nostri eroi sulla sua storia, ma che tutti riconobbero ugualmente per quella che era la sua natura: egli infatti era un mago, non più giovanissimo, dalle rosse vesti sgargianti. Tuttavia a differenza dei maghi che avevano conosciuto durante i loro viaggi, quello che avevano davanti si vedeva che era straordinariamente ricco. Le sue vesti infatti erano di un velluto prezioso, ricamato a mano e con rune d’oro che ne abbellivano le maniche e i bordi inferiori. Il suo profumo e i suoi abiti, inoltre, erano interamente fatti su misura e di pregevole fattura, cosa insolita per gli incantatori, che preferivano muoversi indossando vesti semplici e abiti poco ingombranti e pratici.
Comunque, il mago si rivolse principalmente ad Estellen, mostrando un genuino interesse nei suoi confronti e ben presto tutti capirono anche il perché. Descent infatti aveva pensato che Estellen fosse una maga dalle bianche vesti e si era incuriosito sia per la sua presenza nella grande nave, sia per via del bastone che impugnava. Bastone che egli aveva riconosciuto subito, essendo una veste rossa, poiché era stato creato e utilizzato da un antico e potente mago fervido seguace della dea Lunitari.
Il fatto che anche uno stregone esperto si fosse confuso riguardo le vere qualità di Estellen pareva a tutti molto strano, ma d’altronde chi su tutto Krynn sarebbe stato in grado di riconoscere la vera natura del “Verbo di Paladine”, se lei non avesse voluto rivelarla?
Estellen e Stuard iniziarono così a porre delle martellanti domande al mago, il quale si mostrò disponibile a rispondere a tutte, ma chiese alla giovane se poi avrebbe potuto anche lui porle delle domande e farle una interessante proposta. Ovviamente Estellen accettò, senza pensarci su troppo. Chiaramente la giovane evitò per il momento di dire la verità su di lei, preferendo far credere al curioso “collega” che lei fosse chi lui credeva. In questo modo avrebbe potuto raccogliere informazioni credibili su questo posto che tanto la incuriosiva ed affascinava, a dispetto di quello che pensava il suo malfidato e noioso amico mezzelfo.
L’argomento cardine attorno al quale girarono tutte le domande poste dai nostri eroi, fu ovviamente il “Mead” e di conseguenza l’esotica città - nave. Per cui Descent si tuffò in un dettagliato racconto generico, che tentasse di spiegare il più possibile come funzionavano le cose dentro la “Morning Dew”.
In pratica lui confidò, a bassissima voce, di lavorare ormai da più di cinque anni per uno dei cinque principali azionisti del “Mead”: un potentissimo, imperscrutabile ed invisibile personaggio di nome Zacharia. Descent spiegò che le cose alla città - nave erano migliorate da poco, da appena quattro anni, cioè da quando il “Magister”, l’unico e solo proprietario della nave e della sconosciuta formula per la creazione del “Mead”, decise di cambiare e in meglio le regole per chi avesse avuto il monopolio sulle azioni della preziosa bevanda negli anni a venire.
Descent ricordò con amarezza il suo primo anno di servizio per Zacharia: un anno che vedeva le minacce di morte, i pestaggi e alle volte perfino l’assassinio, all’ordine del giorno alla “Morning Dew”. Infatti, prima della svolta, la concessione veniva elargita dal “Magister” direttamente qui alla nave e a chi forniva le offerte economicamente più interessanti e stranamente, prima che potessero essere raccolte dai banditori, alcune di esse, anzi la maggior parte di esse, sparivano magicamente insieme ai loro curatori. In troppi erano finiti uccisi o nel migliore dei casi minacciati al punto da fuggire dalla città - nave! Quell’anno, il suo primo anno di lavoro, raccontò ai nostri eroi sempre più allibiti, vide andar via l’azionista di maggioranza con una scorta composta da un piccolo esercito di circa duecento mercenari, per paura che qualcuno potesse assalirlo, rubargli l’atto di compravendita delle azioni e ricattarlo fino alla fine del mandato. Pertanto il “Magister”, di cui nessuno, nemmeno gli azionisti conoscevano il nome, decise da quel momento di cambiare le regole: non più un’offerta libera, tra l’altro concretizzata dentro la città – nave, ma una proposta d’acquisto di un pass che avrebbe garantito al compratore il 20 percento sulle azioni del “Mead” per la durata di un anno. Ecco spiegato il motivo per cui adesso gli azionisti principali erano solo cinque e tutti distributori dello stesso livello e prestigio. Quello che succedeva poi al pass durante l’anno, fuori dalla nave, non era un problema del “Magister”: l’importante era che esso fosse tornato alla “Morning Dew” il 21 Giugno dell’anno successivo per essere rinnovato. In questo modo, negli ultimi quattro anni, non c’erano stati più spargimenti di sangue alla città - nave, anzi, tutti convivevano serenamente, almeno finché i cinque decidevano di rimanere tra le sue antiche e confortevoli paratie. Solo uno dei cinque azionisti era inoltre cambiato dall’assetto originario di un lustro prima: una sconosciuta donna di nome Zablera, aveva sostituito il più anziano degli azionisti, un potentissimo uomo originario di Tarsis che si chiamava Malachia, ma nessuno aveva fatto domande su come la donna si fosse procurato il pass dal suo predecessore o che fine avesse fatto Malachia.
Erano le regole del “Magister” e tutti avrebbero dovuto rispettarle!
Per quanto quello stregone lo disgustasse, Kail dovette riconoscere che aveva tutte le ragioni per ritenere il sistema ideato dal “Magister” davvero geniale, sia per mantenere l’ordine sia per tenere le inevitabili invidie e spargimenti di sangue lontani dalla sua grande nave.
Quando Descent capì che aveva soddisfatto buona parte delle curiosità di Estellen, azzardò di poter fare quella proposta che aveva ventilato all’inizio della loro conversazione. La giovane, quindi, si sistemò meglio sul comodo sofà dove era seduta e disse al mago di procedere pure.
In buona sostanza l’incantatore dalle rosse vesti offrì alla sacerdotessa qualunque cifra lei ritenesse opportuna per vendergli il suo bastone incantato. Per qualunque cifra, Descent intendeva davvero “qualunque cifra” e questo non poté che turbare la mente di Estellen. Non per avidità, certo: lei non era mai stata catturata dall’idea di una vita piena di ricchezze ed agi, ma perché vedeva la strada verso il suo sacro obiettivo molto più spianata, potendo disporre di soldi a palate. Ad esempio avrebbero potuto ingaggiare dei mercenari fino a Silvanesti, comprare o liberare dal giogo degli orchi tutti gli schiavi elfi che avessero incontrato sul loro cammino e magari proporre loro di fare da guida dentro l’enorme selva che era la loro casa, con la promessa poi di una lauta ricompensa. Insomma c’era seriamente da pensarci su, perché la proposta era davvero interessante.
In ogni caso Descent non mise affatto fretta alla giovane, dicendole di rifletterci con calma, perché lui sarebbe rimasto diversi giorni alla “Morning Dew”. Estellen si guardò con i suoi amici e poi si congedò dal mago: in effetti avevano un argomento importante adesso su cui discutere, uno che poteva davvero cambiare le sorti della loro cerca.
Un'offerta irrinunciabile.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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