Contro ogni aspettativa, l’intermediario della gilda dei ladri annuì alla ardita proposta di Kail, poi estrasse due ampi sacchi legati ai cavalli e tirò fuori due camicie pulite, una paio di cappe scure, che di certo non erano della misura di Stuard, ma che accettò ugualmente il dono con grande entusiasmo e un paio di pantaloni di pelle per Estellen. Finalmente dunque i due guerrieri avevano messo qualche abito sopra le loro braccia ed il loro torso nudo, mentre la giovane poteva ora gettar via i suoi vecchi pantaloni ridotti ormai in condizioni vergognose!
Lamentandosi per esser stato razziato di tutti i suoi cambi d’abito, ed esser così costretto a tornare a Vantal per prenderne altri, il sicario attese adesso con trepidazione il racconto del mezzelfo.
Kail rispose onestamente, svelando la vera natura di Darlas e Dorian e di Dracart e Dacarrt, argomentando che erano vere le voci sui suoi piani di diventare un dio ai danni di Takhisis e che solo grazie all’astuzia di Dorian, che si era finto suo allievo ed alleato, erano riusciti tutti insieme a fermarlo. L’uomo incappucciato sembrava scettico sulla portata di quest’ultima affermazione, sospettando che il mezzelfo ci stesse ricamando sopra, ma quando ricevette la conferma da parte del cavaliere, il quale sapeva bene che non poteva mentire, dovette rimettersi seduto a causa dell’intensa paura che gli aveva letteralmente paralizzato le gambe. "Affrontare Takhisis per spodestarla dal trono di somma divinità del male: quel mago veste nera era senza dubbio un vero e proprio pazzoide!" Pensò tra sé e sé. Tuttavia restava interessante sapere che la cosa si potesse ripetere, con i giusti strumenti e le giuste abilità: questa era un'informazione che poteva valere un tesoro, se girata alle persone giuste.
Il mezzelfo comunque saltò a piè pari alcuni dettagli che sarebbero stati assai problematici da spiegare, sul portale e su Takhisis stressa, che era stata a pochi metri dall’entrare sul piano materiale e distruggere probabilmente tutto il creato. Inoltre evitò di citare Deneva e l'uovo del drago di bronzo, poiché Stuard non avrebbe gradito. Si limitò quindi ad affermare con certezza che ora la crisi era per fortuna finita, che Dracart era sicuramente morto e che adesso Dorian aveva con sé il libro di Fistandantilus, ed aveva assunto l’identità del ricco mercante; e questo avrebbe portato Vantal a rifiorire economicamente nel giro di due mesi.
Alla domanda su chi fosse veramente questo Dorian, Kail rispose che probabilmente era un mago di nuova generazione. Si era definito “un guardiano del tempo”, ma questo era tutto quello che era riuscito a capire su di lui. Tuttavia prima di raccontargli quel poco che sapeva su quello strano mago, il mezzelfo si fece dare quattro monete d’oro per questa informazione, soldi che il sicario investì comunque volentieri.
Perlomeno, oltre ai vestiti, adesso avevano anche qualche soldo in più in tasca per viaggiare un po’ più tranquillamente!
Quando Kail e successivamente Stuard, fecero scivolare l’argomento sui draconici, stranamente il sicario li interruppe bruscamente e disse:
“A proposito di draconici… io pensavo fossero come gli orchi: grandi, grossi e stupidi… ma quel Kraag ha dimostrato invece di essere astuto ed intelligente come un dannato signore della guerra! Aveva visto giusto su Dracart e le sue folli ambizioni. Aveva capito o perlomeno intuito, chi fosse davvero Darlas e ha spinto me a fare in modo di incontrarlo e la gilda a fare affari con lui… questo ha portato te a conoscerlo e ad incontrare successivamente Darlas, Dorian o come cavolo si chiama, a Vantal. Ho davvero paura di quei cosi squamosi, non ho dubbi su questo…”
Il mezzelfo lo ascoltò annuendo e a quel punto calò l’asso, raccontando le varie differenze che aveva scoperto sulle razze draconiche e sulle loro specifiche caratteristiche fisiche e mentali. Riferì che anche dopo la morte potevano essere letali, ciascuna razza a modo suo. Tuttavia pretese dal sicario delle informazioni utili sul resto del loro viaggio, che fossero almeno sullo stesso livello di quelle da lui appena rivelate sui draconici (che valevano un capitale, se la gilda le avesse rivendute ai solamnici o alle guardie cittadine sotto attacco). Il sicario ci pensò sopra e poi disse:
“Dovrei conoscere un po’ meglio i vostri spostamenti per darvi la giusta “dritta”. Se la vostra direzione è Silvanesti, vi consiglio di fermarvi innanzitutto a Shrentak… è un punto di scambio commerciale e potreste trovare un po’ di equipaggiamento a prezzo ragionevole. Certo, non è un buon posto per una signora, ma d’altronde tutto questo territorio è parecchio “difficile”, come avete potuto riscontrare da soli.”
Kail annuì, apprezzando il consiglio dell’intermediario della gilda, ma poi lo spronò a fare di meglio. L’uomo incappucciato sospirò: gli pareva che il mezzelfo ci stesse prendendo un po’ troppo gusto nel mercanteggiare con lui. Quindi gli lanciò una mappa del territorio e aggiunse altre preziosissime informazioni:
“Giunti a Shrentak ci sono alcune cose che dovreste sapere: Grashek e Kiridan sono i due più importanti signori della guerra del posto: state molto attenti ad entrambi e ai loro uomini. Quelli che li seguono nelle loro razzie sono tagliagole e reietti e non ci penseranno due volte ad uccidervi per avere le vostre cose. Quindi non fidatevi di nessuno e fate molta attenzione… soprattutto a Morduk…”
Stuard chiese candidamente, dopo qualche secondo di silenzio, chi fosse questo Morduk, ed il sicario non tardò a rispondergli:
“Non si sa bene chi sia, sembra sia un solitario, ma nessuno si è mai avvicinato a lui abbastanza per poterlo andare a raccontare in giro… mi raccomando quindi: entrate, prendete quello che di utile riuscirete a prendere, ed uscite. Questa informazione è gratuita”.
Kail chiese qualche piccolo dettaglio in più sui quei signori della guerra, scoprendo che Grashek era un grosso e feroce orco e Kiridan un assassino, assetato di sangue e senza scrupoli. Poi il sicario, che rivelò infine di chiamarsi Knoss, li ringraziò per i servigi resi alla gilda dei ladri e si preparò per tornare a Vantal.
Kail aprì dunque la mappa e insieme ai suoi amici stabilì il percorso da fare, ma quando presero in considerazione la possibilità di passare accanto, per poi aggirare un antico tempio posto sulla costa del Blodehelm, Knoss, che evidentemente stava ascoltando la conversazione, commentò così:
“Non so se ci riuscirete: quel tempio è un luogo maledetto, dal quale nessuno è mai riuscito ad uscire. E'come il maelstrom nel mare di sangue: attira dentro di sé tutti quelli che non sono abbastanza lontani da evitare di venirne risucchiati. Perfino alcuni potenti maghi, avventurieri famosi e anche qualche incauto e forse troppo avido esponente della nostra gilda, hanno provato ad indagare, a scoprire i segreti del fascino che esercitava sui mortali, ma nessuno è mai tornato indietro per riferire ciò che aveva scoperto. Si dice che lì dentro sia nascosto un potente artefatto: uno di quelli che potrebbe cambiare, da solo, le sorti della guerra, non so se mi spiego…”
Estellen propose allora di passarci accanto, ma senza indagare, ma di nuovo Knoss intervenne e aggiunse:
“Come ho già detto, potrebbe non essere così semplice, mia signora. Da quel che so, infatti, quel tempio ha la capacità di ammaliare soprattutto i mistici e i maghi, in maniera oserei dire… irresistibile…”
Kail si rabbuiò: se non potevano scendere verso sud, l’unica alternativa di raggiungere il tempio di Chislev e farsi dare dal dio della foresta il permesso di entrare a Silvanesti, restava quella di aggirare il tempio via mare, ma avrebbero perso mesi, anche con l’aiuto di Knoss, per riuscire ad imbarcarsi su una nave e farsi portare a destinazione.
La scelta restava assai delicata, ed il tempo era tiranno. Cosa avrebbero scelto di fare i nostri eroi?
Do ut des.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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