Nonostante i nostri eroi si fossero spinti dentro la città vecchia con solo la luce della torcia ad illuminare la via, Kail riuscì a guidarli bene e a non farli incappare in nessuna sorpresa sgradita. Tuttavia Stuard non riusciva a rimanere quieto. Si girava continuamente verso la direzione in cui avevano lasciato Deneva, preoccupato e angosciato per la sua sorte. Più volte Estellen gli aveva detto di non temere per lei: Deneva era perfettamente in grado di difendersi da sola, ma lui restava comunque in ansia.
Ad un certo punto il mezzelfo fece segno a tutti di fermarsi: avevano finalmente raggiunto il limitare dell’antica Vantal. Infatti, dopo essersi lasciati alle spalle gli ultimi sparuti ruderi di abitazioni e recinti per animali, erano arrivati lungo un perimetro di roccia e terra, al di sopra di un avvallamento di circa quattro metri facilmente raggiungibile, che evidentemente segnava l’inizio di una nuova area sotterranea. Era come se questo pezzo di città fosse sprofondato da sopra in tempi antichi, poggiandosi sul terreno sottostante e formando quindi un dislivello, una pendenza di pochi metri, di cui adesso loro avevano appena raggiunto il punto limite.
Il mezzelfo lasciò dapprima la torcia a Stuard e andò a controllare cosa ci fosse sotto, ma le informazioni che ne ricavò furono minime a causa della scarsissima visibilità. Quindi risalì la china e riprese la torcia, ma chiese al gruppo di star pronti a tutto, visto che sarebbero piombati nell’oscurità più totale per qualche minuto. Il cavaliere sguainò dunque l’antica spada, che rimandò una lieve luce bluastra dall’unica gemma per adesso accesa. Interrogandosi su ciò che questo volesse significare, la tenne alta in attesa di un cenno del mezzelfo.
Kail era tornato al livello del suolo, scendendo la pendenza e adesso poté vedere chiaramente cosa ci fosse da quel punto in poi: un intricato sistema di piste, di condotti scavati artificialmente, profondi non più di mezzo metro, ed intrecciati tra di loro a formare un dedalo di passaggi, che probabilmente alla fine avrebbero portato ad un’uscita. "Probabilmente", perché non ne era troppo sicuro.
Il medaglione di Kail aveva vibrato qualche volta, soprattutto in concomitanza di qualche topo che gli era passato accanto, infilandosi in uno o più di questi passaggi, queste curiose piste. Lì per lì il mezzelfo non aveva dato molta importanza all’evento: questa zona sotto Vantal era tutta un po’ particolare e anzi, quei topi gli suggerirono un’idea. Fece segno ai suoi amici di raggiungerlo e poi espose la sua teoria: se dei topi si infilavano in quei passaggi, voleva dire che seguendoli si poteva quasi certamente finire dove c’era uno sbocco di qualche tipo o dell’acqua, insomma in una situazione favorevole alla loro sopravvivenza. Dunque propose di seguire i ratti e cercare di orientarsi sfruttando il loro innato sesto senso. Tutti i furono d’accordo con lui e dunque tutti entrarono infine all’interno dell’intricato dedalo di passaggi.
Come Estellen mise piede dentro la pista a lei più vicina, il medaglione di Kail iniziò a vibrare insistentemente e questo preoccupò non poco il mezzelfo: c’era qualcosa lì intorno che rimaneva celato alla loro vista, a questo punto ne era certo!
Un topino li osservò con i suoi occhietti rossi, quasi si fosse voltato ad aspettarli, poi sparì in un condotto che piegava verso destra. Tenendo alta la torcia, Kail gli andò dietro, con Stuard che chiudeva la fila, tenendo anch’egli alta l’antica lama che era interamente rivestita di un alone bluastro adesso. Il gruppo cominciò a girare, a svoltare, a deviare, ed ancora a curvare, ma alla fine il mezzzelfo dovette arrendersi: non erano riusciti ad avanzare che pochi metri rispetto al punto d’entrata. D’altronde se l’era aspettato: era come navigare in mare aperto senza un sestante e senza le stelle. Privati di una luce intensa, che desse profondità, non c’era modo di capire come orientarsi. Inoltre il suo medaglione cercava di avvertirlo di un potente incantamento nei paraggi, che mascherava la realtà: un velo mistico che ne copriva le fattezze e che rendeva ancor più difficile i loro movimenti. Pertanto il gruppo si fermò e decise di fare il punto della situazione.
Confrontandosi per qualche minuto, l’unica soluzione logica per uscire da quella situazione di impasse totale, sembrava quella di affidarsi alle sapienti mani di Paladine. Pertanto guardarono tutti Estellen, affinché intercedesse con il suo dio per aiutarli a dissipare l’illusione che, a questo punto, Kail era certo ricoprisse l’intera zona circostante. La giovane portavoce di Paladine mise dunque un ginocchio a terra, chiuse gli occhi e unì le mani in preghiera.
Tuttavia, prima che la giovane seguace potesse raggiungere spiritualmente il suo dio, una voce squillante e canzonatoria, che loro ben conoscevano, squarciò il silenzio del loro raccoglimento, facendo prendere un colpo al mezzelfo e interrompendo malamente la meditazione di Estellen.
“Non c’è bisogno che scomodiate Paladine, milady. Possiamo riuscirci anche noi comuni mortali…”.
La voce di Dorian fece trasalire Estellen, mentre Stuard aveva istintivamente puntato la spada in direzione del mago. Anche il re aveva sguainato la lama ricurva del draconico. Dorian alzò le mani in segno di resa, recava con sé uno strano bastone che la sera precedente non aveva portato alla locanda.
“Suvvia, non vi scaldate troppo. Non è che avessi molta scelta dal fare quello che ho fatto. Inoltre vi ricordo che Dracart ci sta osservando, non può sentire ciò che diciamo, ma ci vede e non permetterà che mi capiti nulla di male, ovviamente.”
Il re fremeva ed imprecava contro di lui e ci volle tutta la calma serafica di Estellen per evitare che alla fine facesse una stupidaggine, mettendo tutti in pericolo.
Vedendo che il gruppo aveva abbassato le armi, Dorian mormorò alcune sconosciute ed arcane parole, poi batté in terra il suo strano bastone e dissipò l’incantesimo di illusione. I nostri eroi si trovarono all’interno di un labirinto di pietra, costruito sopra i solchi che avevano battuto durante l’ultima ora. Dietro di loro c’era una specie di targa, messa lì come monito per coloro che avessero voluto avventurarsi in questo dedalo di corridoi alla ricerca del portale o dell’uscita. Il messaggio recitava queste poche criptiche frasi:
“Lasciate ogni speranza o voi che entrate, qualora la luce e il buio fossero tentate. Qui giace l’eredità delle nostre scuole e il guardian che nega i vostri intenti con quel che più vi duole. Rischiate pure del divin potere ordunque la sorte, per voi stessi scellerati troverete soltanto perigliosa morte.”
Il gruppo si guardò intensamente: in quel momento ebbero la consapevolezza che sarebbe stata una prova durissima uscire di lì, soprattutto perché secondo Dorian non c’era altro modo per farlo se non quello di sconfiggere il guardiano. Lui ed Estellen infatti, sempre secondo il mago, avevano attivato l’incantesimo di “Losarcum” e non esisteva altra soluzione per uscire da quell’impasse.
Kail strinse i pugni e con sguardo furioso urlò contro Dorian che quindi tutto ciò che era accaduto loro negli ultimi due giorni era stato preparato: la prigionia, la fuga, i draconici, le uova. Tutto era stato sistemato per farli arrivare lì, in quel maledetto labirinto, per permettere a Dracart di mettere le mani sul portale senza dover affrontare alcun guardiano.
“Certo che era tutto preparato… quali altre possibilità avreste potuto avere? Risalire per le scale? Sareste stati certamente fermati. Un piccolo esercito di draconici non vedeva l’ora di farvi a fettine. Certo la signora sarebbe sopravvissuta, ma i suoi amici state pur certi che sarebbero stati trucidati senza alcuna pietà…”.
Commentò causticamente Dorian.
”Comunque, potete essere contenti di esser sopravvissuti: non era facile affrontare i draconici nelle segrete, anche con l’aiuto della gilda dei ladri.”
Aggiunse il mago, rivelando chiaramente di essere a conoscenza di chi li aveva aiutati ad evadere. E ancora:
“Il piano di Dracart prevedeva il sacrifico di diversi draconici e di almeno un uovo di drago. Purtroppo non sempre le cose vanno come si vorrebbe e infatti sono andate perdute ben due uova! Tuttavia il gioco valeva ancora la candela, nel grandioso piano del mio “maestro”. Ora voi siete incastrati nel labirinto e l’incantesimo a protezione del portale è stato attivato, perché qui in questo preciso momento, sono presenti sia un chierico di Paladine che un mago dalle vesti nere. Quindi non si può andare indietro, solo avanti, in quella direzione …”.
Dorian indicò un verso preciso con il bastone, ed il suo sprezzante sarcasmo risultò a tutti decisamente fastidioso.