La resa dei conti.

Consapevole che Roderick avrebbe potuto arrivare da un momento all'altro, Ivor si sbrigò a lasciare nelle mani di Kail il lasciapassare per Vantal e la lettera di raccomandazione per Re Wilhem. Poi consigliò ai nostri eroi di lasciare subito la fortezza, perché l’autarca ecclesiastico non avrebbe mollato l’osso così facilmente. Le accuse nei suoi confronti erano pesanti e lui avrebbe fatto tutto quello che la sua autorità e la sua posizione gli avrebbero concesso per distruggerli.
Soprattutto Estellen.
Nemmeno il barone aveva finito di consegnare il plico nelle mani del mezzelfo, che Roderick fece irruzione nella stanza. Questa volta ci mise un po’ prima di riuscire ad entrare, visto che Stuard si era messo sulla porta, ma alla fine ebbe successo e tutti percepirono che questo non avrebbe portato nulla di buono nel loro immediato futuro.
Roderick era furioso dopo che aveva ascoltato le accuse del barone e aver visto la lettera, apparentemente scritta di suo pugno. Cercò di difendersi palesando indignazione per le pesanti accuse, mostrandosi sinceramente contento che il nano fosse stato liberato e rattristato che il capitano Rammesty fosse stato quasi ucciso. Inoltre dichiarò apertamente di non conoscere l’orco, il quale rimaneva in disparte, con gli occhi chiusi, probabilmente intento a pregare la sua oscura divinità.
Alla fine Kail propose una soluzione che avrebbe accontentato tutti, sia Roderick che la giustizia: sarebbe stato sufficiente recuperare un’altra lettera scritta di suo pugno e confrontare le due calligrafie per capire se egli stava mentendo o meno. In ogni caso il mezzelfo sottolineò più volte la sua neutralità alla vicenda: gli interessava solo andar via di lì il prima possibile.
All’inizio l’autarca ecclesiastico rispose infastidito, ritenendosi offeso per una simile richiesta, poi però dovette cedere all’insistenza del barone, che finalmente sembrò ricordarsi di qualche sano precetto del cavalierato.
Indignato, Roderick si allontanò e Kail fece presente che se fosse tornato con le guardie e avesse cercato di mettere una sola mano su Estellen, lui avrebbe fatto danzare le sue spade e in molti si sarebbero fatti male quel giorno. Ivor rimase un po’ inquietato dalle sue parole e quando vide Roderick affacciarsi nella sala della guerra, con le guardie al seguito, ed un uomo poco raccomandabile vestito con abiti scuri di pelle ed il viso celato da un cappuccio nero, temette il peggio. Le guardie circondarono Stuard e i suoi amici e Kail aveva già messo mano alle armi, quando il barone dimostrò perché era stato un grande uomo in passato. Battendo il pugno sul tavolo ordinò alle guardie di abbassare le lance e permettere a queste persone di lasciare Langtree in pace!
Roderick aveva provato a contestare la sua decisione, ma il barone l’aveva fulminato con lo sguardo. Al che l’autarca ecclesiastico aveva preso a provocare Estellen, stuzzicandola e chiamandola strega! Lei aveva resistito alle sue provocazioni, rispondendogli a tono, ma quando aveva preso ad insultare il nome dei veri dei, pregò Paladine di mettere a tacere quell’uomo così insulso e pericoloso.
Si sarebbe aspettata che Roderick perdesse momentaneamente la voce o una cosa del genere e invece Rammesty prese a muoversi e a parlare. Stuard lo aiutò ad alzarsi e tutti assistettero a quel miracolo, stupiti ed attoniti. Purtroppo però il capitano non riuscì ne a negare e né a confermare la versione narrata dai nostri eroi, perché un sottile dardo avvelenato l’aveva colpito al collo subito prima di poterlo fare. Kail notò che il tizio vestito di scuro stava fuggendo dal palazzo, mentre Oleg, finito in terra, gli urlava dietro qualcosa di imprecisato.
Il mezzelfo iniziò immediatamente a corrergli dietro, mentre Roderick ordinò alle guardie di trattenere Stuard ed Estellen finché questa situazione fosse stata chiarita. Insomma le cose stavano precipitando e rischiavano di peggiorare sempre di più. Quando Kail si infilò dentro un vicolo nei pressi della taverna, capì come questa asserzione fosse dannatamente vera.