Dougan e gli avventurieri arrivarono all’entrata dell’immensa forgia dopo almeno un’ora di cammino. Nessuno di loro aveva mai visto una costruzione tanto imponente e tanto solenne.
Era mattino presto, ma nessuno di loro sentiva in nessun modo la stanchezza di una notte passata senza riposo. Solo le ossa e le articolazioni continuavano a dolere un po’, ma niente rispetto alla sera prima. Con riverenza ripresero dunque i cavalli, si assicurarono che il ferito fosse agganciato bene al traino della lettiga e si apprestarono ad uscire.
Un raggio di sole abbagliò gli occhi violetti di Estellen: era l’alba, ma la giovane sapeva che quella che avevano davanti sarebbe stata una giornata tutt’altro che luminosa.
Kail andò subito a controllare Shantak: l’orco chierico era, sfortunatamente per il mezzelfo, ancora vivo: il suo dio aveva deciso che avrebbe dovuto sopravvivere a quella notte, ma Kail non era molto sicuro che l’avrebbe protetto quando sarebbero arrivati a Langtree. O almeno era quello che lui sperava.
Il viaggio durò diverse ore e il gruppo cavalcò senza sosta per giungere alla fortezza del barone prima dell'l’imbrunire. Avevano perfino consumato un po’ di provviste senza nemmeno scendere da cavallo. Tuttavia nessuno dei nostri eroi sembrava davvero spaventato: c’era qualcosa nell’allegria e nella scelleratezza di Dougan, nelle sue parole, nei suoi racconti improbabili, che in qualche modo riusciva a rassicurarli, a farli stare tranquilli.
Era il potere della sua voce.
Giunti sotto la muraglia della cittadella, Stuard gettò una voce alla guardia, che accorse di sotto quando apprese la notizia che il suo capitano era stato ferito. Gli avventurieri dunque entrarono in città e subito domandarono dove avrebbero potuto portare il capitano Rammesty per ricevere delle cure mediche adeguate. La guardia al cancello rispose loro che il cerusico migliore viveva nella chiesa dei cercatori, vicino al palazzo del barone. Guardandosi bene negli occhi, visto ciò che avrebbero dovuto scatenare da lì a pochi minuti, forse non era il caso lasciare Rammesty nelle mani di Roderick: lui era l’unico testimone autorevole del piano ordito dall’autorità ecclesiastica di Langtree, l’unico che avrebbe avuto il carisma e la considerazione da parte del barone per convincerlo che l’infido accordo che l’autarca ecclesistico aveva stipulato con l’orco che avevano catturato era purtroppo vero. Stessa cosa valeva per Shantak: se l’avessero lasciato in custodia al posto di guardia, chissà quanto sarebbe rimasto vivo in una delle loro celle buie. Poco, ritenne Kail.
Pertanto i nostri eroi lasciarono i cavalli in custodia alla guardia e si recarono con il ferito e il prigioniero al palazzo del barone. Gli elfi, Duncan e Dougan Redhammer, andarono con loro.
Li accolse uno stupito e spaventato Oleg, il ciambellano, che mostrava chiaramente, dall’espressione del viso, che tutto si sarebbe aspettato fuorché le persone che stavano alla porta. Tuttavia Stuard lo scansò da parte e non gli diede il tempo di improvvisare nulla, incalzandolo per farsi accogliere subito dal barone. Oleg tentennò per qualche secondo, cercando di prendere tempo (almeno questo era il pensiero del cavaliere), ma alla fine dovette cedere alla possanza fisica e alle intimidazioni del giovane.
Anche Ivor sembrò stupito di vederli, ma per un motivo completamente diverso: si mostrò infatti felice di questa inaspettata notizia. Quando poi notò Rammesty sdraiato sulla barella di fortuna, moribondo, domandò a Stuard perché non l’avessero portato da un medico e a quel punto il cavaliere iniziò a riportare i fatti.
Intanto diede la lettera al barone, il quale dovette sedersi per lo stupore. Quella lettera sembrava inchiodare Roderick in maniera inequivocabile! Quando il dignitario nano confermò poi la tesi di Rammesty, secondo la quale gli orchi avevano saputo prima il momento in cui i nani e la loro scorta sarebbero passati per il sentiero sotto la forgia di Reorx, Ivor non riusciva a credere alle proprie orecchie. Sembrava davvero che tutti gli indizi portassero a Roderick: eppure il barone pareva cercasse comunque degli espedienti che potessero scagionarlo.
Apparve a tutti evidente che Roderick fosse una pedina importante per l’economia di Langtree e che Ivor lo tenesse in grande considerazione per le sue capacità politiche. Tuttavia per la prima volta l’ex cavaliere, ormai lontano dai suoi tempi migliori, sembrava avesse riconosciuto lo scarso rigore morale di Roderick, indipendentemente da quella lettera e quella vicenda. Questo pareva un buon punto da cui partire.
Il ritorno a Langtree.
- Dettagli
- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
- Visite: 156