Estellen provò un forte capogiro, ma riuscì con uno sforzo di volontà a rimanere in piedi.
Da quando lei ed i suoi amici avevano capito che la statua rappresentava davvero Huma e avevano ricostruito quale fosse la sua posizione originale, qualcosa di potente e di soprannaturale era intervenuto su di essa, abbracciandone l’intera figura. La scultura infatti le sembrava adesso composta di luce, tanto intensa e solida da aver preso il posto delle sue parti mancanti, disegnandone alla perfezione i contorni. Finalmente ce l’aveva davanti agli occhi in tutta la sua maestosa espressione e completezza: appoggiata alla lancia, con l’elmo sotto il braccio e il volto fiero che guardava ad est, verso il sole e verso la “sacra forgia” oltre le montagne!
La portavoce di Paladine si girò a guardare estasiata i suoi amici, sperando che anch’essi vedessero quella meraviglia, ma erano spariti! Corrucciò dunque la fronte un po’ perplessa, poi posò lo sguardo davanti a sé, su un altro incredibile accadimento che si stava materializzando pian piano davanti ai suoi occhi attoniti. Un bambino evanescente e dai contorni bluastri, sembrava adesso spuntare dal terreno, esattamente da sotto la statua di Huma, come se stesse salendo delle scale invisibili. Egli le sorrise e disse:
“E’ bello vederti di nuovo Lindaara, soprattutto in questa incarnazione in cui servi il nostro comune signore, Paladine…”
Estellen sorrise di rimando al bimbo, ma davvero non rammentava affatto chi fosse. Pertanto si limitò ad assumere l’espressione più sconsolata e rammaricata che conosceva, senza però dire niente.
“Non mi riconosci? Invero ero assai giovane quando tu già camminavi per questo mondo, servendo la volontà degli dei. Alle volte abbiamo combattuto, altre siamo stati alleati. Il mio nome è “Drendemoniumilatervix”, ma i mortali più eruditi più semplicemente mi chiamano “Holy”, ed ora custodisco “Foghaven Vale” per volere del Drago di Platino…”
Estellen si scusò, balbettando candidamente che non aveva molta memoria delle vite precedenti, ma aggiunse che era comunque felice di averlo incontrato e che, percependone il potere, sperava vivamente nel suo aiuto per riuscire nella sua sacra missione.
Gli parlò del suo viaggio iniziato mesi prima per volere di Paladine, delle tante battaglie combattute ad est, nelle terre selvagge e dei suoi valorosi amici che, fedelmente, l’accompagnavano, per giungere infine all’argomento principale: la “Dragonlance”, che avrebbero dovuto riforgiare grazie alla perizia del fabbro ergothiano e a qualcos’altro chiamato il “Soffio di Paladine”, di cui però non aveva ancora ben chiara la natura.
A tal proposito gli parlò del passaggio segreto, che aveva scoperto fosse custodito in una profezia che lui stesso aveva girato a Brellan e che aveva presumibilmente il suo punto di partenza proprio lì, alla statua di Huma e che desiderava rivelare sopra ogni altra cosa. Questo perché, a quanto aveva capito, “Foghaven Vale” brulicava di orchi e goblin e soltanto avvicinarsi ad essa, utilizzando le due strade percorribili in superficie, avrebbe significato quasi certamente morire per loro mano. “Holy” si mosse leggermente, come se volesse mostrarle che il passaggio che tanto agognava si trovava esattamente dietro di lui, sotto la statua. Poi commentò:
“Nessuna creatura malvagia può varcare il “passo del gufo” ed entrare nella sacra valle, vecchia amica mia. Questo è senz’altro vero. Tuttavia … c’è stata stata un’eccezione alcuni anni fa. Due figli di Takhisis: “Blizzard” e “Bluster”, hanno aggirato la trama dei miei incantesimi protettivi e hanno lanciato una potente maledizione nell’antico viale sotterraneo scavato dai nani. Viale che un tempo conduceva alla “sacra forgia” e dunque si, anche alla valle. “Freddo e morte”: questi saranno i nemici che affronterai Lindaara… se la tua strada ti condurrà laggiù. Non posso incoraggiarti dunque a seguire questa strada o quelle che potresti percorrere in superficie: entrambe presentano delle insidie mortali… ”
Estellen annuì comprensiva, spiegando però che non aveva molta scelta e che anche se il condotto fosse stato pieno di trappole soprannaturali, lei si sarebbe sentita certamente molto più utile lì dentro, che non all’esterno con sciami d’orchi che prima o poi li avrebbero soverchiati con il mero numero “della loro infinita orda”. La giovane sacerdotessa abbassò gli occhi al suolo, rammentando a sé stessa quanto fosse praticamente un peso durante una battaglia. I suoi amici si sarebbero immolati per difenderla e lei avrebbe potuto fare ben poco per contrastare gli sciami di quei malefici servi della dea oscura dall’osceno sangue verde. Sospirando, domandò poi a “Holy” se conosceva il modo giusto per rendere evidente questo passaggio anche agli occhi dei suoi amici, su un piano più materiale insomma.
“Lindaara, tu sei una creatura divina. E’ la tua forma mortale a limitarti. Sei qui, oggi, per volere e per servire Paladine. Ci sono ben poche cose che non riusciresti a fare anche senza il mio aiuto, finché il tuo e il suo cammino coincideranno.”
Il bambino poi si avvicinò a lei. Estellen non era certo un gigante, ma la giovane dovette abbassarsi per arrivare alla sua altezza. Poi lui poggiò la sua fronte sulla sua e chiuse gli occhi, rimanendo in quella posizione per diversi istanti. In quel momento lei comprese “chi” fosse quel ragazzino in realtà.
O “cosa” fosse.
“Holy” era un drago di bronzo, potente e austero, ma anche misericordioso e gentile! Un baluardo di luce per “Foghaven Vale”, minacciata costantemente da un’oscurità perenne e lacerante, eternamente in attesa di un attimo di debolezza da parte sua, per riversarsi a frotte nella valle e finalmente dissacrare quel luogo ancora puro. Quando si divisero, Holy annuì e disse:
“Ora capisco molte cose di te, Lindaara. Permettimi di offrirti questa volta un consiglio valido per il futuro: tu non sei fatta per rimanere su questo piano mortale. Quando Paladine sarà soddisfatto dei tuoi servigi, torna alla “settima porta” e attendi la tua prossima chiamata. Se non lo farai, seguendo il volere del tuo cuore mortale, ci sarà solo sofferenza ed alienazione per te, amica mia…”
Pronunciate quasi con un sussurro queste ultime parole, il fanciullo le sorrise un’ultima volta, si voltò e tornò da dove era arrivato: sotto la statua del grande condottiero!
Estellen rimase qualche attimo interdetta, poi riprese di nuovo fiato, come quando si rimaneva in apnea troppo tempo, ritrovandosi tra le braccia di uno Stuard preoccupatissimo. Il cavaliere la teneva saldamente per le spalle, ma secondo lui ed i suoi amici, che stavano in tondo a guardarla angosciati, aveva avuto un brevissimo mancamento di appena pochi secondi e non certo per tutto il tempo di cui parlava lei, necessario ad esaurire una invisibile chiacchierata che si era fatta con un "drago di bronzo".
Notando che la sua compagna stava bene, Kail si occupò dunque di sfoltire i cavalieri un po’ troppo curiosi che si erano ammassati intorno a loro e permetterle dunque di respirare tranquilla, poi le domandò cosa dovessero fare a quel punto.
Estellen si tirò su, poi andò dritta verso la statua. La guardò per alcuni secondi intensi e si inginocchiò davanti ad essa, alzando contemporaneamente le braccia al cielo. Tutto questo ovviamente sotto lo sguardo meravigliato di tutto “Castle Eastwatch”. Quindi iniziò a pregare Paladine e ad esortarlo ad indicarle la retta via.
L’intero corpo di Estellen fu presto circondato, quasi inondato di energia blu, mentre iniziava a levitare da terra. Dai suoi palmi, rivolti verso l’alto, due strisce di intensa luce abbacinante investirono tosto i resti della statua, che, in risposta a questo suo ennesimo miracolo, iniziò a muoversi! La parola giusta per descrivere quello che la scultura incredibilmente fece era proprio “muoversi”, poiché essa non si limitò solo per esempio a spostarsi di lato, ma letteralmente ondeggiò pian piano verso la sua destra, assumendo poi una nuova posizione che sembrava fosse “prestabilita” dal mistico scultore che l’aveva creata. Le gambe infatti erano adesso parallele, il busto meno rigido di prima, mentre il moncherino sinistro era ora staccato dal corpo e leggermente alzato, così come quello destro, rimasto praticamente inalterato rispetto alla posizione originale.
In una bolla di sabbia e terra, dalla quale la compagnia e i cavalieri dovettero ben proteggersi naso e bocca, la scultura rivelò finalmente sotto di essa un angusto e tetro passaggio!
Quando il vasto sbuffo si diradò, la compagnia cercò di rendersi conto cosa fosse successo, ma la spiegazione pareva a quel punto ovvia: Estellen aveva finalmente illuminato il giusto cammino da percorrere!
Tutti i cavalieri lasciarono immediatamente le loro occupazioni e si precipitarono lì davanti, stregati da ciò che Estellen aveva rivelato. Tuttavia Lord Kanthor, che nel frattempo era stato attirato lì dal terribile frastuono, diede precisi ordini affinché il condotto venisse immediatamente recintato, pattugliato e soprattutto sfollato dai curiosi. Non si poteva sapere infatti cosa potesse uscire da sotto, visto ciò che Stuard e i suoi amici gli avevano raccontato della maledizione lanciata dai figli di Takhisis.
Broadblade apprese anche la volontà della compagnia di calarsi il prima possibile nel pertugio e di percorrere tutto il passaggio, nella speranza che esso finisse proprio laddove gli avevano garantito sia Brellan che “Holy”: alla “sacra forgia”, ove avrebbero potuto finalmente riforgiare la Dragonlance!
Lord Kanthor dunque convocò immediatamente Sir Platus e gli ordinò di scegliere undici soldati e di prepararsi alla missione più importante mai compiuta dai cavalieri di “Castle Eastwatch”. Ovviamente Sir Platus non ebbe problema a trovare volontari e dunque il comandante impartì, in accordo con i nostri eroi, la disposizione di partire nella tarda mattinata, così da equipaggiarsi meglio per il viaggio. Tutti avrebbero avuto bisogno di abiti pesanti, visto che il freddo pungente saliva fin sopra l’entrata del condotto e tutto ciò che serviva per un viaggio breve, ma molto pericoloso.
Infatti, studiando la mappa, Kail convenne con Kanthor che per arrivare a “Foghaven Vale”, tagliando in linea retta sottoterra, sarebbe stato sufficiente appena un giorno di cammino. Tuttavia Stuard aveva il sospetto che l’escursione sarebbe durata molto di più, poiché i pericoli che avrebbero incontrato, ammesso che li avessero superati, li avrebbero rallentati parecchio. In ogni caso, questa volta fu felice che una guarnigione di cavalieri li avrebbe accompagnati nella loro folle spedizione: questa volta avrebbero avuto bisogno di tutto l’aiuto possibile.
“Drendemoniumilatervix”.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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