Stuard si presentò e venne subito al punto: si fece passare la lettera di Maquesta da Kail e la diede al barone senza perdere tempo.
Il mezzelfo nel frattempo sbirciò verso il quadro, rimanendo a bocca aperta dalla bellezza del dipinto. Esso raffigurava un cavaliere di Solamnia a dorso di un drago d’oro, che trafiggeva un drago nero con una lunga lancia dorata. Anche Estellen apprezzò molto il dipinto e capì che quell’uomo doveva avere uno spirito molto controverso.
Ivor di Langtree lesse attentamente la lettera di Maquesta, spiegando a Stuard che in effetti loro erano stati amici in passato. Domandò se fosse in buona salute e se ancora viaggiava per mare con la Perechon. Disse anche di aver conosciuto il vecchio Gerald Uth Breannar, ma che era stato molto tempo prima. Poi prese piuma e calamaio e si apprestò a conceder loro quanto avevano richiesto: un passaggio sicuro attraverso il Blodhelm fino a Vantal. Qui avrebbero provato ad incontrare re Wilhem e avrebbero cercato di capire se tramite lui avrebbero potuto evitare di attraversare il Blode, tagliando direttamente per Silvanesti.
Tuttavia proprio mentre “Ivor”stava mettendo nero su bianco, qualcuno irruppe nella sala e scombinò i piani di Kail e dei suoi compagni.
Infatti Roderick, sommo prelato della chiesa dei cercatori di Langtree, si avvicinò a grandi passi alla scrivania del barone, imponendogli di lasciar stare tutto quello che stava facendo in quel momento e concentrarsi su come risolvere il problema dei dignitari nani. Roderidk ricordò al barone che il settanta percento dell’acciaio di Langtree proveniva da Thorbadin, pertanto la questione doveva essere affrontata immediatamente. Stuard provò a ribattere, ma il prelato lo fulminò con lo sguardo. Poi si fece raccontare cosa ci facessero a Langtree un cavaliere, uno scout e una fanciulla vestita di grigio e quando conobbe i loro intenti, cambiò le carte in tavola.
Loro avrebbero avuto la promessa di un passaggio sicuro attraverso il territorio, se avessero risolto per conto del barone una piccola grana. Stuard provò ad obiettare che la decisione spettava al barone e non a lui, ma Ivor pareva soggiogato dalla personalità di quell’uomo, che Estellen repelleva per istinto. Nacque quindi una piccata conversazione tra i nostri eroi e Roderick, finché alla fine furono costretti ad accettare.
In pratica un gruppo di orchi, che sembrava sapessero già dove sarebbero passati i nani e la loro scorta, li avevano intercettati mentre si stavano dirigendo alla “forgia di Reorx”, avevano rapito il loro leader spirituale, un nano di nome Dougan Redhammer e avevano messo in fuga il resto del gruppo. Il capitano Rammesty era lì con loro e aveva ordinato la ritirata, perché uno scontro diretto con gli orchi avrebbe quasi certamente causato la morte di più di un dignitario nano e questo avrebbe fatto scattare un incidente diplomatico molto serio. Se avessero riportato indietro il dignitario di nome Dougan, ammesso che fosse stato ancora vivo, si sarebbero guadagnati ciò che volevano.
Stuard premette per partire subito, senza perdere ore di luce preziose. Pertanto, congedandosi dal barone, i tre amici si apprestarono ad uscire.
Tuttavia Roderick non era ancora soddisfatto: pretendeva da Kail ed Estellen un riconoscimento ben più marcato, visto chi era e cosa rappresentava per la città. Non volendo mettersi apertamente contro il cavalierato, che aveva da sempre Kirì Jolith come patrono dichiarato, accettò il commiato semplice da parte di Stuard, ma non quello dei suoi compagni. Mostrò dunque la mano ingioiellata ai due, aspettandosi un riverente baciamano.
Kail si prestò a quel gesto, ma mentre Roderick guardava con sfida Estellen, gonfiando l’ego per l’azione deferente del mezzelfo, Kail gli sfilò un anello dal dito senza che lui se ne accorgesse. Poi fu il turno di Estellen, che però proprio non riusciva a muoversi. Quell’uomo era il motivo per cui Paladine e gli altri dei avevano scatenato il cataclisma! Chiuse dunque gli occhi e chiese al suo dio di non permetterle di far si che subisse una simile umiliazione. Come se il dio avesse risposto alla sua invisibile invocazione, il capitano Rammesty bussò alla porta proprio in quel momento, ed entrò trafelato nella stanza.
Egli osservò che i nani erano in fermento e si doveva fare qualcosa assolutamente. Il barone riacquistò quindi una parte della sua dignità, spiegando che Stuard e i suoi compagni si sarebbero occupati della faccenda, ed ordinò al comandante delle guardie di coordinare al meglio l’operazione.
Roderick si intromise un’ultima volta, chiedendo ad Estellen se sapeva niente di un viandante giunto la sera prima, che aveva operato un qualche tipo di “miracolo”, ma di nuovo la giovane fu salvata Rammesty, che negò tutto dicendo che lui era stato presente e che il soldato che aveva messo in giro quelle voci era ubriaco fradicio. Non troppo convinto, Roderick tacque e con un gesto della mano congedò i suoi interlocutori.
Estellen era a dir poco furiosa, mentre Kail cercava di spiegarle che si stava muovendo sul filo del rasoio. Se infatti Roderick avesse scoperto chi lei fosse davvero, l’avrebbe fatta lapidare sicuramente. Il capitano convenne con lui: il prelato non era certo un tipo di indole buona e avrebbe fatto qualunque cosa pur di mantenere lo status quo a Langtree. Perfino ucciderla se fosse diventato necessario.
Poi Rammesty cambiò argomento, raccontando qualche aneddoto sul barone, spiegando che lui non era stato sempre così. Anzi un tempo era stato coraggioso e sagace. Poi la morte del figlio gli aveva sconvolto la mente, ed ora comandava su una città fantasma, abitata da criminali e poco di buono.
Nemmeno il tempo di assorbire quella notizia, che il gruppo sentì dei lamenti atroci provenire dalla chiesa dei “cercatori”. Le sciocche ed inutili litanie dei falsi preti non stavano evidentemente avendo alcun effetto su una bambina che urlava di dolore.
Estellen provò ad ignorarla, ma non ci riuscì.
Si fermò davanti alla chiesa di legno e pregò Paladine affinché guarisse quella sua piccola figliola. Quando tutti, compreso il prete dei cercatori, udirono le grida di gioia della sua famiglia, capirono che era avvenuto un miracolo! La piccola era evidentemente guarita. Il padre corse via dalla chiesa con la figlia in braccio, sbiascicando euforico di una luce azzurra che l’aveva avvolta e miracolosamente curata. La madre invece si era buttata ai piedi del prete, che, intontito dalla piega che avevano preso gli eventi, non sapeva più che dire o fare. Si grattava la testa perplesso cercando di capire cosa fosse successo davvero. Poi guardò Estellen e la giovane intuì che in qualche modo quel cercatore aveva capito che era stata lei ad operare il miracolo. Stuard tornò indietro a recuperare l’amica e rimase a fissare il prete finché lui saggiamente se ne tornò dentro il suo falso tempio. Scuotendo la testa e avvertendo il gruppo che dopo quell’evento sarebbe stato opportuno aspettarsi il peggio, Rammesty cambiò nuovamente discorso.
Raccontò loro che al mattino molto presto un gruppo di minotauri si erano affacciati al portone d’entrata della fortezza e avevano chiesto notizie di una giovane dama, accompagnata da un cavaliere e da un mezzelfo. Lui però si era astenuto dal fornire informazioni, non sapendo se quei minotauri fossero amici o nemici. Stuard era convinto che si trattasse di Khorkh e alcuni suoi fratelli, ma non poteva esserne certo.
Poi il capitano andò a recuperare i cavalli mentre Kail si diresse nella taverna a parlare con i nani, scoprendo che due di loro, i fratelli Duncan e Durcan, li avrebbero accompagnati in questa missione di salvataggio: giusto il tempo di fare un salto in armeria a prendere due armature di cuoio e un paio di armi naniche.
Poi tutti si ritrovarono al portone d’entrata.
Insieme al capitano Rammesty c’era anche un altro uomo, disse di chiamarsi Soran, ed era proprio il soldato ubriaco che Estellen aveva curato il giorno prima. Confessò che avrebbe ritenuto un onore aiutarla nella sua impresa, qualunque essa fosse stata.
Nessuno dei suoi amici si oppose: in quella cerca sarebbero servite più buone spade possibili. Dunque i cancelli di Langtree si aprirono e i nostri eroi si imbarcarono in un ‘altra impresa pericolosa.
Roderick e la chiesa dei cercatori.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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