L’eco dei passi delle ronde si faceva sempre più vicino, anche se Kail iniziava a farsi delle domande piuttosto serie sul perché solamente poche di loro si erano affacciate in questa caverna. Già da sé stentava a credere che potesse essere soltanto una circostanza fortunata, ma quando Stuard gli aveva confidato che lui, Theros e Flint, avevano eliminato due orchi perché essi erano sembrati scossi, anzi spaventati per qualcosa che sembrava essere presente ma non visibile in quella grotta, si convinse che avrebbe dovuto per forza approfondire l’argomento. Scoprirne la vera causa. C’era davvero qualcosa di reale, di concreto, che teneva lontano i loro nemici da quella caverna e rivelarne la natura avrebbe probabilmente concesso loro un enorme vantaggio tattico.
Tuttavia, prima di prendere in considerazione cosa potesse essere, il mezzelfo spronò con molta veemenza tutti loro a tornare subito alla tenuta di Sir Owen. La loro prima responsabilità infatti doveva essere rivolta al cavaliere e a suo figlio, fortunatamente e miracolosamente ritrovato ancora in vita. Tutti condividevano la sua linea di pensiero, tuttavia Stuard, da vero cavaliere, era un po’ restio a non provare nemmeno a considerare la possibilità di capire se i piani d’invasione di Lord Ariakas nell’Ergoth del Sud e più in generale, nell’ovest di Krynn, potessero essere prevenuti o perlomeno ostacolati. Quella era un’occasione unica per portare le prove a Lord Gunthar delle intenzioni dei “Signori dei Draghi” su quel territorio. Occasione che, se fossero usciti di lì, ammesso e non concesso che ci fossero davvero riusciti, non si sarebbe mai più riproposta.
A parte quella caverna, la cui aura per ragioni ancora sconosciute non piaceva agli uomini di Lord Hemmels, c’era solo un altro punto scarsamente pattugliato. Motivo per cui, forse, avrebbero avuto successo nel realizzare la loro fuga: nessuno si aspettava che fossero arrivati in queste caverne sfruttando le correnti d’aria e il mistico potere di Estellen! Così come non avrebbero mai pensato che sarebbero potuti sfuggire alla loro presa risalendo sul crinale esattamente nello stesso modo. Quindi le ronde e le pattuglie del luogotenente di Ariakas, avevano avuto l’ordine di concentrarsi sui passaggi (che sicuramente esistevano, ed anche in gran numero) che andavano in superficie, dettaglio che tra le mille altre cose preoccupava non poco il cavaliere! Infatti, quando le forze concentrate di orchi e soldati di Takhisis fossero arrivate ad un numero adeguato per un assalto frontale, essi non avrebbero avuto bisogno di imbarcazioni imponenti o poteri magici di sorta: sarebbe stata sufficiente un po di tattica militare per far cadere la città ai loro piedi. Sarebbe bastato incendiare le navi, avvelenare i pozzi, isolare la milizia cittadina e tutto sarebbe andato perduto.
Theros annuì alle convincenti parole del giovane cavaliere, mentre Estellen, per quanto ne riconoscesse il giusto valore, rimaneva più incline a considerare il suggerimento di Kail. La vita di William era comunque più importante in quel momento. Perfino di un’invasione. E rimanere lì ogni secondo di più, metteva tutti, non solo il ragazzo, in pericolo di vita.
La giovane portavoce di Paladine teneva il figlio di Sir Owen attaccato ai suoi fianchi, tenendolo con una mano incollato alle sue vesti. Tuttavia Stuard non si lasciò commuovere dal senso di protezione materno della sua amica, domandando comunque al ragazzo se egli conoscesse una via alternativa, tra i mille percorsi sotterranei, che li portasse il più possibile vicini alla caverna adibita a sala tattica di Lord Hemmels.
William annuì, ma i suoi occhi si spalancarono per la paura. Kail aggrottò le sopracciglia: la reazione del piccolo sembrava piuttosto eloquente: avrebbe potuto guidarli fino al luogo che il suo amico paladino gli avevano chiesto, ma qualcosa laggiù lo spaventava a morte, segno che il pericolo era molto grande, quindi avrebbero dovuto organizzare quel raid per il meglio se non avessero voluto poi trovarsi tra l’incudine e il martello.
Dunque scelsero la via del compromesso: stabilirono di rientrare nel pertugio in fondo alla caverna, ed andare a vedere se fosse stato possibile avvicinare quella dannata cassaforte, ma rischiando il meno possibile. In fondo non avrebbero avuto un’altra chance per farlo e sicuramente valeva la pena perlomeno andare a dare un’occhiata.
Tuttavia dovevano farlo nel giusto modo: Theros e Flint avrebbero dovuto raggiungere le barche e creare un diversivo, attendendo il loro arrivo per una fuga di gruppo. Loro tre invece, avrebbero ripreso i cunicoli e indagato sull’area più a nord, sperando di poter mettere le mani su qualcosa di determinante ai fini della guerra. Per farlo, Stuard avrebbe dovuto spogliarsi dell’armatura e seguire i suoi compagni avvalendosi solo della sua spada, del suo scudo e del suo coraggio.
I minuti passavano e finalmente i nostri eroi avevano un piano decente. Eppure Kail non si dava pace: non riusciva credere che nessuno, in tutto quel tempo, non si era nemmeno affacciato alla caverna dei due letti, anche solo per dare una sbirciata. Puzzava tutto tremendamente di trappola. Cosa diavolo potevano temere gli orchi? Perché, si domandava continuamente, solo in pochissimi avevano osato semplicemente avvicinarsi a questa grotta?
Poi l’occhio gli cadde sul corpo senza vita di Therese.
Mentre i suoi amici continuavano a parlottare e a scambiarsi pareri su come perfezionare il loro piano, il mezzelfo si avvicinò alla salma semi decomposta della giovane moglie di Sir Owen. Deciso a scoprire se potesse essere proprio quel cadavere a tenere a distanza gli orchi, si appropinquò fin quasi a sfiorare le mani annerite della sfortunata Therese. La sua prima impressione era indubbiamente vera: ella non era stata uccisa con le armi, né pareva avesse segni di una malattia mortale sulle mani e sul viso. Eppure giaceva priva di vita ed immobile sul suo letto di morte.
Poco prima che il mezzelfo potesse però allungare una mano per vedere meglio se c’erano altri tipi di segni sul suo corpo, il suo medaglione prese a vibrare come fosse impazzito. Kail faticò a riprendere il controllo su sé stesso, ma fu costretto a fare un passo indietro per riuscirci. Dicendo a tutti in prima battuta di farsi da parte, aggiunse poi commenti assai poco positivi su quel cadavere, spiegando come il suo oscuro medaglione avesse riconosciuto in Therese una creatura del male. Forse addirittura un non morto!
Estellen lasciò appena in tempo la custodia del giovane William al nano, poiché proprio mentre il mezzelfo finiva di dire la sua sulla salma, essa mosse lentamente la testa nella sua direzione. Con un ghigno malefico e fissandola con occhi vitrei e spenti, sembrava sussurrarle parole crudeli e irripetibili.
Estellen trasalì.
Anche perché quando i suoi amici si accorsero della sua reazione inorridita, si voltarono armi in pugno verso Therese, che però pareva immobile come sempre. Tuttavia Estellen, malgrado l’esperienza agghiacciante, non si perse d’animo: bisbigliò a tutti di seguire il consiglio di Kail e rimanere dietro di lei, poi afferrò il suo medaglione sacro e si avvicinò al cadavere, intenta a praticare un esorcismo.
Invocando con fermezza e più volte il nome di Paladine, la sua portavoce si arrestò innanzi al corpo immobile della donna e quando, chiudendo gli occhi, stava per applicare il sacro simbolo del drago di platino sulla fronte del cadavere, accadde qualcosa di terribile e al contempo spaventoso.
Therese si animò!
Si tirò su con la schiena e le afferrò i polsi. Aveva i denti marci e un sorriso storto e compiaciuto sulle labbra consunte dalla decomposizione. Con voce che non era né maschile e né femminile, ma anzi un misto ibrido tra le due che doleva alle orecchie, disse:
“E’ un piacere rivederti con i miei stessi occhi Lindaara, dopo così tanto tempo. Anche se adesso ti opponi a me, un giorno, molto presto, mi servirai di nuovo. Ascolta la mia chiamata, ora che hai spoglie mortali: la tua prossima incarnazione sarà al mio servizio e porterà avanti la mia volontà. Quanto valgono dunque i tuoi sforzi, sapendo che tra poco tempo mi rappresenterai sul piano mortale? Tutto ciò che stai costruendo per fermarmi, tra breve ti affannerai a distruggere. Rifletti bene sulle mie parole, Lindaara, portavoce di alcun dio e di tutti…”
La voce di Therese era potente, malsana e androgina, così come la sua stretta dolorosa attorno ai polsi di Lindaara.
La sola presenza di Takhisis era sufficiente ad immobilizzare tutti i presenti, finché la sofferenza di Estellen risvegliò in Stuard un istinto che non poteva invece sopirsi mai. L’istinto dell’amore e dell’amicizia. L’istinto che portava al cuore. Inginocchiandosi e abbracciando la sua mistica spada, egli pregò con ardore Kiri – Jolith di ricacciare via, nell’Abisso infuocato, quella creatura che aveva usurpato indebitamente il piano materiale. Sapeva che come paladino, gli erano concesse queste abilità e decise di utilizzarle sull’avversario più forte che si potesse pensare! Tuttavia il legame con Estellen era troppo forte e grazie a questo e all’intervento del suo dio, la presenza della dea oscura venne infine allontanata: Therese si voltò verso di lui, guardandolo con odio indicibile, poi tornò immobile sul suo giaciglio.
Malgrado la dea oscura non ci fosse più, il ricordo di quel giorno e di quell’esperienza li accompagnò entrambi durante tutta la loro vita e quelle parole, oscure e maledette, rimbombarono nelle loro menti negli anni a venire. Eppure né il cavaliere né la portavoce di Paladine ebbero il tempo di fermarsi un secondo e rifiatare: quell’esorcismo avrebbe attirato molto presto Lord Hemmels in quella stanza.
“La trappola è alfine scattata…”
Pensò tra sé Kail e loro ci erano caduti con tutte le scarpe!
Dovevano dunque sbrigarsi: il mezzelfo aiutò Stuard a togliersi l’armatura, poi insieme ad Estellen e William, si infilarono di nuovo nell’oscuro passaggio. Theros e Flint richiusero infine l’entrata del condotto con una grossa pietra, prima di uscire alla chetichella e sperare di raggiungere le scialuppe senza dare nell’occhio. Sarebbe stato difficile, ma ancora non impossibile, se avessero agito in fretta.
Estellen invece, oltre a massaggiarsi i polsi, anneriti dal tocco mefitico di Therese, cercava di spronare William a non pensare a quel cadavere come a sua madre, ma come a un simulacro, un guscio vuoto, in cui era stata vincolata una presenza malvagia e potente. Sua madre, Therese, era ora con Paladine: lei poteva sentirla chiaramente. Ora tutto dipendeva da lui, dalla sua memoria e dalla sua perizia: il tempismo era fondamentale e lui, figlio coraggioso di cavaliere, avrebbe dovuto concentrarsi solo su questo: guidarli a destinazione il prima possibile.
L'esorcismo.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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