Il primo istinto che ebbero i due orchi quando sentirono guaire il loro lupo, fu mettere le mani sulle loro spade ricurve ed andare subito a controllare, ma nonostante quel forte e atavico richiamo al combattimento e al sangue, rimasero invece fermi, impietriti. Questo per due motivi: il primo fu lo stupore che provarono quando osservarono salire verso il soffitto degli strani ed inquietanti bagliori verdastri che si agitavano nell’oscurità. Il secondo fu la paura.
Quando Stuard uscì dal suo nascondiglio, con la spada incantata che grondava di sangue di lupo, ebbe la conferma definitiva sulla sua precedente sensazione: gli orchi temevano qualcosa lì dentro! Qualcosa che li spaventava a morte e non si trattava certo di lui e dei suoi amici.
Sgranando gli occhi per la confusione e la sorpresa, i due orchi preferirono anzi indietreggiare e prepararsi per la fuga, che avanzare e fargliela pagare a quegli invasori umani. Cosa che il cavaliere non aveva mai visto fare a nessun esponente di questa razza tanto crudele quanto impavida. Cercando di impedire la loro ritirata e il conseguente allarme generale, che avrebbe portato sul posto un mare di nemici, Stuard, Theros e Flint, uscirono infine allo scoperto e iniziarono tosto a correre a perdifiato verso i due tentennanti orchi. Fortunatamente essi non erano certo dei velocisti, pertanto non fu difficile per loro ingaggiarli. Il problema era che dovevano sbarazzarsene entro pochi secondi oppure il chiasso che il combattimento avrebbe generato, insieme alla luce stroboscopica della spada del cavaliere, avrebbero richiamato sul posto qualche rinforzo sicuramente.
Nel frattempo, nonostante Kail volesse immediatamente ripiegare, preoccupato per il fatto che sentiva rumori di combattimento non troppo lontani, William stava invece tirando il vestito di Estellen affinché lo seguisse per un’altra direzione. I due amici si guardarono dunque negli occhi, quindi decisero di dividersi. Con il respiro affannato, il mezzelfo iniziò a strisciare verso la caverna dei due letti, dove lo aspettava uno scenario preoccupante. Estellen invece seguì William.
Il ragazzo si muoveva più velocemente di lei, segno che aveva esplorato la maggior parte di quei cunicoli negli ultimi mesi. Si arrestò innanzi a un piccolo sfogo sulla parete, dal quale provenivano luce e voci. Il budello che conduceva al foro sul muro era leggermente in salita, pertanto quando i due si affacciarono per dare un’occhiata avevano la visuale dall’alto.
Estellen trasalì.
Sotto di loro c’era un luogotenente dei “Signori dei Draghi”, completo di armatura, spada e scudo con gli emblemi di Takhisis. Egli stava parlando con un suo subordinato umano, al quale stava spiegando in maniera piuttosto animata che non avrebbe più concesso risposte evasive sulla posizione degli intrusi. Egli infatti garantiva che essi si trovavano ancora in quelle grotte, nascosti come ratti da qualche parte e che era stata la sua “Signora Oscura” a metterlo in guardia da questa minaccia. Pertanto lui e i suoi uomini avrebbero dovuto fare di più, stanarli il prima possibile. Prima che qualcuno in particolare, di molto pericoloso, che si accompagnava agli altri intrusi, potesse mandare a monte i gloriosi piani della “Regina delle Tenebre”. C’era in ballo la conquista dell’ovest di Krynn!
Estellen nascose a stento un esclamazione costernata tappandosi a forza la bocca. Tutti i loro sospetti erano dunque fondati: sotto Welmet si stava organizzando una vera e propria invasione e non era certo un caso che Paladine li avesse mandati lì. Inoltre William indicò un punto preciso in quella grotta, improvvisata grottescamente a sala tattica: una malridotta mensola di legno marcio, ove era stata posta sopra una piccola cassaforte grigiastra. Estellen assottigliò gli occhi: sembrava chiaro che all’interno di essa ci fossero carte e documenti importanti, che evidentemente il figlio di Sir Owen aveva in qualche modo già visto durante le sue escursioni nelle ultime settimane. Annuendo gravemente, la portavoce di E’li fece segno al ragazzo di ripiegare e raggiungere tosto i suoi amici.
Era assai strano, pensò mentre raggiungeva la caverna dei due letti, che Lord Hemmels non avesse "percepito" la sua presenza, visto che erano giunti così vicino l’uno all’altra. Ed era lo stesso molto strano che anche lei non avesse "sentito" la sua aura oscura per lo stesso motivo. Mentre passava oltre il pertugio, raggiungendo così i suoi amici, arrivò però ad intuirlo e un brivido freddo di pericolo e ansia le scossero violentemente le membra!
Stuard fu il primo ad entrare in corpo a corpo con il primo orco. Sfruttando la confusione e i timori che ancora non capiva del suo avversario, riuscì tosto a trovare uno spiraglio libero tra le maglie della sua armatura e a penetrargli il collo con la punta della sua mistica spada. Come aveva fatto poco prima con il lupo, recise con precisione la carotide dell’orco, ed osservò il corpo del suo nemico che si abbatteva al suolo, inerte. Contemporaneamente, Flint e Theros combattevano il secondo orco, uccidendolo lavorando sul corpo, in basso ed in alto, con ascia e lancia.
Tempo di trascinare via i cadaveri, spostandoli in una zona d’ombra, che Kail spuntò trafelato, spada in pugno nella caverna. Il mezzelfo fece un breve riassunto di ciò che avevano trovato in quei cunicoli, provocando grande soddisfazione nei suoi compagni. William era stato tratto in salvo per fortuna, ed ora potevano concentrarsi su come lasciare quel vespaio indemoniato che sciamava insistentemente intorno a loro.
Interminabili minuti passarono però e di Estellen e William non se ne aveva traccia, tanto che i nostri eroi iniziarono a preoccuparsi. Kail dunque decise di rientrare nell’anfratto nella parete, ma fortunatamente non dovette fare molta strada per riunirsi alla sua amica e al piccolo William: i due stavano infatti strisciando verso di lui e il mezzelfo fu tentato di strozzarli entrambi per l’angoscia e la preoccupazione che gli avevano provocato. Quando tutti emersero nella caverna dei due letti, Estellen raccontò quello che aveva visto, grazie alla cocciuta insistenza del ragazzo, laggiù tra i mille passaggi di roccia.
Aveva trovato il covo del capo dell’esercito d’invasione dell’ovest, perché di questo si parlava!
La giovane chierica sottolineò quindi a chiare lettere quanto sarebbe stato da veri sconsiderati andar via di lì senza portare con loro la prova di quello che avevano scoperto, senza tentare di mettere i bastoni tra le ruote agli eserciti della “Signora delle Tenebre”. Inoltre Estellen aveva provato a fornire anche una spiegazione razionale sul perché Lord Hemmels non l’avesse “avvertita” o meglio, sul perché lei non avesse "percepito" lui.
Secondo il suo parere, lui si era schermato attraverso l’aiuto della sua dea e questo aveva impedito che lei potesse essere “infastidita” dalla sua aura oscura. Il fatto che lui non avesse “percepito” la sua presenza invece, rimaneva una sua mera supposizione: poteva essere molto probabile, invece, che l’avesse “intesa” benissimo, solo che aveva finto di non averlo fatto. Se la sua supposizione fosse esatta quindi, egli avrebbe convogliato tutti i suoi uomini disponibili in questa caverna entro pochi minuti e loro non avrebbero avuto speranze di uscirne vivi.
Bisognava fare qualcosa dunque, prendere una decisione in fretta prima che fosse stato troppo tardi: fuggire da lì o tentare di trovare un modo per trafugare i piani tattici di Lord Ariakas, inviati a Hemmels e custoditi gelosamente in quella dannata cassaforte. La scelta era assai difficile da prendere e i nostri eroi dovevano farla immediatamente, prima che il tempo per loro si esaurisse definitivamente.
Fuga o verità?
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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