Kail e i suoi amici rimasero diversi minuti all’entrata della piccola caverna, in attesa di decidersi di andare ad esplorarla.
Tutti, chi più e chi meno, ed in maniera assai diversa, avevano degli strani presagi in proposito. Il sentimento generale era però quello che non fosse una buona idea entrare lì dentro senza rinforzi. Le esperienze passate avevano insegnato molto bene ai nostri eroi che anche essere combattenti forti e preparati e avere tra le proprie fila una creatura per metà divina, non era spesso sufficiente ad affrontare qualsiasi situazione di pericolo. E quella in cui si stavano per ficcare pareva parecchio pericolosa. Soprattutto perché non sapevano di preciso contro chi o cosa avrebbero dovuto combattere. Tenendo anche conto che il punto di riferimento rimaneva sempre quello di salvare la famiglia di Sir Owen, questione assai spinosa, visto che i presupposti da cui partiva questa cerca non garantivano affatto che li avrebbero trovati in vita.
Inoltre, specialmente Kail era molto agitato per via del suo amuleto. E se non fosse riuscito a controllarsi? Avrebbe potuto uccidere qualche suo amico senza volerlo e poi avrebbe dovuto convivere con quel rimorso per tutta la vita. Un peso gravoso da tenere sulle spalle.
Ciononostante, il mezzelfo fu il primo ad entrare, seguito a ruota dal nano, che vedeva bene quanto lui con quella poca luce a disposizione e a seguire tutti gli altri. Kail gettò un’ultima occhiata fugace alle imbarcazioni, stipate di lato nell’oscurità della grotta e rammentò molto bene che genere di scialuppe fossero alcune di quelle: fattura orchesca, non c’erano dubbi! Deglutendo per il nervoso, sfiorò distrattamente il suo medaglione che prese a vibrare sinistramente, mentre si affacciava sul nuovo ambiente interno alla caverna per dare una sbirciata.
Ci doveva essere da qualche parte un piccolo fuocherello acceso, a circa quindici o venti metri sulla sua destra, dove, nascosti da un grappolo di rocce calcaree, un paio di goblin sembravano schiamazzare e ridacchiare su un tiro di dado particolarmente sfortunato. Le loro ombre allungate venivano riflesse sulla parete, creando delle forme grottesche e minacciose e il mezzelfo fece segno di rimanere in silenzio al resto della compagnia, per vedere come si sarebbero svolti gli eventi.
Come al solito però, qualcosa andò storto: Theros infatti mise un piede in fallo e dovette reggersi alla parete per non finire rovinosamente per terra.
Il rumore che produsse non fu certo assordante, ma Kail intese chiaramente che i due goblin l’avevano sentito. Masticando un po’ di linguaggio nero per via dei suoi trascorsi da ranger, il mezzelfo riuscì a seguire infatti qualche parola della loro conversazione. Sembrava che uno volesse continuare a giocare, minacciando l’altro di prendersi l’intero premio delle loro scommesse, mentre l’altro insistette sull’andare a controllare quell’insolito trambusto per non scatenare l’ira di un certo Lord Hemmels.
Dunque un luogotenete dei “Signori dei Draghi” era già giunto sul posto e questo voleva significare che la data dell’assalto definitivo a Welmet era molto vicina!
Alla fine il secondo goblin, ciondolando come solo quelli della sua razza solevano fare, lasciò il posto di guardia e venne verso di lui, a pochi metri dall’imbocco della grotta. Rivolgendo gestacci e improperi irriproducibili al suo compagno, stava finendo così proprio in bocca ai nostri eroi.
Kail si sfilò l’arco da tracolla, incoccò una freccia e poi si sporse quanto bastava per centrare lo stupefatto goblin in pieno petto. La piccola e disgustosa creatura barcollò per un paio di secondi, poi, incredula, con un verso strozzato stramazzò al suolo. Incuriosito da quei suoni inaspettati, il secondo goblin andò a controllare cosa fosse successo al suo zelante compare, nel frattempo non lesinando insulti e maledizioni nei suoi confronti per averlo lasciato da solo al tavolo da gioco. Quando trovò il suo cadavere fu troppo tardi: Kail lo stava aspettando, uccidendolo sul colpo con un’altra freccia ben scagliata che lo centrò al collo. Il mezzelfo fece poi segno a tutti di entrare nella grotta e nascondersi dietro ad un paio di grosse rocce, che spuntavano dal terreno e salivano verso il soffitto come fossero imponenti stalagmiti.
Theros andò a recuperare immediatamente i corpi sudici e sanguinanti dei goblin, sparendo di nuovo dentro la caverna all’entrata di questo "antro del male". Gli altri si sistemarono uno dietro l’altro, in attesa che Kail capisse meglio la situazione e decidesse cosa fare. Era infatti improbabile che qualcuno avesse udito i rumori provocati dai corpi dei loro nemici che erano finiti esanimi sulla nuda roccia, ma di certo qualche ronda sarebbe prima o poi passata di lì a controllare che tutto andasse bene o a dare il cambio alle due sventurate creature, ormai passate a miglior vita.
Neanche a farlo apposta, subito dopo che il mezzelfo aveva indicato ai suoi compagni che alla loro destra c’era un passaggio che conduceva ancor più dentro il dedalo intricato di grotte di questo ignoto e tetro posto, dei passi rimbombanti stavano sopraggiungendo verso di loro. Il loro incedere non era affrettato, ma il gruppo avrebbe dovuto comunque agire in fretta se avesse voluto mantenere l’effetto sorpresa e non venir scoperti.
Quando emersero nella grotta, Kail notò che erano arrivati un orco e altri due goblin. I due mostriciattoli non rappresentavano certo un problema per il gruppo, ma l’orco era un’altra storia. Più intelligente dei goblin e cinque volte più forte e resistente, probabilmente sarebbe alla fine anch’egli caduto, ma quasi certamente non prima di riuscire a dare l’allarme. Avrebbero dovuto ucciderlo velocemente e senza mancare nemmeno un colpo.
Flint e Stuard si diedero un fugace cenno d’intesa con Kail, mentre il mezzelfo scivolava via, arco in mano, per ottenere una migliore posizione da cui scagliare le sue frecce. Il vecchio nano disse al cavaliere che avrebbe attaccato per primo. Le qualità della sua spada infatti, avrebbero giocato contro di loro se egli l’avesse sguainata per un attacco frontale. I baluginii verdastri che essa avrebbe emanato, avrebbero rischiato di mettere in guardia l’orco dai loro attacchi, ancor prima che essi fossero avvenuti.
Il tempismo doveva essere perfetto o avrebbero allertato l’intera caverna.
L’orco gracchiò qualcosa ai due goblin, che saltellando andarono a controllare l’area ove c’era il piccolo campo dei loro fratelli. Notando che era vuoto, riferirono all’orco questa informazione e causandone subito l’ira. Egli indicò con stizza l’imbocco della caverna, ordinando ai due di andare immediatamente a controllare e nel frattempo rimase vigile, guardandosi continuamente intorno nella speranza di trovare o fiutare i due lavativi.
Fortunatamente, la loro natura caotica rendeva queste situazioni abbastanza comuni e l’orco non sembrava allertato più di tanto. Anche per via del fatto che questa specie di “covo” sotterraneo era ai più sconosciuto.
Notando che i due goblin sarebbero passati molto vicini a lui, Kail preferì sguainare le spade, riporre l’arco e tendere loro un’imboscata. All’improvviso infatti, uscì dal suo riparo e colpì mortalmente un goblin con un preciso fendente al collo. L’altro si congelò lì dov’era: non si aspettava certo una situazione del genere. Il mezzelfo non attese che il mostriciattolo, preso dal panico, potesse girarsi e scappare: approfittò della sua incertezza per trucidarlo sul posto, senza alcuna pietà.
Dietro le rocce anche Flint prese la sua decisione: fece un bel respiro, ed attaccò alle spalle l’enorme orco. Un preciso colpo d’ascia recise un tendine della gamba della creatura, che emise un rantolo di dolore, misto a stupore. A quel punto Stuard sguainò la spada incantata, che rimandò bagliori verdastri per tutta la grotta. Quindi attaccò l’orco frontalmente, riuscendo però solo a ferirlo di striscio, poiché egli aveva utilizzato la sua affilata scimitarra per deviare parzialmente il colpo. A quel punto, Kail incoccò una freccia, scuotendo però mestamente la testa: sapeva bene che presto la grotta sarebbe stata invasa dai loro nemici. L’orco infatti avrebbe dato certamente l’allarme molto prima di spirare e lo scontro sarebbe presto diventato impari per loro.
Tuttavia, la creatura non sembrava emettere ancora suoni articolati. Per adesso si udiva solamente il cozzare strozzato dell’acciaio sull’acciaio, ma nessun grido d’allarme. Estellen infatti, aveva utilizzato i suoi poteri per impedire al loro nemico di gridare, imponendo su di lui il silenzio più totale. La giovane era consapevole che era riuscita nella sua impresa solo parzialmente, ma c’era un grande potere che la confondeva in questa caverna. Un potere malevolo, avverso al suo, forse non altrettanto affinato, ma certamente ugualmente pericoloso.
Poco prima che Kail potesse scagliare la sua freccia, Theros aveva afferrato una lancia di un goblin e l’aveva scagliata con tutta la forza del suo braccio d’argento contro l’orco. La punta dell’asta lo attraversò da parte a parte, uccidendolo senza nemmeno che se ne fosse reso conto.
Nei successivi cinque minuti tutta la compagnia, tranne Estellen, si preoccupò di ripulire la zona, seguendo il consiglio dell’ergothiano di nascondere i cadaveri all’interno delle imbarcazioni all’ingresso della grotta.
Kail dovette finire uno dei goblin, che ancora rantolava tenendosi le viscere e dopo averlo trafitto a morte si trovò a dover esercitare un forte controllo su sé stesso per non cedere alla volontà del medaglione, che vibrava più forte che mai e faceva pressione per avere il sopravvento su di lui. Avrebbe dovuto stare attento ad avvicinarsi troppo alle creature dalla natura oscura la prossima volta o prima o poi la sua anima sarebbe stata soggiogata da quella del maledetto ciondolo che era appartenuto a sua madre. Egli non disse nulla di questa terribile esperienza ai suoi amici, né del suo braccio che aveva preso a venarsi di nero, anche se solo per brevi istanti. Lasciò che il momento passasse e che tornasse per fortuna in sé, aiutando poi i suoi amici a trasportare via i corpi dei loro nemici. Certo, non avrebbero potuto lavar via il sangue dalle rocce e dai sassi, ma almeno se fosse passato qualcuno di qui e non si fosse concentrato sui dettagli, avrebbero potuto sperare di guadagnare ancora un po’ di tempo, prima di venir scoperti.
Finita la macabra opera di “pulizia”, il fine udito di Kail percepì dei suoni cadenzati, quasi marziali, provenire dalla seconda uscita della grotta, in direzione nord ovest. Il mezzelfo ordinò a tutti di riprendere fiato in un altro momento: adesso era fondamentale nascondersi e capire cosa stesse succedendo. Appartandosi di nuovo dietro le stesse pietre di prima, attesero con ansia fin quando scoprirono chi stava arrivando.
Si trattava di due grossi soldati umani, probabilmente mercenari, ma che avevano dei strani segni distintivi sulle loro armature. Essi camminavano vicini e pareva chiaro che fossero combattenti navigati, con un addestramento marziale. Stuard scosse la testa: quelli erano avversari ancor peggiori dei goblin e degli orchi, sia per la loro maggiore qualità in battaglia, ma anche perché portavano le insegne di Takhisis sui loro spallacci. Quei segni infatti, rappresentavano in maniera molto stilizzata un drago a cinque teste e questo significava che facevano parte di un drappello di “uomini drago” al comando di quel Lord Hemmels.
Probabilmente dunque avevano avuto la sua benedizione e dunque una sorta di protezione mistica che li avrebbe difesi da attacchi della stessa natura. Assottigliando gli occhi, Estellen accolse la sfida e, concentrandosi su sé stessa, invocò di nuovo il potere divino latente in lei per addormentare all’istante quei due servi del male. La giovane incontrò una certa resistenza all’inizio, ma alla fine riuscì ad avere la meglio sui due soldati, che caddero svenuti al suolo.
Kail uscì velocemente dal nascondiglio, sfruttando quell’occasione così preziosa, sgozzandoli entrambi senza alcun ripensamento!
Questo causò sentimenti discordanti nell’animo dei suoi amici.
Theros appoggiò la sua decisione e in parte anche Estellen e Stuard, ma Flint abbassò gli occhi, disgustato dalla ferocia e spietatezza del mezzelfo. Non era certo quello il momento per discuterne, tuttavia il vecchio nano questa volta non aiutò i suoi amici a liberare la strada dai due cadaveri umani. Rifiutandosi di diventare complice di un assassinio a sangue freddo, declinò il macabro compito di toccare quei due soldati, preferendo concentrarsi invece, ascia alla mano, alle prossime mosse da compiere per evitare di farsi ammazzare in quella caverna oscura dimenticata da Reorx.