La conversazione tra Sir Garrett ed i nostri eroi durò diversi minuti e riguardò principalmente la “Tomba di Huma”. Un luogo mistico, sacro e sconosciuto a quasi tutti dai tempi della “Terza Guerra dei Draghi”, da quando cioè chierici e cavalieri di Paladine edificarono questo mausoleo, solenne e celebrativo, dedicandolo a colui che aveva salvato il mondo dalle forze dell'oscurità con il suo coraggio e l’aiuto della potente “Dragonlance”. I dettagli di questa battaglia, quella che l’aveva immortalato come il più grande paladino di tutti i tempi, che aveva fisicamente sconfitto Takhisis con il solo supporto del suo drago d’argento, erano conosciuti a pochissimi sapienti su tutta Krynn. Tuttavia, quello che si sapeva bene per chi abitava queste lande era che la sua tomba, un tempo edificata a “Foghaven Vale”, era scomparsa dopo l’avvento del “Cataclisma”.
Kail sollevò alcuni interrogativi su questo interessante argomento. In particolare, la domanda che catturò l'attenzione di tutti i presenti, fu quella che riguardava la sua ultima posizione conosciuta, anche in maniera approssimativa, da cui perlomeno sarebbero potuti partire per cercarla.
Sir Windlow sospirò amaro: la “Tomba di Huma” era letteralmente "sparita" dopo la caduta della montagna di fuoco sul continente di Ansalon. Probabilmente velata agli occhi dal disprezzo degli dei verso la cupidigia e la follia degli uomini che li avevano ripudiati o addirittura “spostata” geograficamente da qualche altra parte dagli smottamenti del territorio, come era successo con altri luoghi sacri su Krynn.
Ciò che si pensava era che essa non fosse semplicemente sparita nel nulla, ma protetta da una volontà divina che ne impediva il ritrovamento. Ovunque fosse finita o gli dei avessero deciso che dovesse finire.
E questo era un bene. Almeno in questo momento, secondo Sir Garrett.
Infatti il cavaliere rivelò che al di là di “Castle Eastwatch”, che ancora resisteva strenuamente, le terre dell’Ergoth del sud erano state completamente invase da orchi, troll, giganti e goblin. Probabilmente mossi dalla loro stessa volontà di trovare la tomba, ma per fini completamente diversi. Questa rivelazione trasferì a tutti la triste consapevolezza che non solo sarebbe stato quindi quasi impossibile trovarla, ma perfino cercarla, su quegli impervi sentieri incastrati nelle montagne di Lastgaard, inondati da esseri tanto malvagi e blasfemi. A parere del cavaliere infatti, “Daltigoth” era diventata un centro di smistamento vero e proprio di creature oscure, che avevano l’unico compito di “pattugliare” o forse sarebbe stato meglio dire “rastrellare” tutto l’ovest dell’isola. L’ultimo baluardo della civiltà era rimasto dunque proprio “Castle Eastwatch”, che aveva l’infame compito di evitare il potenziale sbocco di queste vili mostruosità sul mare e dunque sull’ovest. Tuttavia, le forze a disposizione di Sir Kanthor Broadblade, nome che Stuard aveva già sentito da qualche parte prima, ma che erroneamente adesso gli rammentava solo la stirpe di Sturm, erano drammaticamente inferiori alle orde malsane che calavano a frotte da est e anche difendere qualche passo montano era diventata un’impresa.
Sir Garrett parlava di queste questioni con molta sofferenza ed apprensione, conscio che le forze solamniche non avrebbero potuto reggere per sempre. Il suo compito era rispondere agli ordini di Sir Owen Glendower, governatore di Welmet e uomo fidato di Lord Gunthar. Sir Owen aveva a sua volta la responsabilità di far difendere i confini, ed approvvigionare adeguatamente il bastione comandato da Sir Kanthor. Insomma, tutte cose già viste da Stuard: la solita storia dell’eccessiva, stratificatissima burocrazia solamnica, figlia della Misura!
Il punto che emerse prepotente però fu che la loro prossima méta sarebbe stata Welmet e questo dettaglio aveva apportato un po di confusione e nervosismo nei nostri eroi. Avevano già perso un mare di tempo sull’isola di Christyne e perderne altro preziosissimo inutilmente, non metteva certo di buon umore la compagnia. Era anche vero che avevano scoperto ed anche ottenuto delle cose di grande valore sull’isola e magari il destino o chi per lui avrebbe elargito doni simili anche in quel di Welmet, ma Kail sapeva bene che la fortuna era spesso cieca su queste cose, ma la sfortuna invece godeva di ottima vista.
Sir Windlow ascoltò e soppesò ogni singola parola dei nostri eroi e in una parte del suo cuore egli percepì, visto che rimaneva pur sempre un cavaliere, che tutto ciò che essi sostenevano riguardo la loro sacra missione, per quanto inverosimile, fosse in realtà più che probabile. Forse amavano i toni drammatici o erano solo tutti un po’ troppo teatrali, eppure egli sentiva che dicevano il vero: era davvero di fondamentale importanza che loro riuscissero a trovare la “Tomba di Huma” il prima possibile, per il futuro ed il destino stesso di Krynn!
Pertanto prese una decisione più dettata dalle emozioni che dalla razionalità, quando appuntò che i cinque ospiti sulla “Nabucco” avrebbero ricevuto il suo bene placido a raggiungere Welmet, scortati da una nave corvetta, per parlare direttamente con Sir Owen Glandower. Egli avrebbe poi stabilito se avessero dovuto continuare il loro viaggio e raggiungere, tramite un’apposita scorta, “Castle Eastwatch”, oppure no. Ovviamente, Sir Garrett avrebbe caldeggiato questa soluzione sul rapporto che Sir Francis avrebbe consegnato al governatore di Welmet, ma non poteva garantire a nessuno quello che avrebbe poi stabilito di fare Sir Owen.
Quindi il capitano della “Vinas Solamnus” si alzò e fece di nuovo strada alla compagnia verso la “Nabucco”. Qui incontrò i suoi due ufficiali, che gli fecero un rapporto dettagliato sulla mercanzia che il capitano “Lancome” voleva vendere ai cavalieri. In buona sostanza, entrambi testimoniarono che le merci erano di prima qualità e che un carico di tabacco avrebbe certamente alzato il morale dei soldati stanziati nel bastione. Sir Windlow annuì, decretando quindi che la “Nabucco” sarebbe stata scortata a Welmet e qui, il capitano “Lancome” avrebbe potuto trattare con l’economato solamnico per la vendita del tabacco kagonesti. I nostri eroi invece, avrebbero potuto raggiungere direttamente la tenuta di Sir Owen. Ordinò infine che fosse Sir Francis a prendersi carico di fare da scorta ad entrambi, sfruttando una delle due navi d’appoggio e la sua conoscenza della città di Welmet, essendo nativo di lì.
Prima di partire, interrogato dai nostri eroi sulla sua strana scelta di non dire ai solamnici il suo vero nome, optando invece per quello del vecchio proprietario della nave, il capitano Gascon rispose che aveva avuto uno strano presentimento su tutta questa faccenda e il suo istinto gli aveva suggerito di agire in questo modo. Se avesse fatto bene o male, sarebbe stato il tempo a dirlo.
Nel frattempo, Sir Garrett tornò alla “Vinas Solamnus”, mentre Sir Francis si spostò sulla “Di Caela” e iniziò a tirare la rotta alla “Nabucco”, che la seguiva da presso. Sir Windlow si accomiatò dal gruppo senza troppi clamori, augurando buona fortuna agli avventurieri e ricevendo in cambio una calda benedizione da parte di Estellen.
Il viaggio per Welmet durò poco meno di una giornata e quando i nostri eroi entrarono nella baia di Werners e si ancorarono al porto della città, salutarono forse per sempre il capitano Gascon. Il vecchio lupo di mare sorrise sornione prima di accomiatarsi da loro: non era affatto sicuro infatti che lui e la compagnia non si sarebbero mai più rivisti. Egli infatti aveva assistito la sera prima all'itinerario che la compagnia avrebbe seguito nelle settimane successive e chi avrebbe potuto affermare con certezza cosa avrebbe riservato a tutti il destino?
Quindi Sir Francis si accinse ad accompagnarli alla tenuta del governatore.
Lungo il cammino i nostri eroi poterono dare uno sguardo generale a Welmet. Si trattava di una classica cittadina solamnica sul mare, con case basse e messe a schiera, principalmente costruite in legno o in pietra bianca. La città era ben pulita, ordinata e squadrata in perfetto stile solamnico, ed aveva un unico viottolo principale che dal molo tagliava all’interno, salendo di qualche decina di metri verso la parte alta ove sorgeva il centro storico. Mentre salivano, notarono negozi vari quali panetterie, mercerie e alcune interessanti botteghe di fabbri e alchimisti/farmacisti. C’era perfino una stalla, con dei cavalli all’apparenza ben nutriti e ben strigliati.
Quando però si trovarono a sfiorare una delle chiese dei cercatori, Estellen rammentò tutto il male che le fu fatto mesi prima da questi vili esseri senza fede e la sua curiosità ed entusiasmo si trasformarono tosto in rabbia crescente. Ella notò subito la noncuranza e la tracotanza con cui uno dei loro falsi preti stava trattando un povero bisognoso e il sangue le ribollì nelle vene. Stuard dovette impiegare tutto l'ascendente che aveva su di lei per convincerla a lasciar perdere e a pensare solo a raggiungere Sir Francis, ormai distante. Tuttavia il cavaliere non poté far nulla per stemperare il malanimo della sua amica, ormai divampato senza freni né misura.
La tenuta di Sir Owen era antica, la più antica (ad occhio) dell'intera città e quando Sir Francis si avvicinò alla cancellata, Kail pregò con tutto il cuore Paladine, che il cavaliere a capo della città si dimostrasse di vedute meno cristallizzate rispetto alla sua ampia e secolare abitazione. Il futuro di Krynn sarebbe dipeso da questo.
Rotta verso Welmet.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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