La nave scivolò sulle acque gelide e profonde del mare dell’Egoth del sud col vento in poppa e senza intoppi fin quasi all’alba. Se non fosse stato per una fitta nebbia che riduceva drasticamente la visibilità, si poteva affermare tranquillamente che fino a quel momento era stata una traversata quasi piacevole.
Quel “quasi” era legato al fatto che Malcom, proprio a causa della foschia, fu costretto molte volte a scendere giù nello studio del capitano per aggiustare la rotta. L’esperto nostromo navigava quasi col solo ausilio degli strumenti, poiché non riusciva a scorgere con chiarezza cosa aveva davanti. I nostri eroi, tutti insonni, seguivano con curiosità i suoi continui e sfrenati andirivieni, sorbendosi gli urlacci che ogni volta che saliva e scendeva lanciava ai due mozzi, che invece persistevano nell’ignorarlo. Malcom aveva domandato più e più volte a Dann ti andare di vedetta, ma l’anziano mozzo aveva sempre procrastinato, perché a detta sua aveva sempre “cose più importanti da fare”. Tuttavia, quando il nostromo l’aveva minacciato di darlo in pasto ai pesci se non avesse obbedito, finalmente Dann aveva smesso di sistemare il sartiame, lasciando la terribile incombenza a Clyde, ed era salito sul’albero maestro.
E fu una vera fortuna!
Infatti, dopo qualche minuto, il mozzo da sopra aveva richiamato l’attenzione di tutti, gridando che c’era qualcosa ad un centinaio di metri a dritta, proprio sulla loro rotta. Tuttavia c’era troppa nebbia, ed era troppo buio per capire cosa in realtà fossero quelle ombre galleggianti che aveva notato, pertanto Kail domandò se poteva dare una mano e mettere la sua rinomata vista elfica a disposizione di tutti. Ovviamente nessuno si oppose e dunque il mezzelfo si arrampicò agilmente fin sopra l’albero maestro e si pose di vedetta.
Con l’aiuto di un cannocchiale cercò di mettere a fuoco quelle immagini fumose e indistinte, scoprendo abbastanza fortunosamente che esse erano navi. Almeno tre per la precisione e tutte posizionate caoticamente, senza cioè uno schema preciso che facesse capire le loro intenzioni. Perplesso, Kail scese sdi nuovo sul ponte e riportò al capitano e al nostromo cosa aveva visto.
Dalle loro reazioni comprese subito che non aveva portato affatto buone notizie.
Infatti Theros, che aveva sentito tutta la conversazione, da marinaio esperto qual’era, spiegò molto bene cosa, secondo il suo parere, avrebbero trovato più avanti se non avessero escogitato subito qualcosa. Quello che il mezzelfo aveva intravisto doveva essere il teatro di uno scontro in mare, probabilmente molto duro, tra le forze ergothiane o solamniche e quelle dei signori dei draghi. La posizione casuale di queste navi infatti, faceva pensare ad un combattimento recente e probabilmente ad una ritirata, parziale o totale.
Quello che però ancora non sapevano era se suddette navi fossero amiche o nemiche. Poteva diventare fondamentale conoscere questo dettaglio.
Già, ma come fare?
Stuard, molto pratico, pensò di annunciarsi, mostrando la loro presenza agitando delle torce. Alla fine se su quelle navi c’erano dei nemici, li avrebbero affrontati e sconfitti passandoli a fil di spada. Tuttavia questo piano non piacque molto ad Estellen, che non amava particolarmente inutili spargimenti di sangue, né a Kail che avrebbe preferito un approccio più cauto. A dire il vero, anche il capitano Gascon ed i suoi uomini erano di questo parere, tuttavia il tempo passava e quella nebbia, che sembrava un po’ troppo persistente e quindi innaturale a giudizio di Kail, sarebbe potuta svanire, lasciandoli nudi difronte a chissà quali minacce.
A quel punto Estellen decise di chiedere a Quill di fare un giro di ricognizione intorno ad esse e quando il suo animale guida tornò indietro, non riportò notizie particolarmente confortanti. A parere della sacerdotessa di Paladine, il suo amico volatile aveva individuato dei nemici in quelle navi! Pertanto Kail convinse il capitano a calare una scialuppa, per andare personalmente a cercare di capire qualcosa in più sui nemici che si trovavano davanti.
Il suo ragionamento era semplice: orchi, minotauri ed umani, avevano ognuno delle caratteristiche peculiari, dei punti deboli e dei punti di forza e conoscere prima questa informazione poteva essere determinante per la loro sopravvivenza e quindi per vincere quello stallo. Ancora una volta, nessuno si oppose alla sua volontà.
L’imbarcazione filò via silenziosa tra nebbia ed acque calme, con il mezzelfo che era terrorizzato all’idea di perdersi in mare. Egli aveva seguito un paio di consigli di Theros su come seguire una rotta e sperava francamente che bastassero per tornare indietro. Quando però la chiglia della scialuppa incontrò i primi detriti sparsi per la zona, egli imprecò sottovoce. Un suono sordo di legno marcio che si spezzava, lo fece infine trasalire.
Fortunatamente, per quanto per lui fosse un frastuono, non sembrava che nessuno avesse però notato quel rumore piuttosto evidente e fuori posto. Aggrottando le sopracciglia, il mezzelfo si avvicinò un po’ di più, cercando di sparpagliare eventuali altri frammenti di legno, messi di prua, con un remo.
Tuttavia, giunto a sufficiente distanza per guardare meglio la prima nave, aveva appreso già abbastanza su chi avesse davanti. Quill aveva certamente visto bene: si trattava di navi nemiche. La linea aggressiva e la possente chiglia, non lasciavano spazio a dubbi. Ora bisognava capire se fossero navi di orchi, minotauri o reietti umani, tipo pirati o mercenari.
Mentre tornava indietro, il mezzelfo ragionava proprio su questo.
I minotauri avevano un eccellente olfatto ed un ottimo udito, ma non vedevano molto bene. A differenza degli orchi, che possedevano un buon olfatto e un’ottima vista, ma non sentivano granché bene. Gli umani infine, avevano un livello medio nell’uso di tutti e tre questi sensi.
Kail arrivò alla “Nabucco” giusto in tempo per condividere le sue considerazioni con i suoi amici. A giudicare dai rumori che aveva causato nell’area piena di detriti, gli veniva da pensare che, almeno la nave che aveva potuto analizzare, appartenesse agli orchi. Nessuno infatti si era incuriosito o aveva provato ad affacciarsi per capire se ci fosse qualcosa di strano in acqua. Pertanto chi si trovava a bordo non dovevano avere un udito raffinato.
Stuard ruppe dunque gli indugi, sguainando la spada e rendendosi conto in quel momento che avrebbe potuto farlo prima e risparmiare all’amico un rischio grande come quello che si era preso. L’antica lama di famiglia infatti, rimandò immediatamente bagliori verdastri, per cui già questo escludeva del tutto gli umani dalla lista. Dunque quelle navi potevano appartenere solo agli orchi o ai minotauri, ma era molto raro che i minotauri fossero dediditi a Takhisis o a qualche dio completamente corrotto e malvagio. Pertanto l’ago pendeva decisamente nella direzione degli orchi. Grattandosi la testa, il cavaliere, un po’ imbarazzato, confermò così i ragionamenti del mezzelfo, mentre Gascon e il resto dei nostri eroi si guardavano perplessi su cosa fare ora.
Ombre di navi nella foschia.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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