Il capitano Gascon accorse nella stanza di Estellen, sollecitato da tutto quel movimento e quella confusione e domandò cosa diavolo fosse successo. Una volta che Kail lo relazionò sui fatti, egli iniziò a grattarsi la folta barba, riflettendo attentamente sulle sue parole. Altair rivelò che aveva temuto, fin da quando era giunto a Merwick, che qualcuno di losco avrebbe potuto interessarsi a loro e proprio per questo motivo aveva ideato il piano di liberarsi della “Corallo Blu”, ed acquistare la “Nabucco”. Certo, l’aveva fatto anche per poter finalmente cambiare vita, ma soprattutto per poter offrire una maggiore copertura a loro, che, in questo modo, avrebbero viaggiato nel più assoluto anonimato. Nessuno infatti poteva sapere che sarebbe stato lui a garantire alla compagnia il passaggio per “Castle Eastwatch”, perché nessuno sapeva che egli era ancora attraccato a Merwick. Tutti pensavano infatti che fosse ripartito quasi subito con la “Corallo Blu”, come l’oste aveva confermato.
Eppure, era stato inviato un assassino per uccidere Estellen: questo dicevano i fatti. Assassino che sapeva perfino quale fosse la stanza della nave dove la sacerdotessa di Paladine era andata a coricarsi.
Kail ripensò all’uomo che era entrato nella locanda e poi uscito subito dopo con fare misterioso e iniziò ad avere più di un sospetto su di lui. Probabilmente era stato un vero colpo di fortuna averli visti in locanda!
Stuard si alzò dal letto dove era ancora seduto accanto ad Estellen e spronò tutti a levare le ancore immediatamente. Sapeva che il capitano Altair diffidava di iniziare una traversata in quelle acque infide di notte, ma dopo il fallimento dell’attentato ad Estellen, sospettava che chi la voleva morta, avrebbe rischiato di più, rinunciando alla segretezza e puntando più al risultato finale. Una nave ferma al molo, con tutti loro a bordo, poteva essere portata alle fiamme con poche frecce e ancor meno olio.
Gascon sgranò gli occhi, come se avesse colto la nemmeno troppo sottile allusione, poi annuì, mostrandosi d’accordo con il cavaliere. Non erano affatto al sicuro, lì, ormeggiati al porto. Anzi erano un bersaglio facile per chiunque desiderasse la loro morte. Certo, avevano attentato “solo” alla vita di Estellen, quindi questo poteva, anzi doveva significare qualcosa di preciso, che al momento sfuggiva a tutti. Tuttavia a mali estremi erano previsti estremi rimedi e con tutti loro sulla nave, utilizzare il fioretto poteva non essere la scelta giusta: meglio la spada...e il fuoco!
Gascon uscì velocemente dalla camera di Estellen, dando ordini a Malcom, Clyde e Dann. Theros lo seguì, mettendosi a sua disposizione, avendo fatto il marinaio in gioventù per molti anni. Flint rimase a piantonare la stanza della sua amica, mentre Stuard salì sul ponte come sentinella, preparandosi al peggio.
Kail invece rimase ancora qualche secondo nella camera della portavoce di Paladine, finché si decise finalmente ad esaminare l’unico oggetto che effettivamente poteva dire qualcosa sull’assalitore: il dardo metallico, ancora tenuto stretto dai piccoli ma forti artigli di Quill! Da subito, quella quadrella, ornata in quel modo così particolare, gli rammentò qualcosa di simile che aveva visto diversi mesi prima: l'eccentrico dardo, che era stato lasciato lì per lui nella locanda di Vantal!
Esso rappresentava una specie di marchio distintivo, di riconoscimento, che il sicario senza nome, con cui lui ed i suoi amici avevano concordato il piano che avrebbe portato in seguito alla rovina del folle e malvagio mago dalle vesti nere di nome Dracart, aveva concesso per sigillare il loro patto. I nostri eroi avevano accettato di collaborare con questo sicario, scoprendo in seguito che quella piccola freccia di acciaio lavorato apparteneva ad una gilda di ladri ed assassini molto famosa: la rinomata gilda di Palanthas!
“La gilda di ladri” di Palanthas era infatti la più grande e famosa organizzazione malavitosa di tutta Krynn, con contatti su tutto il pianeta e in ogni città, soprattutto quelle portuali. Quel dardo significava dunque che i tentacoli della gilda erano arrivati fino a Merwick, ma la domanda principale comunque rimaneva. Perché mai la “gilda dei ladri di Palanthas” voleva fare la pelle ad Estellen? Chi li aveva pagati e perché? Mille domande assalirono il cervello del mezzelfo e vedendolo così assorto, Estellen lo lasciò da solo nella sua camera, preferendo salire sopra coperta e capire se poteva dare una mano.
Dann e Clyde stavano facendo più velocemente possibile a mollare gli ormeggi, mentre Malcom era pronto al timone. Theros stava armeggiando con le vele, mentre Gascon era sul ponte con le mani sui fianchi a sincerarsi che tutto fosse pronto per salpare. Stuard cercava di pattugliare la zona, per quanto la nebbia riuscisse a permetterlo, ma quando Estellen si materializzò lì, insieme a loro, tutti si fermarono a guardarla speranzosi.
La “Nabucco” aveva bisogno di un aiutino soprannaturale per uscire dal porto di Merwick velocemente e la sacerdotessa di Paladine era l’unica che poteva garantirglielo. Così la giovane alzò le mani verso il cielo e richiamò i venti, mentre Quill volava a spirale in alto e si perdeva di nuovo oltre la nebbia e verso le lune, celate ma presenti. D’improvviso, le vele iniziarono a gonfiarsi e nel silenzio più anonimo possibile, l’imbarcazione iniziò a muoversi dal molo. In pochi secondi Malcom riuscì a metterla dritta e nella direzione giusta, ma Gascon si rilassò solo quando la “Nabucco” uscì definitivamente “dalla portata delle frecce infuocate”, che, come una litania scaramantica, ripeteva continuamente alla sua ciurma, che invece lo invitava a rilassarsi.
Superati i primi cinquanta metri, anche il burbero capitano sospirò di sollievo, reggendosi al parapetto della nave, Il suo sguardo era pieno di tensione e nervosismo. Comprensibile: la “Nabucco” aveva rischiato molto quel giorno e probabilmente avrebbe rischiato ogni altro giorno in cui lui avrebbe condiviso il viaggio con la compagnia. Non vedeva dunque l’ora di accompagnare i suoi ospiti a destinazione e proseguire con i suoi nuovi viaggi e soprattutto i suoi nuovi intenti.
Ognuno doveva fare la sua parte in questa guerra, questo era vero, ma di certo lui non si sentiva né un eroe, né uno che avrebbe voluto vivere come i suoi passeggeri: con la morte che seguiva costantemente i loro passi. Lasciò dunque il comando a Malcom e scivolò sotto coperta: aveva bisogno assolutamente di bere qualcosa dopo un simile stress!
Un'organizzazione pericolosa.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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