Il capitano Altair accompagnò personalmente e con molta fierezza i nostri eroi a fare un giro sottocoperta. Mostrò con orgoglio l’ampia stiva, ed il carico di tabacco in essa ordinatamente sistemato. Qui poterono incontrare Dann, che agitò da lontano una mano quando li vide passare. Un’aroma acre e leggermente speziato aggredì le loro narici, tanto che Flint sternutì più di una volta prima di fare cenno a tutti di scorrere oltre, visto che gli occhi gli stavano finendo fuori dalle orbite.
Gascon accolse subito il suggerimento del burbero nano, muovendosi di qualche metro in avanti e portando tutti a vedere gli alloggi dei passeggeri. Si perché la Nabucco non era solo una nave mercantile, ma un ibrido un po’ bislacco, costruito pezzo per pezzo dal suo vecchio capitano, Barbablù Lancome, nei venti anni in cui aveva attraversato in lungo e in largo i cinque mari. Da una di queste stanze, incrociarono l’anziano Clyde, altra vecchia conoscenza dei nostri eroi, che, con in mano un grosso scopettone, offrì un generoso sorriso sdentato a tutti prima di tornare al suo lavoro sopra coperta.
Kail domandò al capitano Gascon dove fosse finito Malcom e il vecchio lupo di mare sembrava imbarazzato a rispondere a tale domanda. Presto il mezzelfo scoprì anche il perché. Nella stanza del capitano, infatti, l’esperto nostromo stava cercando di disporre in un ordine razionale le infinite carte nautiche di Altair, ma evidentemente gli doveva sembrare un lavoro impossibile, visti gli improperi che rimbalzavano continuamente sulle pareti della nave. Gascon si schiarì la voce, sperando che le urla di Malcom si assopissero pian piano, ma poi vedendo che continuavano a salire di tono, un po’ impacciato balbettò a tutti di scegliersi una stanza e frettolosamente si accomiatò.
Estellen, Kail e Stuard, presero una stanza singola, mentre il vecchio nano e l’ergothiano scelsero di dormire insieme, visto che le camere disponibili erano finite.
Dopo qualche altro minuto ancora le grida del nostromo si interruppero bruscamente e il mezzelfo pregò Paladine che il vecchio Altair non l’avesse passato a fil di spada, ma in ogni caso fu grato al vecchio lupo di mare, perché poteva finalmente, dopo molti giorni, riposare dentro un comodo letto. Stuard ed Estellen approfittarono di quell’insperato silenzio per pregare i loro dei e trovare un po’ di serenità e conforto entrando in simbiosi con loro. Flint invece si dedicò ad un lavoro di intaglio che stava ultimando, mentre Theros si era addormentato appena aveva messo la schiena sul letto, urla o non urla.
Il lieve movimento ondulatorio della nave sull’acqua poi, favorì dopo meno di un’ora il sonno di tutti, finché a notte fonda, il sensibile orecchio elfico di Kail, percepì un rumore sospetto nella stanza accanto. Un rumore metallico, come un cigolio arrugginito, nella camera di Estellen.
La giovane portavoce di Paladine, dopo le sue orazioni, aveva dichiarato che si sarebbe sentita più sicura con Quill in camera, ed era risalita sul ponte della nave per chiamare la sua bianca civetta, che rispose al suo richiamo immediatamente. Planando dolcemente, le si posò sul braccio e si lasciò accarezzare finché Estellen tornò tosto nella sua cabina, addormentandosi quasi subito.
Il mezzelfo aveva messo per istinto la mano sulla spada e si era tirato su. Proprio come aveva fatto Stuard quando aveva sentito la porta del suo compagno spalancarsi senza troppa grazia. Si perché Kail aveva udito anche qualcosa d'altro oltre al cigolio metallico nella stanza della sua amica: il suono sordo e ovattato di un dardo di balestra che veniva prima preparato e poi sparato!
L’esperto scout si fiondò nella camera della sua amica come il lampo, giusto in tempo per vedere che era stata colta nel sonno e si teneva adesso il petto sconvolta. Un’ombra scura oltre l’oblò, nel frattempo spariva nel buio della notte.
Estellen infatti aveva percepito un suono sinistro mentre dormiva, ma pensava fosse in un sogno, uno di quelli particolarmente realistici. Quando aveva scoperto che stava invece accadendole qualcosa di terribile nella vita reale, fu troppo tardi. Scorse infatti la punta di una piccola balestra che puntava dritta al suo cuore e non ebbe il tempo di fare nulla se non vedere un piccolo e saettante dardo raggiungerla e trafiggerla in meno di un secondo.
Almeno questo era quello che aveva creduto.
In realtà, prima che la mortale quadrella potesse infilzarla, una sagoma bianca, veloce come il vento, le passò accanto intercettando la piccola ma letale freccia metallica. Quill si era dunque sacrificato per lei!
Incredula, era rimasta alcuni secondi completamente congelata laddove si trovava. Gli occhi sbarrati ed atterriti fissi sull’immobile animale, riverso su un fianco.
Kail controllò prima la finestra, poi si precipitò da lei, che ancora si teneva le ginocchia in preda allo shock.
Stuard invece invase letteralmente con la sua mole la camera di Estellen, ma intuendo immediatamente che la sua migliore amica era viva ed incolume, tornò di nuovo nel corridoio. Ordinò poi a Flint e Theros, che nel frattempo si erano svegliati per capire che genere di maremoto si fosse abbattuto su Merwick durante le ultime due ore, di pattugliare l'uscio e di non lasciar entrare nessuno. Quindi si precipitò sul ponte della nave, per tentare di capire la dinamica dell’agguato ad Estellen.
Kail scosse la sua amica per le spalle per diversi secondi prima di richiamarla alla realtà. Quindi attese che reagisse e che magari gli dicesse qualcosa di utile per capire chi l’aveva voluta ammazzare. Certo, i nemici che bramavano le loro teste non mancavano: Descent, il mago dalle vesti rosse di “The City of the Morning Dew”, i mercenari di Leon sicuramente ancora sul suo libro paga e ovviamente Lord Ariakas, anche se questo modus operandi, basato sul sotterfugio e la segretezza, non faceva molto parte del suo stile. Infine, come si faceva a non citare “Soffionero”, una vera celebrità in fatto di omicidi crudeli ed efferati? Insomma la lista era molto lunga.
Tuttavia, il fatto di sapere quale fosse la sua camera e in generale tutta la preparazione dell’agguato, faceva pensare al mezzelfo a qualcosa di meno roboante dei nomi sopracitati. Qualcosa di più “locale”.
Estellen si alzò di scatto, una volta recuperata la necessaria tranquillità e si sincerò con angoscia delle condizioni di Quill. Quando scoprì che la civetta stava bene e che non era stata nemmeno sfiorata dal micidiale dardo, emise un gigantesco sospiro di sollievo. Il bianco volatile era incredibilmente vivo e vegeto. Non solo, ma teneva qualcosa tra le piccole zampe: quella stessa quadrella metallica diretta al suo cuore!
La giovane portavoce di Paladine accarezzò Quill teneramente, mentre rispondeva alle nervose domande di Kail. Egli non ottenne molto dalla confessione di Estellen, solo che aveva visto un’ombra scura fuori dalla nave e poi la piccola balestra che aveva puntato il suo petto da dietro l’oblò. Questo era tutto.
Nel frattempo Stuard aveva controllato il ponte palmo per palmo, scoprendo che c’era cuna corda calata da uno dei parapetti della nave proprio sotto la stanza di Estellen. Qualcuno dunque era salito sulla nave, aveva legato una corda e si era calato giù, fino ad arrivare all’altezza dell'oblò della sua amica. Quindi lo aveva forzato, ed aveva attentato alla sua vita. Quando aveva visto il mal partito, si era lasciato andare, scomparendo nelle fredde acque del porto di Merwick. Con la nebbia che c’era lì attorno, sarebbe stato impossibile accorgersi anche solo della direzione verso cui il potenziale assassino avrebbe nuotato per mettersi in salvo.
Il cavaliere per scrupolo fece un giro intero dell’imbarcazione prima di arrendersi, ma come sospettava, non notò nulla di anomalo, nemmeno una piccola increspatura sull’acqua. Furibondo, tornò sotto coperta dai suoi amici. Chiunque avesse provato ad uccidere Estellen, l’aveva fatta franca e questo era un dettaglio che non avrebbe smesso di tormentarlo per le ore successive.
Un assassino sulla nave.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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