Scendere a valle non fu troppo difficile.
Il nano aveva avuto ragione: Kail era davvero una guida che sapeva il fatto suo! Scelse infatti quasi subito la giusta via da percorrere e nel giro di poche ore il gruppo si trovò ad affrontare l'immensa distesa di terra aperta e selvaggia che portava al mare.
Kail notò, nei due giorni di traversata, che nessun paese o villaggio era stato mai costruito da questo lato dell’isola: le uniche città erano dunque Merwick e più a sud Chasten, collegate tramite una strada maestra che le univa per facilitare meglio i trasporti. Entrambe porti di mare, esse erano essenzialmente centri di smistamento commerciale tra la Solamnia, l’Ergoth del Sud e l’isola di Sancrist. Ovviamente, molte navi sostavano brevemente nei moli per poi riprendere la loro tratta e rifornire anche luoghi militari, come ad esempio "Castle Eastwatch": loro prossima méta.
Accanto al fuoco, il mezzelfo ricordò a tutti che non sarebbe stato facile imbarcarsi per la loro prossima destinazione, poiché Gascon Altair, un egoista patentato, non li avrebbe certo aspettati oltre i tempi concordati. Il giorno dopo infatti, ne sarebbero passati ben tre, oltre la settimana che Kail e il capitano della "Corallo Blu" avevano stabilito per ottenere un passaggio gratuito per "Castle Eastwatch". L'indomani, con il poco denaro che gli rimaneva nelle tasche, avrebbero dovuto trovare qualcun altro che li portasse laggiù. Impresa quasi impossibile, secondo l’autorevole parere di Theros, marinaio fin dalla nascita. In quei tempi bui infatti, un passaggio via nave era drammaticamente costoso. Tuttavia il caldo sorriso e la cordialità di Estellen rincuorarono tutti e, stabilendo i consueti turni di guardia, i nostri eroi si assopirono infine attorno al fuoco.
Anche la seconda notte passò serena. A parte i rumori tipici di una savana: qualche ruggito in lontananza, il movimento sinuoso di una coppia di serpenti vicino agli zaini e i latrati delle iene, che avevano fiutato qualche carcassa di animale ancora commestibile.
Pur non incontrando difficoltà ad arrivare a Merwick, Kail notò un dettaglio inquietante lungo la strada che lo fece riflettere parecchio: aveva visto numerose, forse troppe carcasse di animali, spolpati fino all’osso da qualcosa di estremamente più vorace delle iene. Sinceramente ammise che i resti degli animali selvatici rinvenuti gli sembravano un po’ troppi anche per un territorio molto aperto come quello, che si prestava alla caccia di bestie forti e veloci come tigri e ghepardi. Lui sospettava che i troll dovevano nutrirsi in qualche modo e sempre secondo il suo parere, questo terreno era il loro unico tavolo da pranzo concesso dalla sorte.
Questo spiegava il motivo per cui non esistevano altri centri urbani in questa vasta area e a chi gli obiettava che i troll avrebbero potuto spingersi fino al mare, minacciando Merwick e Chasten, egli rispose che, anche se dotati di gambe lunghe e passo veloce, il sole sarebbe spuntato molto prima che essi avessero anche solo potuto sfiorare i confini delle due città portuali. Forse qualche troll isolato, troppo stupido per poterlo capire, ci aveva alfine provato, ma Kail era sicuro che non erano finite bene le cose per lui. I fuochi, costantemente accesi, che infatti notarono circondare il perimetro della città di Merwick, avrebbero ricacciato indietro i più intraprendenti, costringendoli a morte certa.
Comunque, verso sera inoltrata i cinque compagni entrarono in città e notarono quanto fosse tranquilla e pacifica, nonostante la guerra incombente davanti e i troll alle loro spalle. Le abitazioni erano perlopiù concentrate attorno ai moli, che costeggiavano il golfo della "Baia Gentile". Le lampare lungo la banchina illuminavano fiocamente le imbarcazioni allineate le une a fianco delle altre, ma abbastanza per mostrare chiaramente che non ce n’erano molte attraccate. O perlomeno non quante Stuard se ne era immaginate. Certo, la nebbia non aiutava ad avere una visuale perfetta, l’ora poi era tarda, ma nessuno del gruppo ebbe l’idea che il molo fosse pieno di navi in partenza.
Un po’ di ansia iniziò a crescere nei cuori degli avventurieri.
Kail spalancò le porte dell’"Ostrica Gialla", una delle tre locande sulla via maestra di Merwick. Gli avventori, tutti umani, diedero un fugace sguardo alla compagnia, poi tornarono ai loro affari. L’oste, un omone alto, grosso e sovrappeso, smise di pulire le sue brocche e si offrì di portar loro cibo e bevande. Il mezzelfo acconsentì ovviamente, ma prima azzardò qualche domanda al locandiere.
Neanche a dirlo, esse riguardavano il capitano Gascon Altair e la sua nave.
“Uhm, la Corallo Blu è approdata tre giorni fa, ma è ripartita quasi subito... due giorni fa direi. Strano che il vecchio malfattore non abbia fatto rifornimenti o venduto alcuna mercanzia, se non poche casse piene di tessuti di bassa qualità. Sembrava che Gascon avesse parecchio fretta di ripartire. Che canaglia! Ha detto che aveva degli affari personali a est, nessuno gli aveva creduto lì per lì: un tipo del genere non andrebbe mai dritto in acque pericolose come quelle solamniche. La guerra infuria da quelle parti! Eppure la “Corallo Blu” è ripartita subito, come quel mariuolo aveva garantito!”
Un’espressione dura si palesò sul volto del mezzelfo. Non perché non si aspettasse una cosa del genere da un uomo che aveva sempre vissuto di espedienti come Gascon, ma perché stare dalla parte dei buoni diventava un lavoro ogni giorno dannatamente più difficile.
Kail dunque domandò al locandiere se c’era qualche nave diretta a Castle Eastwatch. Improvvisò, asserendo che Stuard fosse un Cavaliere della Spada che doveva raggiungere quanto prima l’avamposto solamnico in questione e avevano dunque urgenza di trovare un’imbarcazione che potesse svolgere adeguatamente questo compito.
“Per andare a Castle Eastwatch ci vuole un permesso speciale, milord. Solo alle navi mercantili, con i rifornimenti per i cavalieri, viene concesso il permesso di attraccare ai moli presso la baia di Eastwatch: c’è il coprifuoco laggiù adesso!”
Sostenne il locandiere, squadrando dalla testa ai piedi il cavaliere, assai perplesso sulle condizioni inguardabili della sua armatura.
“Nessun’altra nave ha l’autorizzazione per approdare in quei porti solamnici. Pertanto diffidate da chi vi propone un passaggio: probabilmente desidera solo mettere le mani sui vostri soldi.”
Terminò l’oste con circospezione, mettendosi una mano sulla bocca mentre bisbigliava queste parole dal sapore profetico e definitivo.
Il mezzelfo annuì, quindi fece per accomodarsi con i suoi compagni ad un tavolo libero per ordinare la cena. Tuttavia, prima che potessero sedersi e iniziare a rifocillarsi, una voce sconosciuta richiamò la loro attenzione.
“Ahem... chiedo scusa a lor signori se ho avuto l’ardire di origliare, ma forse c’è qualcuno che potrebbe offrirvi un passaggio sicuro fin laggiù… se vi interessa, ovviamente.”
L’oste, che aveva ripreso a pulire le sue cianfrusaglie, guardò il mezzelfo in maniera eloquente.
Estellen, rompendo gli indugi e la tensione che si era creata, si girò verso di lui e domandò innanzitutto chi fosse.
“Ah si, chiedo scusa, che sfacciato! Mi chiamo Malcom, Milady.”
Esordì l’uomo, con un rozzo inchino.
“Il vecchio capitano Barbablù Lancome, è appena approdato con la "Nabucco" e ha ancora la stiva mezza piena di tabacco. Potrebbe decidere di aiutarvi, per il giusto compenso, si capisce.”
Concluse Malcom, conciso.
Si trattava di un uomo sulla quarantina, vestito con una calzamaglia verdastra e degli stivali neri, un panciotto rosso sotto una giacca verde, ed un cappello con piuma a tesa larga che gli copriva parte del viso. Sfoggiava, un pò troppo spesso, un sorriso sdentato che Estellen trovava oltremodo buffo. Egli confermò comunque che la nave sarebbe salpata l’indomani mattina, quindi se avessero voluto questo tipo di aiuto, avrebbero dovuto sbrigarsi a chiederlo. Fece poi un passo indietro, si inchinò di nuovo davanti ad Estellen e poi uscì dalla locanda.
Perplesso, il gruppo finalmente poté tornare alla propria cena.
Si rivelò essere il pasto migliore dopo settimane: il pesce era squisito e le patate speziate davvero gustose. Inoltre la birra era di prima qualità e tutti, soprattutto il nano, ne approfittarono per scolarsene almeno una pinta.
Durante la cena, avvenne un unico fatto strano. Verso metà della serata, un gruppo di avventori entrò nella locanda, ma l’ultimo della fila, notando che loro erano seduti ad uno dei tavoli, si ritirò velocemente nell’ombra e sparì nella notte velata dalla nebbia. Nessuno aveva notato quel movimento. Nessuno tranne Kail, che non ritenne però opportuno approfondire l’argomento e mettere in agitazione i suoi compagni. Il mezzelfo piuttosto richiamò l’oste con la scusa di saldare il conto e chiese informazioni su quel Malcom.
L’oste gli rivelò che egli era un nostromo davvero valido e che era realmente il secondo del capitano Lancome. Tuttavia li mise in guardia che questo capitano era un uomo davvero spregevole e che non avrebbero dovuto fidarsi delle sue parole. Fu categorico a riguardo.
Prendendo via via un pò di confidenza, egli poi domandò se Stuard fosse stato davvero un giovane cavaliere di Solamnia. Quando il rampollo degli Uth Breannar annuì, gli chiese se allora poteva fare una cosa per lui. Ovviamente Stuard annuì di nuovo. L’oste gli parlò dunque di suo figlio Eugene, scudiero di Sir Brandon e del suo desiderio di sapere come si trovasse a servire presso i cavalieri di Solamnia a "Castle Eastwatch", nella speranza un giorno di entrare nell'Ordine e di sottoporsi al "Giuramento". Ovviamente Stuard acconsentì di riportare queste parole al giovane Eugene e di sincerarsi personalmente sul suo stato di salute e della sua carriera, qualora avessero trovato un modo per recarsi fin laggiù. Per sdebitarsi, l’oste offrì la cena a lui e ai suoi amici e promise di fornire anche alloggio gratuito per quella notte, qualora fosse a loro servito. Quindi li lasciò soli a fare le loro valutazioni.
Alla fine, nonostante le ripetute avvertenze dell’oste, che alla fine appresero si chiamasse Brady, decisero di approfondire questa opportunità offerta dal misterioso Malcom. In fondo, questo Barbablù Lancome, non poteva certo essere peggio del vecchio Gascon Altair!