Il troll si agitava e mugugnava, tenuto a bada solamente dalla torcia di Kail. Il mezzelfo cercava di spingerlo indietro, incalzandolo e sventagliandogliela davanti, nella speranza che la sua luce lo facesse desistere dai propositi omicidi che gli leggeva chiaramente nei piccoli occhi giallastri.
Lo scout continuava a lamentarsi con i suoi amici di aver mandato all’aria il suo piano da “mordi e fuggi” e che probabilmente ora sarebbe stato estremamente difficile cavarsi d’impaccio. La situazione infatti si era assai complicata e sarebbe di molto peggiorata se i troll intorno a loro, invisibili ma certamente presenti sulle pareti, avessero deciso di riprendere a bersagliarli con i sassi e e con le pietre. Fortunatamente e per motivi ancora sconosciuti, essi sembravano essersi chetati, anche se la compagnia li sentiva chiaramente sciamare intorno a loro. Tuttavia, quello non era il momento per le rimostranze o per le polemiche: bisognava trovare delle soluzioni o sarebbero probabilmente tutti morti.
Messo alle strette, Stuard pensò di utilizzare il fuoco come arma da ultima spiaggia contro quel mostro immortale. La luce gli dava certamente fastidio, ma forse anche il fuoco poteva nuocergli. Soprattutto vedendo il modo in cui si ritraeva quando Kail avvicinava troppo la torcia al suo goffo e sgraziato corpo grigiastro. Decise dunque di utilizzare tutte le ampolle di olio che aveva nello zaino, per permettere poi all’amico mezzelfo di bruciarlo vivo e verificare se la sua strategia fosse giusta oppure sbagliata.
Estellen provò a convincere i suoi amici di preferire una tattica più prudente, come quella di creare un piccolo fuoco di sbarramento che impedisse al troll di superare un muro fatto di fiamma, ma la minaccia dei suoi simili sulle pareti e il poco olio a disposizione, fecero desistere la fanciulla dal perorare insistentemente la sua soluzione.
Il cavaliere decise dunque di seguire il suo istinto: stappò le ampolle e le gettò tosto sul troll. Purtroppo i suoi lanci non furono precisi come aveva sperato, ma l’olio aveva comunque bagnato la creatura in più punti e dunque Kail poteva portare a termine la strategia dell’amico. Il mezzelfo prese quindi la rincorsa e scagliò con forza la torcia, centrando il bersaglio grosso del mostro. Egli guardò dapprima con curiosità le piccole fiammelle bluastre che iniziavano a prendere vita sui suoi arti sproporzionati, come se non stesse capendo bene cosa stava succedendo. Poi però una smorfia di puro terrore e stupore gli deturpò il volto e iniziò a contorcersi e a sbattere violentemente le parti incendiate sulle pareti, nel vano tentativo di arrestare la propria combustione.
Nessuno poteva affermare con certezza che il fuoco rappresentasse un’arma vincente contro i troll, poiché le fiamme non erano riuscite a divampare completamente fino al punto di espandersi e ad avvolgerlo del tutto. Tuttavia, esistevano molte possibilità che l’intuizione avuta da Stuard potesse essere valida. Inoltre Estellen, preoccupata oltremodo per i suoi amici, invocò quasi contemporaneamente l’aiuto di Paladine affinché un sonno pesante si abbattesse sul troll, prima di poterlo scoprire. La creatura, bruciacchiata in più punti, ma ben lontano dall’essere carbonizzata, ondeggiò per qualche secondo e poi rovinò a terra, priva di sensi.
Sfruttando quell’occasione, Kail ordinò a tutti di correre via, senza più voltarsi indietro: la via d’uscita doveva essere molto vicina, così come l’alba, secondo i suoi calcoli. Se avessero avuto fortuna, sarebbero stati fuori da quell’incubo molto presto.
Iniziò dunque una folle corsa contro il tempo: nessuno sapeva quanto mancasse alla salvezza, ma tutti pregarono gli dei che il mezzelfo avesse ragione. Purtroppo però, una volta che ripresero a correre, anche le pietre tornarono a cadere a grappoli dall’alto. In particolare una di esse, di media grandezza, frombolando a meno di un metro dalla portavoce di Paladine, si frantumò in mille pezzi, colpendola con dei frammenti appuntiti su una gamba. I pezzi di roccia tagliente furono sparati su di lei come dardi di una balestra. Estellen gridò e cadde di nuovo a terra.
Kail urlò a Theros e a Flint di smettere di correre, ma di continuare ad andare avanti verso l’uscita camminando a passo veloce. In qualche modo lo scout ccomprese che il rumore dei passi pesanti e veloci sul terreno permettevano ai troll di identificare la loro posizione. Forse il loro udito funzionava come quello dei pipistrelli, chi poteva saperlo?
Quindi il mezzelfo attese che Stuard si fermasse a soccorrere la sua amica. Quando il cavaliere comprese che Estellen non avrebbe potuto nemmeno poggiare il piede per terra nel suo attuale stato, la sollevò di peso e, con lei in braccio, riprese a camminare stoicamente. Kail attese che il cavaliere lo superasse prima di chiudere la fila, ma quando vide il troll che aveva visto cadere riavvicinarsi minaccioso, comprese che doveva fare qualcosa o questa volta lui e i suoi amici non ce l’avrebbero di certo fatta.
Era la prima volta che vedeva qualcuno o qualcosa riprendersi così velocemente dal potere di Estellen!
Pertanto diede fuoco ad alcune frecce e le scagliò contro la creatura. I dardi andarono tutti a segno, ma questa volta il troll sembrava furibondo più che spaventato e notando che il fuoco non riusciva più ad attecchire come prima e che non ce la faceva a rallentarlo di molto, Kail ordinò a tutti di riprendere a correre. Dovevano solo sperare che l’uscita fosse vicina, oppure avrebbero dovuto scegliere quale morte preferire: a causa delle pietre o per via del troll!
Il mezzelfo impiegò solo pochi secondi ad affiancare Theros in cima alla fila e, dopo l’ennesima curva e l’ennesima gola, scorse finalmente insieme a lui una luce in fondo al passaggio: l’uscita era finalmente a pochi passi da tutti!
Tuttavia il troll non demordeva.
Theros ce l’avrebbe comunque fatta a raggiungere la salvezza, così come Stuard ed Estellen, ma Flint molto probabilmente sarebbe stato agguantato prima dal mostro. Le sue gambe corte, ancora una volta, gli sarebbero state fatali. Kail sospirò, gridò a Stuard di portare in salvo Estellen e poi tornò indietro, frapponendosi tra il Troll e il vecchio nano arrancante. Flint si teneva il braccio sinistro, mentre disperatamente cercava di tenere il passo dei suoi amici.
Kail impegnò come poteva l’avversario, con la lama di Silvanos che fischiava intorno al corpo coriaceo e grigiastro del troll. Tuttavia nemmeno la famosa lama incantata del signore degli elfi riusciva a rallentarlo più di tanto. Nonostante le ferite profonde, la creatura continuava a colpire, ed il mezzelfo a schivare, come avvinti in una tetra danza mortale. Kail non faceva in tempo a farlo sanguinare, che subito le ferite si richiudevano sul corpo del mostro.
Quando una luce intensa e totale si abbattè sull’intero budello di roccia, terra e mostri, stordendo il troll ed illuminando a giorno le pareti della caverna, il mezzelfo comprese di non avere più scampo. Generosamente, Estellen aveva provato a salvarlo, sfilandosi il guanto e cospargendo di luce divina tutta l’area, ma non aveva fatto i conti con le conseguenze che si sarebbero generate dall’uso massiccio del suo potere su queste creature così sensibili alla luce. Infatti, delle decine, forse centinaia, di troll appese alle pareti, alcune di esse, abbagliate dal mistico potere di Lindaara, persero la presa e caddero giù. Sarebbe stata una caduta mortale per chiunque, ma esse si tirarono su quasi subito con un suono raccapricciante di ossa che si rinsaldavano e si unirono tosto al loro fratello, affiancandolo nella già impari lotta contro il mezzelfo. Così, per cercare di aiutare il suo amico, Estellen l’aveva probabilmente condannato a morte.
Prima che Kail venisse sommerso dai troll, egli riuscì a voltarsi fugacemente in direzione di Stuard e a sussurrargli di non pensare a lui, ma di andare subito via di lì, di mettersi in salvo. Il suo ultimo pensiero era andato come sempre ai suoi amici. Poi il buio lo avvolse e con un grido disperato, Estellen allungò le mani verso di lui, mentre il cavaliere finalmente la trascinava sanguinante fuori da quell'incubo e verso la luce.