L’aria era piuttosto pesante attorno a Berem, l’uomo dalla gemma verde.
Era come se quella persona così strana avesse la capacità di creare dissapori con la sua sola presenza. Pertanto Kail suggerì ai suoi nuovi compagni di tornare nelle loro stanze e lì parlare con più calma e meno nervosismo.
Estellen accettò di buon grado e, sotto lo sguardo attento di Stuard, fece strada verso la loro camera. Come si chiusero la porta alle spalle tutti e tre rifiatarono e decisero di rispondere alle domande reciproche che fremevano per venir fuori.
Iniziò Kail, raccontando di Estellen, della bimba che appena nata accompagnò al maniero Uth Breannar quasi diciassette anni prima. Le rivelò le circostanze stranissime della sua nascita, di come Astarte l’aveva trovata avvolta in un panno con lo stemma Uth Breannar, nell’antico tempio di Paladine sottostante il suo maniero.
Estellen aveva le guance rigate dalle lacrime man mano che Kail raccontava quella storia e di come Astarte l’avesse chiamata: “Erstellen”: creazione. Un dono divino dunque, all’apparenza venuta alla luce solo per volere di Paladine. Inoltre, anticipando la successiva possibile domanda da parte dei due compagni, aggiunse che aveva accettato subito la loro proposta perché aveva delle forti motivazioni personali per andare a Silvanesti. Motivazioni legate alla sua famiglia.
Insomma i tre si chiarirono e Stuard si ritenne soddisfatto delle risposte del mezzelfo, il quale domandò di rimando al cavaliere di mostragli la sua spada. Egli la riconobbe subito: quella era la famosa lama di Anteus! Un'arma che non era stata mai sguainata. Soddisfatto, non ebbe altre curiosità e quindi tacque. Così come fecero Stuard ed Estellen: per adesso andava bene così. Altri argomenti sarebbero stati trattati in seguito.
Proprio in quel momento Maquesta bussò alla porta riferendo che la Perechon stava per salpare. La capitana volle anche parlare con Kail sulla rotta da stabilire, perché esistevano due possibili percorsi: uno più corto ma più rischioso e uno più lungo ma relativamente più sicuro. Così il gruppo seguì Maquesta nella cabina del capitano e con lei decisero la rotta da prendere.
La nerboruta capitana volle sapere prima di tutto se i tre erano sicuri di intraprendere un viaggio così lungo e difficile e quando apprese che non avevano scelta, optò per una linea cauta: avrebbero circumnavigato l’isola di Schallsea nei primi tre giorni e nei successivi quattro si sarebbero gettati a capofitto nel New Sea, dove avrebbero raggiunto le coste del Blodhelm in altri quattro o cinque giorni. Ed in effetti così fece.
La Perechon dimostrò a tutti che la sua fama era guadagnata: nave piccola ma veloce, aggirò in meno di tre giorni l’isola di Schallsea. Tuttavia per Estellen non fu affatto un viaggio facile: poco abituata al mare, la giovane ebbe parecchi fastidi dal mare grosso e dalla fredda aria serale. Tuttavia tutta quell’acqua davanti a lei le pareva comunque uno spettacolo meraviglioso. Un luogo dove Paladine poteva dimorare. Soprattutto quando Solinari e Lunitari furono alte in cielo, ed illuminavano con la loro luce l’orizzonte davanti alla nave.
Stuard non mollava la sua amica nemmeno per un minuto e quando lei ebbe un incubo terribile, non sapeva se svegliarla o attendere che si riprendesse da sola. Infatti Estellen sognò di camminare sulle acque, su di un mare come pareva quello che stavano attraversando sulla Perechon. Finché una forte brezza si levò da nord, mentre un turbinio di acque cominciavano a sollevarsi dal pelo del mare. Un rumore assordante riempiva ogni cosa, come mille tamburi da guerra e all’improvviso qualcosa di mastodontico si levò da sotto la superficie.
Si trattava di una città! Una città sottomarina, che si sollevava dalle acque e prendeva il volo!
Sopra di essa sciamavano creature orribili: umani in armature nere spaventose, esseri antropomorfi mezzo rettili e mezzo umani, goblin che saltellavano da ogni parte e, appollaiati sulle guglie dei castelli, alcuni draghi colorati! Esseri leggendari, terribili e spaventosi!
Estellen si svegliò di soprassalto. Il suo medaglione vibrava per metterla in allerta. Subito si appoggiò a Stuard e volle recarsi immediatamente sopra coperta: stava per succedere qualcosa di terribile!
Estellen spiegò a Maquesta che aveva avuto una visione e che stava per succedere un disastro se lei non fosse stata lì sul ponte. Come a fare da eco alle sue profetiche parole, un vento fortissimo si levò da nord est e la Perechon fu immediatamente risucchiata verso un gorgo che pian piano si stava formando sotto gli occhi attoniti dei marinai e dei nostri eroi.
Estellen cercò disperatamente di mettere a fuoco i dettagli della sua visione e capì che la nave stava finendo proprio dentro al maelstrom e che se non avesse immediatamente virato, tutti sarebbero morti. Gridò ai suoi amici quello che andava fatto e Kail, che era il più veloce di tutti, andò immediatamente al timone e scoprì che Berem era proprio il timoniere della Perechon!
Il mezzelfo gli spiegò la situazione e insieme provarono a far leva sul timone, ma inutilmente: la potenza del mare era al di sopra delle sue capacità fisiche. Fortunatamente, la forza di Stuard e la volontà di Estellen, alla fine riuscirono nell’impresa. La Perechon virò verso destra appena poche decine di metri dal bordo esterno dell’enorme gorgo! Qualcosa di immenso uscì poi dalla voragine d’acqua, ma nessuno capì bene cosa fosse se non che era grande come una città.
Tuttavia Estellen sapeva bene di cosa si trattasse, ma non fu prodiga di dettagli per non allarmare troppo i marinai e i suoi increduli amici.
Quando il mare tornò ad esser e una tavola e il sole a splendere, Maquesta chiese spiegazioni sulla manovra che li aveva portati fuori rotta. Le parole di Estellen non la convinsero molto, anche perché la capitana sosteneva che Berem era un portafortuna naturale per quella nave. Da quando l’aveva infatti assunto come timoniere, la Perechon non aveva subito nemmeno una battuta d’arresto.
Estellen però era sicura di quello che diceva: o si faceva così o si moriva. La capitana non ebbe tempo di obiettare ulteriormente però, perché un mozzo aveva appena avvistato una nave apparentemente alla deriva.
Questa nave batteva bandiera di Mithas, il che non prometteva niente di buono.
In balia dei flutti.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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