Nelle ore che lentamente passarono, aspettando che Stuard si destasse, Flint preparò una robusta gruccia per aiutare il cavaliere a sostenere il proprio peso. Quindi, nel tardo pomeriggio, grazie all’aiuto di Theros e al dono del nano, il rampollo degli Uth Breannar era riuscito finalmente a rimettersi in piedi.
Il gruppo uscì dal tempio e seguì Flint fino a raggiungere una zona piena di ruderi e macerie, non troppo distante da lì. Il nano mostrò come i resti delle antiche costruzioni, di cui adesso erano rimaste che poche pietre sparse qua e la, erano piene di incisioni e rune: l’antica lingua dei nani!
Egli spiegò che una volta, alcuni artigiani, la cui maestria rivaleggiava con quella di Reorx stesso, erano in grado di imprimere in queste rune, in queste antiche parole sacre, un potere incantato. I nani infatti erano particolarmente resistenti alla magia e per natura decisamente non portati per essa. Tuttavia Reorx donò ad alcuni di essi la capacità assai rara di saper imbrigliare la magia in oggetti costruiti, forgiati dalle loro mani capaci. Certo, di quell’antica sapienza oggi non era rimasto che il mito, ma ogni nano, di montagna o di collina che fosse, conosceva questa storia. Con la grande scissione del regno nanico, tutto quel sapere e i pochi che erano in grado di padroneggiarlo, scomparve, lasciando i nani orfani del dono di Reorx. La cosa incredibile era che in questa zona c’erano tracce inconfondibili della presenza di queste rune e quindi dell’antico sapere e inoltre che esse erano state condivise con gli umani!
Nani e solamnici insieme, in una città pensata per onorare i loro dei e i doni che essi avevano dedicato ai loro figli. Secondo Flint questa era una cosa stupefacente, ed il fatto che nessuno ne sapesse nulla, nemmeno i più sapienti, avrebbe potuto rievocare oggi almeno un'eco di quell’antica amicizia che esisteva tra questi due popoli. Se fossero stati sufficientemente fortunati da portare le prove di un simile incredibile sincretismo tra queste due culture, sarebbe stato perlomeno possibile riaprire il discorso con re Duncan di un loro intervento diretto nella guerra incombente. Infatti i nani erano cocciuti, ma non sleali con i loro alleati o i loro amici. Perlomeno questo valeva per la grande maggioranza dei clan sotto la montagna.
Flint sfiorò diverse volte quei segni strani sulle pietre mentre camminava attento, finché condusse i suoi amici nei pressi di un piccolo tumulo, una specie di bassa grotta, ricoperta completamente di erba e sterpaglie di ogni genere. Questa bassa e stretta caverna, apriva su un passaggio sotterraneo. Bisbigliando, il vecchio nano avvertì il gruppo che ciò che stavano vedendo adesso, non aveva nulla a che fare con il tempio originale, sicuramente maestoso, che sorgeva proprio qui, in questo largo spiazzo e oggi completamente ricoperto dalla natura incontaminata. Esso doveva essere sprofondato verso il basso a causa dei profondi smottamenti che, probabilmente a causa del cataclisma, avevano letteralmente staccato l’isola dal continente,
causando sconvolgimenti geomorfici inenarrabili.
Questo era il motivo per cui Flint aveva preferito attendere di decidere di gruppo se fosse stato il caso inoltrarsi lungo lo stretto e buio passaggio: poteva diventare pericoloso scendere laggiù e la massima priorità doveva essere data alla loro missione originale, quella relativa alla forgiatura della Dragonlance. Avendo solleticato la curiosità di tutti ormai, Kail annuì in direzione del nano, che accese una torcia e iniziò a scendere dabbasso in un silenzio assorto.
Tutti avvertirono un’umidità quasi innaturale e per Stuard non fu affatto semplice rimanere in piedi sulla scivolosa e ripida pavimentazione rocciosa. Il budello scendeva erto per diverse decine di metri e tutti poterono riscontrare la veridicità delle parole del nano lungo il percorso. Numerosi crolli costellavano l’area e parecchie fratture potevano notarsi nelle scoscese pareti circostanti. Era un miracolo che questo passaggio fosse rimasto intatto, pur essendo stato sollecitato da ripetuti e fortissimi movimenti tellurici.
Con estrema difficoltà, i nostri eroi arrivarono infine a quella che sembrava più un’ampia grotta sotterranea che una sala di un tempio antico.
Flint capì di essere arrivato a destinazione da due elementi distintivi: il primo rappresentato da due robuste colonne di granito, che svettavano verso un soffitto che ormai non esisteva più perché inglobato da secoli nella nuda roccia sgocciolante. Il secondo da degli opachi e scrostati segni sulle due colonne, che egli ispezionò con estrema attenzione.
“Queste sono rune antiche, molto antiche. Esse parlano dei tempi andati, di quando gli uomini camminavano solo da pochi secoli su questa terra e i nani li avevano presi sotto la loro protezione. Non tutti gli uomini, certo, solo quelli dotati di uno spirito forte, ardito… almeno secondo queste scritture.”
Sussurrò Flint estasiato.
Il vecchio nano si tolse lo zaino e iniziò a prendere appunti, a disegnare mappe e a riportare su carta tutto ciò che riusciva a interpretare di quelle scritte. Impiegò un po’ di tempo a catalogare quel materiale, ma sostenne che quel tempo si sarebbe rivelato ben impegnato, il giorno in cui Duncan avesse esaminato i suoi scritti.
Nel frattempo che Flint rivolgeva le sue attenzioni al suo lavoro di ricostruzione dei segreti nascosti di quella caverna, una nuova meraviglia si stava per rivelare agli occhi dei nostri eroi. Infatti Stuard percepì il rumore dello sciabordio dell’acqua poco distante e nonostante tutti i suoi amici gli avessero fatto notare che ciò era impossibile, egli insisteva di sapere bene cosa aveva udito e convinse Kail ad andare a controllare. Così, il mezzelfo si allontanò di qualche decina di metri, inerpicandosi sulle numerose frane che riempivano per intero quest’area sotterranea, finché, con suo sommo stupore, sbucò in una specie di ampia grotta, dalla quale in effetti proveniva un’inconfondibile rumore di acqua corrente.
Quando entrò nella spelonca, scoprì due cose incredibili: la prima fu che essa era solo in parte naturale, poiché spiccavano ben visibili i segni dell’operato dei nani sulle pareti e su alcune colonne all’apparenza ancora molto solide. La seconda, fu che in effetti un’immensa polla d’acqua ricopriva per intero la grotta stessa e che da sotto la superficie di questa specie di lago sotterraneo saliva su un riverbero di luce verde che lasciò senza parole il mezzelfo.
Quando il resto del gruppo lo raggiunse e condivise con lui quell’esperienza, la curiosità di capire cosa fosse quello strano bagliore subacqueo, si diffuse come un’epidemia. Più che altro perché non doveva essere nulla di pericoloso, almeno secondo la spada incantata di Stuard. Kail si offrì dunque per andare a controllare di persona e nessuno si oppose alla sua decisione.
Pertanto il mezzelfo si spogliò di armatura e vestiti e si tuffò nell’acqua gelida, scoprendo che si trattava di acqua salata, quindi di acqua marina. Il bagliore smeraldino garantiva a Kail una buona visibilità sott’acqua e grande fu lo stupore quando si accorse che sotto, in profondità, c’era una vera e propria “città nanica”, piena di statue, fucine e altre meraviglie dei tempi andati. Tuttavia la vera meraviglia era stata impressa sulle pareti: il riverbero verdastro infatti scaturiva da strani simboli, simili a bassorilievi, che, seppur sconosciuti al mezzelfo, lasciavano percepire il loro potere fin troppo bene!
Istintivamente, il mezzelfo decise dunque di avvicinarsi ad alcuni di essi e di tendere una mano per sfiorarli, ma il medaglione che portava al collo non fu molto d’accordo con questa sua decisione e, all’ultimo momento, il mezzelfo decise di ritrarre saggiamente la mano.
Prima di risalire, Kail focalizzò nella sua mente due di questi segni e quando tornò in superficie, poté dunque mostrarli al nano, che alla fine li aveva raggiunti sul posto. Flint non riusciva a crederci: quelle che Kail aveva disegnato erano antiche rune di potere. In particolare quella della forza e della volontà e se fosse stato vero che le aveva viste insieme a molte altre, voleva significare che quello era un tempio runico di un maestro forgiatore! Una scoperta davvero rivoluzionaria e di importanza capitale per il popolo nanico!
Quel riverbero, spiegò Flint, rappresentava l’energia magica che quelle rune generavano! Esse erano state attivate per scopi ignoti, magari proteggere il tempio o qualcos’altro nascosto laggiù, chi poteva saperlo? Ciò che davvero importava era che quel luogo esisteva e si era salvato dalla furia del “Cataclisma” e che quell’antico potere era stato condiviso con i cavalieri di Vinas Solamnus, dettaglio ancor più sorprendente e sconvolgente secondo il vecchio nano.
Adesso non era certo il momento giusto per esplorare gli abissi di questo tempio, ma magari offrire supporto ai nani in tal senso, che tutti sapevano fin troppo bene non amassero l’acqua, poteva rivelarsi una soluzione importante, forse decisiva per riavvicinarli al popolo della gente alta. Mentre Kail si rivestiva e si asciugava, tutti si mostrarono d’accordo nel seguire questa strategia e raggiungere Thorbadin quanto prima per esporla direttamente a re Duncan.
Ora però dovevano andare alle pietre miliari scoperte da Theros e concentrarsi sulla loro missione principale senza altre esitazioni: il tempo stringeva davvero e loro avevano ancora molte cose da fare su quell’isola.
Il tempio runico.
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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