Una volta atterrati sulla strana piattaforma, i nostri eroi attesero qualche secondo prima di rendersi conto che Paladine li aveva davvero benedetti e protetti quella volta e che quindi potevano scendere dal dirigibile tutti interi. Gnosh III dovette richiamarli fuori tre volte prima di essere accontento e col passare dei minuti, un gran numero di gnomi li avevano raggiunti, alla fine circondandoli. Curiosi, essi facevano capolino per osservare “la gente alta”, invitata nella loro casa da Gnosh III a loro insaputa. Quando anche uno sconvolto Flint riuscì a mettere un piede fuori dal veicolo, ormai si era creato un siparietto attorno al gruppo.
Fintanto che il dignitario gnomo spiegava ai suoi simili i motivi per cui così tanti stranieri si trovassero al monte “Nonimporta”, i nostri eroi, Theros e il nano, poterono osservare dall’alto alcune delle incredibili curiosità della maggiore comunità "gnomesca" esistente su Krynn. Intanto realizzarono che l’interno del vulcano aveva un diametro di circa cento metri e da quello che riuscirono a notare in prima battuta, le strutture principali sembravano esser state costruite sulla metà della circonferenza dove adesso si trovavano loro.
Dall’altra parte, ma molto più in basso, si intravedeva un’ombra scura, piuttosto grande, che pareva fluttuare nel nulla. Era molto tardi, per cui si vedeva poco e nemmeno la vista notturna del mezzelfo aiutò molto a distinguere cosa fosse quella struttura levitante. Tuttavia, c’era un po' di luce attorno alle pareti e quindi non si brancolava completamente nel buio.
Più tardi scoprirono che queste flebili fonti di luce scaturivano da una seri di strani “specchi”, che riuscivano a modulare la luce del sole accumulata durante il giorno. Altri due dettagli importanti che tutti notarono furono che c’era un continuo, roboante rumore che sembrava salire dal basso e delle violente zaffate di aria fresca che parevano anch’esse essere pompate dal fondo verso l’alto da dei potenti ventilatori automatizzati. Strabiliati da queste prime impressioni sul loro eccentrico ma affascinante universo, i nostri eroi tornarono con fatica alla realtà quando Gnosh li richiamò ad uno strano meccanismo posto alla fine della piattaforma.
Rumori meccanici continui, rappresentavano l’unica costante in questo posto incredibile, pieno di meraviglie tecnologiche.
Estellen, che con i suoi amici era stata catturata da queste meraviglie, non si rese conto che tutti i curiosi erano improvvisamente spariti dalla piattaforma e domandò all’ormai insofferente gnomo dove fossero finiti. Quando Gnosh indicò distrattamente con il pollice il macchinario, la giovane portavoce di Paladine non sapeva come ben interpretare quell’informazione. Sospirando affranto, Gnosh attivò il congegno, che fece arrivare al loro piano quella che pareva una gabbia di metallo, che saliva e scendeva lungo la parete di roccia. Quando il cubo di ferro si fermò e si assestò con uno stridio metallico, egli entrò dentro e attese pazientemente che i suoi ospiti facessero altrettanto. Poi il dignitario attivò una leva, e lo strano abitacolo iniziò a scendere, per i nostri eroi cominciò un vero e proprio tour spettacolare.
Man mano che la gabbia andava giù infatti, i loro strabiliati occhi scorsero delle vere e proprie isole sporgenti, attaccate in qualche modo a loro sconosciuto alla parete di roccia, ciascuna denominata con una voce diversa: “Ingegneria Botanica”, “Ingegneria Meccanica”, “Ingegneria Genetica”. Queste erano solo alcune di queste voci, ma tutte rappresentavano il genio degli gnomi, la cui intera vita era dedicata allo sviluppo e alla progettazione di invenzioni, spesso pensate per non aver necessariamente alcuna applicazione pratica, ma al solo fine di realizzare la loro natura, curiosa e progressista.
Flint osservò le loro fantastiche creazioni non senza una punta di invidia nei confronti dei suoi antichi cugini e realizzò che se gli gnomi avessero avuto un pizzico, solo uno, della grettezza dei nani, sarebbero stati certamente la razza dominante sul pianeta. Tuttavia e per fortuna, le loro invenzioni non erano mai orientate al profitto, ma solo allo sviluppo tecnologico fine a sé stesso, che abbracciava tutto lo scibile. Tutto, senza alcuna eccezione. C’era perfino un’isola dedicata allo studio “dell’ingegneria medica” o di quella “edile”.
Gnosh rivelò, ad una delle poche domande che gli sottoposero i nostri eroi, che tutti gli gnomi, maschi e femmine, vivevano per quello scopo. Perfino i bambini venivano da subito inseriti in isole che si occupavano di “Ingegneria sociale”, dove gli esperti valutavano quale specifica vocazione avessero le future, nuove, geniali leve, della loro eccentrica razza. Morso dalla curiosità, Stuard chiese se gli gnomi avessero sviluppato una sezione dedicata "all’ingegneria bellica", ma Gnosh fece spallucce, rispondendo che tutto ciò a cui i loro lavori erano indirizzati, era finalizzato alla “costruzione” e non alla “distruzione”. Che senso aveva ideare dei macchinari sempre più perfezionati, che avessero come scopo l’annichilimento totale della vita sul pianeta? Stuard sorrise e annuì, mentre finalmente il montacarichi, che nessuno per fortuna domandò come era stato veramente denominato dagli gnomi, si fermò al piano che interessava loro.
Kail notò subito che quell’isola era l’ultima disponibile, delle ventisette che aveva contato mentre scendevano dabbasso. Sporgendosi, notò che la struttura non era però affatto terminata con essa, anzi, vantava di molti altri strabilianti dettagli che potevano vedersi già ad occhio nudo. Intanto notò che questa piattaforma era molto più grande delle altre isole soprastanti, ed aveva l’aspetto di un elaborato alveare.
Gnosh spiegò che ogni “cubicolo” dell’alveare, della grandezza di circa tre metri per due, serviva agli gnomi per riposare dal lavoro e, se proprio fosse stato indispensabile, per consumare i propri pasti quotidiani. Tuttavia, sottolineò subito, che per gli gnomi, dormire e mangiare al “cubicolo”, era uno spreco di tempo. Tempo che poteva essere dedicato al lavoro, alle invenzioni. Pertanto, la maggior parte di loro lesinava e riposava direttamente all’isola cui erano stati assegnati. Era anche ovvio però che loro, appartenenti alla “gente alta”, non erano certamente gnomi e non erano mossi dalle loro motivazioni. Quindi aveva chiesto ed ottenuto il permesso di assegnargli dei "cubicoli" per riposare. Inoltre, avrebbe portato del cibo per rinfrancarli un po' e all’alba del giorno dopo, li avrebbe personalmente scortati dal “Sommo coordinatore”, che avrebbe esaminato le loro richieste e deciso se e come gli gnomi avrebbero potuto aiutare Estellen e Theros a compiere la loro sacra missione al Tempio di Mishakal.
I cinque avventurieri presero dunque posto ciascuno nel proprio "cubicolo" e attesero che lo gnomo portasse qualcosa da mangiare prima di coricarsi. Flint scoprì, storcendo un po' la bocca, che i suoi lontani cugini erano vegetariani e quando gli offrirono soltanto una grande quantità di ortaggi, quasi non toccò cibo. Kail si meravigliò di quelle verdure coltivate dentro un vulcano, così lontano dalla terra fertile, dalle piogge e dal sole, ma sapeva bene che l’ingegno degli gnomi avrebbe potuto tranquillamente sopperire a quelle mancanze, costruendo delle invenzioni, delle macchine specifiche, che potevano di certo compensarle.
Quando però i nostri eroi provarono a distendersi sui loro spogli giacigli, degli strani sogni afferrarono da subito le loro menti, impedendo di prendere sonno. Soprattutto Estellen, percepì nel fondo di quel vulcano una presenza dormiente, potente e ineffabilmente sfuggente ad un esame sulla natura. Quando la giovane si tirò su, inquieta, recava solo una sensazione di ansia e di pericolo nel cuore. Sensazione che anche i suoi amici si trovarono a condividere largamente con lei.
Tuttavia, il gruppo decise di non andarsene in giro a curiosare, nonostante i lasciapassare che Gnosh aveva predisposto per loro. Preferirono rimanere nei loro "cubicoli" e aspettare l’alba.
Stuard pensò che si sarebbe accorto dell’arrivo del giorno dallo sciamare degli gnomi davanti al suo "cubicolo", ma non fu così. Quando l’alba giunse prepotente nel monte "Nonimporta", fu come se la luce del sole avesse davvero irrorato l’intero ambiente! Incredulo, il cavaliere uscì e osservò come gli strani e grandi specchi, posti ovunque ma non a caso sulle pareti, irradiassero di luce il vulcano spento, illuminando così a giorno l’intera struttura.
Quando poi il giovane guerriero si voltò ed osservò meglio l’isola dove si trovava, rimase ancor più sbalordito nel notare una struttura che pareva davvero un alveare, percorribile, in alto e in basso, attraverso delle piccole pedane di metallo che salivano e scendevano e che lasciarono a bocca aperta il cavaliere. Tuttavia, Kail ed Estellen, quando lo richiamarono, gli mostrarono qualcosa di ancora più incredibile.
Dalla parte opposta della piattaforma, sorgeva infatti un’altra isola, (l'ampia ombra sospesa nel nulla che avevano intravisto al loro arrivo) ma fluttuante, poiché non era agganciata alla parete di roccia in alcun modo! Kail aveva pensato alla magia, ma quando Estellen gli fece notare dei violenti getti di gas che sgorgavano da sotto il vulcano e venivano incanalati all’interno dei cilindri di metallo e che a loro volta sembravano sorreggere tutta l'isola, si dovette ricredere. Era un’altra assurda invenzione degli gnomi, che parevano essere fonte di inesauribile meraviglia!
Estellen si domandò inoltre se avessero dovuto svegliare Theros e Flint, ma quando Gnosh arrivò da loro, decise di lasciarli riposare un altro po'. La loro missione era appena iniziata e lei non sapeva proprio quando si sarebbero potuti permettere un nuovo momento di pace e di riposo.
Il dignitario si avvicinò dunque a un pannello meccanico poco distante e attivò un pulsante che spiccava sul congegno. Poi iniziò a parlare dentro una specie di grata metallica, spiegando chi fosse e perché richiedesse di andare sull’isola fluttuante. Dall’altra parte, una voce veloce ed incomprensibile come la sua, gli rispose che le sue credenziali erano a posto e i motivi della visita accettati. Pertanto, aveva il permesso di procedere.
Un rumore di pistoni e uno stridio metallico, dispiegò dall’isola fluttuante, che Gnosh denominò “ilcentrodicontrolloingegneristicoprincipale”, un tappeto di lastre metalliche, tenute insieme da una qualche forza o meccanismo sconosciuti, che, come nel gioco chiamato “domino”, presero a formare uno stretto e lungo ponte tra le due sezioni. Gnosh trotterellò sopra il passaggio di metallo con la consueta sicurezza, seguito dai nostri eroi, a dire il vero molto meno sicuri di lui.
Mentre passavano, ed erano sospesi nel nulla, Kail diede un’occhiata di sotto e scoprì che nei piani bassi del vulcano c’era un’attività ancor più fremente che in quelli alti. Un intricato dedalo di rotaie riempivano infatti gran parte della superficie sotto il loro livello e terminavano tutte nella parte più bassa del vulcano, dove si notavano un'infinità di scavi e fori nelle pareti di roccia circostanti. Seguendo con gli occhi le rotaie, il mezzelfo notò che esse partivano da dei grossi buchi nel muro, adiacenti l’alveare. Sulle rotaie sciamavano poi dei piccoli vani di metallo automatizzati, che scendevano e salivano di continuo, portando materie prime, che evidentemente gli gnomi utilizzavano per costruire le loro invenzioni.
Inoltre, il mezzelfo notò alcuni singolari veicoli metallici, dotati, come fossero immensi rinoceronti di ferro, di una punta vorticante, che probabilmente serviva a perforare la roccia come burro, creando vie invisibili verso giacimenti non ancora scoperti.
Una strana e pericolosa idea cominciò a quel punto a punzecchiargli il cervello.
Tuttavia, giunti dall’altra parte, Kail decise di tacere per ora e seguire i suoi amici e il piccolo gnomo a colloquio con “il sommo Gluck IV”, capo della “settima ordinanza interdisciplinare” degli gnomi. Una vera autorità, qui, nel monte "Nonimporta". Egli avrebbe ascoltato le loro richieste e avrebbe trovato certamente una soluzione.
Almeno secondo Gnosh, ma nessuno dei nostri eroi, nemmeno la sempre ottimista e speranzosa Estellen, riusciva a crederci molto questa volta.
Dentro al Monte "Nonimporta".
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- Scritto da Mike Steinberg
- Categoria: Krynn
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