Mentre uno dei due paggi era andato a chiamare Lord Gunthar e l’altro a prendere spazzola e straccio per ripulire quanto Lord Alan aveva vomitato sul terreno, Stuard aveva trovato nella stanza qualcosa di davvero molto interessante. Infatti, dietro un pesante scaffale, che era stato spostato molte volte e che aveva insospettito il cavaliere, aveva notato sul muro due piastrelle di nuda pietra messe in modo davvero strano. Dopo averle controllate, scoprì che nascondevano un meccanismo per aprire un passaggio segreto, che però una volta aperto non puzzava di chiuso in maniera nauseante come gli altri che avevano trovato in precedenza. Intuì quindi che esso doveva esser stato utilizzato diverse volte nelle ultime settimane.
L’idea che Sir Geremiah fosse sempre più al centro di questa cospirazione, cominciava dunque a farsi strada nella mente del giovane guerriero.
Proprio in quel momento Uth Wistan arrivò trafelato nella sala da pranzo. Il ritrovamento di questo invisibile condotto, riuscì a giustificare ancor meglio al signore del maniero su chi erano ricaduti i sospetti, in generale di tutta questa deprecabile macchinazione e nel particolare del tentativo di omicidio del vecchio Uth Hadar. Infatti Sir Geremiah conosceva l’esistenza di alcuni passaggi segreti del maniero come suo padre, era l’unico che avrebbe potuto dare quel ciondolo a Justine per ripagare davvero i suoi servigi e infine, ma non per ordine di importanza, era stato lui a portargli la torta avvelenata e a sistemare la droga soporifera dentro il bicchiere di Estellen.
A proposito di questo ultimo punto, non erano molte le interpretazioni dei fatti alternative a questa, poiché dopo il decreto di Lord Gunthar sulla consegna dei cibi sui tavoli dei cavalieri importanti, solo Sir Geremiah, che l’aveva servito a suo padre, avrebbe potuto farlo. Infatti Stuard e Kail, che avevano mangiato le stesse cose del vecchio cavaliere, non avevano condiviso la sua stessa sfortunata sorte. Così come Estellen, che era stata drogata utilizzando il vino.
Quindi la “lingua di drago” era sicuramente nel dessert.
Restava da capire quale infinita meschinità poteva portare un figlio a desiderare la morte del proprio padre e perché.
Di sicuro Geremiah aveva disposto le cose sul tavolo affinché fosse abbastanza normale per tutti gli ospiti sistemarsi nel modo in cui lui aveva previsto. Nel modo più giusto secondo l’etichetta certo, ma non era affatto detto che le cose sarebbero andate come lui aveva pensato. Quindi doveva aver improvvisato questo piano, altrimenti avrebbe trovato il modo di uccidere il suo anziano genitore con tutta calma, ed uscendo allo scoperto molto meno rispetto a come invece era stato costretto a fare.
Dunque era successo qualcosa che aveva resa problematica la parte finale del suo ordito, forse proprio quella che avrebbe dovuto portare alla sua fuga e a quella di Justine.
Fu Estellen, che nel frattempo si era abbastanza ripresa, grazie ai sali che Lord Gunthar le aveva somministrato, a fornire una spiegazione plausibile a riguardo. Il problema era nato quando Justine aveva incontrato per caso Lord Alan nel corridoio: un imprevisto che aveva fatto perdere del tempo prezioso alla donna, perché poi erano sopraggiunti loro a complicare le cose. La dama bianca rammentava bene che qualcosa aveva turbato l’astuta governante e a questo punto capì quale fosse. Quando infatti il vecchio cavaliere le aveva riferito che suo figlio non si trovava nelle sue stanze, come evidentemente aveva sperato o si aspettava, anche lei si era trovata nelle condizioni di dover improvvisare.
Nel frattempo Sir Geremiah, sapendo del loro arrivo imminente nel corridoio degli Uth Hadar, aveva deciso nel frattempo di defilarsi e di cambiare in parte i suoi programmi. Questo per evitare spiacevoli e scomode domande sulla cena della sera prima con gli eroi di Solace, che aveva creato le condizioni per l’effrazione nelle loro stanze e di cui il vecchio cavaliere non sapeva niente, ma di cui lui conosceva invece tutti i dettagli.
Aveva magari sfruttato uno dei passaggi segreti del maniero, per nascondersi e spiarli. Di certo non poteva essere un caso infatti che ci fosse uno di quei condotti proprio dentro una delle stanze a loro dedicate e probabilmente ce ne doveva essere un altro anche dentro la stanza da letto del suo anziano padre, visto che Sir Geremiah aveva appreso in qualche modo che il vecchio avrebbe dovuto incontrarli a cena dopo appena un’ora. A quel punto aveva avvelenato il dolce e drogato il vino di Estellen, sperando che tutto andasse per il meglio.
Kail terminò il ragionamento della sua amica, dichiarando che, non potendo fare molto altro, Sir Geremiah sarebbe quindi sceso nelle stanze di Justine, sfruttando il caos generato dalla morte del padre, l’avrebbe presa con sé per poi fuggire immediatamente dal maniero. Infatti solo lui avrebbe potuto dare quel ciondolo di famiglia alla ragazza. Come avesse potuto prelevarlo dal collo di una delle due sorelle restava un mistero inspiegabile, a meno che i colpi di scena non erano ancora finiti, ma poco importava.
Staurd ammise che c’erano comunque diverse ombre nella trama di questo sanguinoso ordito. Ombre che non erano ancora chiare, come per esempio chi fosse il complice di Paul Degaulle la sera prima o chi avesse lasciato quel messaggio vicino al corpo del cadavere di Martin e perché, ma perlomeno adesso conoscevano con certezza due dei cospiratori. Probabilmente ce n’era un altro, che era stato più cauto o più fortunato degli altri due, ma almeno avevano raccolto sufficienti prove per inchiodare Geremiah e dimostrare l’innocenza del suo anziano padre.
Lord Gunthar ascoltò il racconto dei nostri eroi, ma rimandò le conclusioni generali ad un altro momento. Per adesso loro dovevano correre alle stanze di Justine, nella speranza che non fosse successo nulla alla guardia che piantonava l’area. Avrebbero dovuto prenderla in custodia, ed interrogarla con molta più decisione ed efficacia rispetto alla precedente. Quella ragazza doveva parlare, confessare quali altri complici avevano partecipato a questa cospirazione criminale! Lui invece avrebbe fatto trapelare la notizia che il capostipite di una famiglia importante come quella degli Uth Hadar era in fin di vita, a causa di un assassino che circolava liberamente per il maniero. A tale scopo le porte dello stesso sarebbero rimaste chiuse fino a nuovo ordine. Lord Gunthar sapeva che probabilmente era tardi per bloccare le entrate e le uscite e sperare così di trattenere i cospiratori, ma doveva provarci lo stesso, altrimenti, se davvero il suo amico Alan fosse morto, non se lo sarebbe mai perdonato.
I nostri eroi uscirono di corsa dalla sala da pranzo e in pochi minuti arrivarono al piano terra, dove c’erano i corridoi che ospitavano le stanze della servitù.
Per fortuna il cavaliere era ancora lì davanti alla porta, vivo e vegeto. Immediatamente Kail gli chiese se avesse visto qualcosa di strano mentre montava di guardia e il giovane cavaliere in effetti riportò che Sir Geremiah Uth Hadar era sceso dal primo piano per parlare da solo con la prigioniera. Disse che lei era la sua amante e che desiderava vederla (!). Ovviamente questo permesso non gli fu concesso, nonostante i numerosi tentativi da parte si lui di aggirare l’ordine che gli era stato impartito.
Quando Uth Hadar aveva capito che non sarebbe mai passato oltre quella porta, iniziò a parlare in maniera strana. Cominciò infatti a dire a voce un po’ troppo alta che sarebbe andato da Sir Ulther Uth Monnar perché doveva assolutamente parlare con lui, scandendo le parole sempre più ad alto volume, tanto che il cavaliere si indispettì un po’ per questo comportamento sicuramente poco educato da parte sua. Stava davvero per perdere la pazienza quando Sir Geremiah aveva preso quasi a gridare che sarebbe passato per il corridoio degli Uth Breannar, ma per fortuna poi si era fermato, lo aveva salutato, ed era tornato ai suoi affari.
Perplesso, il cavaliere domandò ai nostri eroi perché secondo loro Sir Geremiah gli aveva parlato in quel modo così sconveniente e Kail gli rispose prontamente che non era con lui che stava parlando, ma con la donna oltre quella porta. Il mezzelfo lo pregò dunque di aprire e quando si rese conto che nella stanza non c’era più nessuno, non ne rimase così sbalordito come invece il povero cavaliere della corona. Egli infatti era rimasto senza parole quando notò che la stanza era vuota. Iniziò poi col balbettare mestamente che Justine aveva parlato con lui fino a meno di mezzora prima, che l’aveva sentita spostare il letto e poi augurargli la buona notte. Era impossibile che fosse scomparsa così, nel nulla!
Stuard raggiunse immediatamente il letto, vedendo che era stato in effetti spostato di almeno mezzo metro. Dietro di esso scovò quasi subito le pietre irregolari che nascondevano il passaggio segreto dal quale evidentemente la giovane governante era fuggita. Sul tavolo Kail trovò dell’olio, segno inequivocabile che Justine teneva una lampada nella stanza, sicuramente per emergenze come quella, che l’aveva aiutata a raggiungere il punto che Sir Geremiah le aveva detto da dietro la porta.
“Ecco perché non si era opposta al confinamento nelle sue camere e al piantonamento: sapeva che quello era il posto più sicuro per lei dell’intero maniero! Perché poteva raggiungere qualunque punto che le avesse offerto una via di fuga facile e sicura…”
Riflettè a voce alta Estellen, mentre osservava Stuard aprire il condotto che Justine aveva utilizzato per scappare. Notando la faccia sconvolta del cavaliere della corona, Stuard lo richiamò alla realtà, chiedendogli di dimenticare ciò che aveva visto adesso e di concentrarsi sul suo lavoro: nessuno a parte Lord Gunthar, sarebbe dovuto passare per quel condotto senza essere immediatamente arrestato!
Annuendo gravemente, il cavaliere tornò alla sua postazione, mentre i nostri eroi corsero a perdifiato da Sir Ulther.
Il cavaliere fu felice di rivedere i suoi amici, soprattutto Estellen, ovviamente, ma quando gli domandarono se avesse visto o incontrato Sir Geremiah e dopo che lui aveva risposto negativamente, si trovò a doverli rincorrere, perché Kail e i suoi amici stavano già volando alle porte del maniero.
Varcarono l’uscita che le lune erano già alte nel cielo e si diressero subito alle stalle. Tyler, che stava strigliando i cavalli, cercò come al solito di aiutarli. Intanto rispose affermativamente alla domanda se fossero passati di lì Sir Geremiah e una donna dai capelli rossi. Poi riferì che avevano preso un solo cavallo perché avevano molta fretta, ed infine aggiunse queste poche parole che gelarono il sangue dei nostri eroi.
“Sembravano spaventati, come se avessero dovuto incontrare qualcuno di orrendo e terribile…poi hanno confabulato qualcosa … ho sentito solo una parola, mi sembra… qualcosa come “soffionero”, ma sicuramente mi sono sbagliato. Che cosa potrebbe significare?”.
Mentre Kail scuro in volto andò a prendere delle armi di fortuna al deposito, Stuard valutò per diversi secondi se fosse il caso avvertire Deneva oppure no, ma quando Tyler finì di preparare due cavalli, fu Estellen quella che manifestò il maggior nervosismo tra tutti: invitò il suo Ulther a rimanere sano e salvo al maniero, poiché sentiva in cuor suo che lei e i suoi amici invece si stavano infilando stavolta in una strada senza ritorno.