Mentre procedevano verso le prigioni, i nostri eroi si resero subito conto che, nonostante fosse notte fonda, la notizia del tentativo di effrazione nella stanza dove era custodito il Globo dei Draghi si era già diffusa a macchia d’olio. Quasi tutti i cavalieri erano infatti svegli, parlando tra di loro e confrontando i brandelli di informazioni di cui erano a conoscenza, nel vano tentativo di ricostruire cosa fosse successo davvero quella notte.
Dopo aver sceso l’ennesima rampa di scale, Kail notò subito che davanti alle porte chiuse che davano alle prigioni sotterranee, c’erano gli stessi soldati che avevano seguito Sir Derek e avevano prelevato Paul deGaulle.
Il mezzelfo fece notare subito questo dettaglio ai suoi amici e con loro stava adesso tentando di pianificare un modo efficace che potesse aiutarli ad accedere alle prigioni evitando di discutere con le guardie. Tuttavia poco prima che Stuard potesse decidere per l’approccio più diretto e sbattere il suo lasciapassare sulla faccia dei cavalieri fedeli a Sir Crownguard, accadde qualcosa che nessuno di loro si sarebbe potuto aspettare. Nessuno a parte forse il sospettoso Kail.
Infatti un uomo molto alto e dal portamento marziale, entrò nel maniero dalla porta principale, imbacuccato con un pesante e fradicio mantello e dall’incedere incerto, claudicante.
Ovviamente i nostri eroi lo seguirono, condividendo con lui alcuni gradini della grande scalinata che portava al primo piano dell’edificio. Fortunatamente l’uomo doveva essere molto stanco, perché saliva a fatica gli stretti gradini di legno e dunque riuscirono a raggiungerlo abbondantemente in tempo prima che potesse arrivare alla balaustra superiore. Stuard catturò la sua attenzione con un semplice espediente e l’uomo, voltandosi curioso verso di lui, mostrò a tutti chi fosse: si trattava di Lord Gregor Uth Monnar!
L’anziano padre di Ulther era dunque appena rientrato nella struttura, ed era stato sotto la pioggia battente per parecchio tempo, visto quanto fosse bagnato il suo pesante mantello, ed il fango che aveva sotto gli stivali. Inoltre stava rispondendo alle domande di Estellen e di Stuard in maniera abbastanza evasiva, particolare che non giocava molto a suo favore. Il vecchio Gregor cercava di tagliare corto, di tornare nelle sue stanze, ma Kail e i suoi amici lo incalzavano, finché il mezzelfo colse sui suoi abiti un odore aspro, pungente: l’odore dei cani da caccia che tanto erano amati nelle famiglie dei cavalieri!
Rilassandosi un poco, Kail gli domandò se per caso fosse uscito per soddisfare questo suo hobby e lo pregò di rispondere sinceramente, perché quella sera era successa una situazione davvero spiacevole che poteva coinvolgere tutti, perfino lui o suo figlio. Lord Gregor titubò qualche secondo, poi spiegò che si, quanto ipotizzato da Kail era vero: malgrado la pioggia battente ed il freddo gelido, era uscito circa una mezzora prima per portare i cani a fare una corsa per i campi, una passione che praticava fin da molto giovane. Solo pregò i nostri eroi di non dirlo a suo figlio Ulther, che si era raccomandato con lui di non uscire, visto l’acquazzone torrenziale che aveva investito la tenuta degli Uth Wistan.
Estellen sorrise comprensiva, poi si offrì nuovamente di aiutarlo con la gamba sofferente, ma ancora una volta Lord Gregor le disse di rimandare le sue cure amorevoli ad un momento più consono: adesso aveva solo voglia di raggiungere le sue stanze e di abbandonarsi ad un sonno profondo e ristoratore. Congedandosi così dai nostri eroi, Lord Uth Monnar riprese a salire le scale e ben presto sparì per i corridoi del maniero. Era stato solo un falso allarme, ed Estellen in cuor suo ringraziò Paladine per aver risparmiato un dolore enorme ad Ulther, se avesse appreso che suo padre era proprio il complice di Paul che anche lui stava cercando!
Il gruppo tornò dunque di sotto, avvicinando le guardie e chiedendo loro di voler parlare con Sir Derek. I soldati all’inizio si mostrarono reticenti ad accontentarli, ma quando Kail sottolineò che era stato proprio il rampollo dei Crownguard a chiedere quella chiacchierata e che loro si sarebbero dovuti prendere la responsabilità se non avessero reso possibile questa precisa richiesta del loro signore, una delle guardie acconsentì ad avvertirlo, sparendo oltre la porta di legno massello che apriva alle prigioni sottostanti.
Tuttavia dopo alcuni minuti di fremente attesa, un altro cavaliere, che indossava anch’egli la livrea dei Crownguard, rientrò trafelato e completamente fradicio nel maniero, portando con sé qualcosa di evidentemente molto importante. Quando si fermò davanti alle guardie, Kail poté notare di cosa si trattasse: era una pesante cappa, che il cavaliere aveva detto di aver rinvenuto tra i cespugli, proprio al di sotto le stanze dedicate ad ospitare gli Uth Monnar. Osservando meglio alcuni dettagli di quella cappa, Kail non poté non notare l’effige dell’unicorno bianco, appartenente alla casata di Ulther!
Dunque non c’erano dubbi: quella pesante palandrana apparteneva a uno di loro due, ed era in effetti molto simile, tra l’altro, a quella che ricordava indossasse il complice di Paul de Gaulle. Certo, il mezzelfo non poteva esserne completamente sicuro: la luce era molto fioca e lui troppo lontano, ma non poteva escludere del tutto che si trattasse proprio di quella stessa cappa. Le cose si mettevano male per gli Uth Monnar e peggiorarono ancora, quando un affannato Sir Derek arrivò di corsa da sotto le prigioni fin davanti ai nostri eroi.
Informato prima sui fatti dal cavaliere con la cappa tra le braccia, ringhiò per il disappunto e richiamò a sé subito un paio di soldati armati. Poi affermò, quasi preso da un eroico furore, che avrebbe arrestato personalmente Lord Gregor e suo figlio Ulther, se non avessero saputo spiegare il perché uno di loro due si era evidentemente sbarazzato di quella compromettente cappa e come avesse fatto. Quindi lasciò a grandi passi l’area delle prigioni, rimandando la discussione con i nostri eroi ad altro momento, ma non prima di ordinare a Stuard e agli altri cavalieri di presenziare quella zona e di non far entrare nessuno nelle prigioni senza il suo consenso.
Proprio in quel momento un paggio risalì le scale con un vassoio vuoto, ed Estellen si crucciò per questo, poiché esistevano molti modi più subdoli di eliminare una persona scomoda, che non fossero la spada o la punta di un coltello. Tuttavia Sir Derek pareva tranquillo che le cibarie che aveva fatto portare a Paul fossero sicure, visto che aveva parlato personalmente nelle cucine con il cuoco e il garzone.
Non troppo convinta, la dama bianca annuì e insieme ai suoi amici osservò il rampollo dei Crownguard allontanarsi con la mantella fradicia degli Uth Monnar in mano, deciso a farsi giustizia da solo. Sperò solo che Ulther riuscisse a rimanere calmo abbastanza per farlo ragionare, altrimenti qualcuno si sarebbe fatto male quella sera. Con il cuore affranto Estellen afferrò il braccio di Stuard, che cercò di consolarla quanto gli fu possibile.
Tuttavia i colpi di scena non volevano proprio smettere si susseguirsi e quando la figura imponente e minacciosa di Lord Gunthar si avvicinò a grandi passi alle prigioni, catalizzando su di sé l’attenzione di tutti i cavalieri presenti nell’area, perfino Stuard ne rimase leggermente intimorito.
Anche Lord Gunthar era scortato da quattro soldati, ma nessuno di loro era armato, tuttavia il suo bieco cipiglio bastava ed avanzava per mettere in soggezione chiunque.
Si preannunciava dunque una situazione davvero esplosiva.