Sir Derek si fermò esattamente davanti al fin troppo angosciato ragazzo, dando precise disposizioni ai suoi uomini di non far avvicinare nessuno mentre lo interrogava. Perfino ad Ulther, che era sopraggiunto con Stuard e Sir Gavin, fu intercesso il passaggio, nonostante il rampollo degli Uth Monnar stesse chiaramente urlando a Sir Crownguard che non aveva alcuna autorità o titolo per dare ordini nel maniero di un altro cavaliere. Inoltre aveva portato con sé soldati armati fino ai denti, dettaglio che contrastava ampiamente con le disposizioni lasciate da Lord Gunthar ai suoi ospiti, per poter rimanere e circolare liberamente nella sua casa.
Sir Derek sembrava davvero uscito di senno, tanto che sia Estellen che Kail temettero per un momento che, preso dall’ira, il cavaliere avrebbe trapassato con la spada il suo paggio traditore da parte a parte.
Per fortuna, sebbene non fosse andato per il sottile, il cavaliere, dopo lo sfogo iniziale, si calmò, apparendo a tutti più dispiaciuto e deluso che arrabbiato o indignato. Cercava a modo suo di spronarlo a parlare, di spingerlo a dirgli chi l’avesse costretto a compiere questo atto ignobile, che aveva infangato sicuramente il suo nome e probabilmente anche quello della sua casata! Soprattutto quando Estellen gli suggerì che quasi certamente Paul era stato drogato, l’erede di Lord Kerwin Crownguard cercò ancor più veementemente di scuotere il suo servitore, ma quando capì che egli si era chiuso in un silenzio totale e che non ne sarebbe uscito, né con la violenza né con un approccio più diplomatico, ordinò alle guardie di prenderlo in custodia e di scortarlo direttamente nelle prigioni, dove sarebbe stato nuovamente interrogato, ma questa volta senza occhi e orecchi curiosi a presenziare al loro dialogo.
Prima di andare dietro ai suoi soldati, Sir Derek domandò ai nostri eroi se si rendessero in seguito disponibili per una chiacchierata informale sui fatti, visto che erano gli unici testimoni oculari dell’ignobile effrazione di Paul e Kail offrì volentieri il suo aiuto all’altero cavaliere. Quando Ulther capì che Sir Derek stava solo tentando di proteggere il suo giovane servitore e che, malgrado i suoi bruschi modi e il suo alone di follia, egli era davvero affezionato a lui, si quietò, gettando uno sguardo eloquente sia a Sir Theodor che a Sir Gavin, facendo intendere loro di non osteggiare quella decisione.
Nel frattempo la dama bianca e i suoi amici vissero quella vicenda con emozioni contrastanti.
Stuard era piuttosto contrariato dall’atteggiamento strafottente di Sir Derek e temeva che il suo focoso fratello maggiore avrebbe prima o poi ceduto a tanta arroganza e sferrato un poderoso pugno sulla mascella dello spocchioso cavaliere.
Kail cercava invece di sistemare mentalmente la situazione, che stava andando in pezzi davanti ai suoi occhi: vedendo la reazione di Sir Derek, aveva capito che quasi certamente non poteva essere partito da lui l’ordine di tentare il furto del Globo dei Draghi! A meno che il rampollo dei Crownguard non fosse a conoscenza del passaggio segreto nel corridoio e fosse un attore di primissima categoria! Il mezzelfo era propenso a credere infatti che solo chi poteva sapere dell’esistenza e dell’ubicazione di alcuni condotti nascosti, sparsi in maniera strategica per il maniero, potesse tentare un’azione del genere senza essere scoperto. Di notte e con ronde di cavalieri continue, era quasi impossibile per dei ladri irrompere non visti in una stanza chiusa a chiave. Infatti loro erano stati molto fortunati a percepire i movimenti furtivi di Paul e del suo complice, nonostante la tempesta incombente.
Infine Estellen aveva assistito Paul per tutto il tempo, tanto che il paggio, in uno dei pochissimi slanci di lucidità, le aveva donato la chiave di ferro che apriva la porta degli avventurieri di Solace e le aveva sussurrato qualcosa a bassissima voce, che però la dama bianca non era riuscita a sentire e non aveva osato domandargli di ripetere, poiché Sir Derek incombeva già su di lui. La portavoce di Paladine era sicura che Paul fosse solo una pedina nelle mani di qualcuno che lo aveva manipolato e condivideva in pieno il parere di Stuard, a cui certamente Sir Derek non stava simpatico, ma che avrebbe scommesso sulla sua totale innocenza in quello che era un oltraggioso misfatto per lui e forse per la sua stessa casata.
Quando Sir Crownguard sparì oltre il corridoio, Ulther si avvicinò ai suoi amici e disse loro di recarsi subito nelle stanze sue e di suo padre, di farsi dare i lasciapassare dal vecchio Lord Gregor e poi di scendere fino alle prigioni per non perdere di vista Sir Derek. Anche lui era quasi certo che il rampollo dei Crownguard fosse innocente, ma non poteva esserne completamente sicuro e quindi bisognava accertarsi che non rimanesse troppo tempo da solo con Paul. Quando Estellen gli domandò cosa avrebbe fatto lui, egli rispose che sarebbe andato ad avvertire Lord Gunthar, poiché comunque si stavano prendendo decisioni alle sue spalle e questo non era per niente cavalleresco.
Mentre si avvicinavano all’area dedicata agli Uth Monnar, Kail iniziò a sospettare anche di Ulther.
Secondo il mezzelfo egli era stato troppo precipitoso con le accuse nei confronti del claudicante ed ambizioso principe Sedun, ed era arrivato velocemente ma non troppo sul luogo del misfatto. Il tempo giusto per depistare i sospetti. Inoltre egli era amico di Lord Gunthar e questo poteva spiegare l’utilizzo da parte sua del passaggio segreto sul corridoio. Certo, Ulther non zoppicava, ma forse avrebbe potuto coprire qualcun altro, qualcuno che davvero claudicava, ed era a lui molto vicino: suo padre Gregor!
Kail bussò, ma nessuno venne ad aprirgli: inoltre, mettendo un appuntito orecchio sulla porta, poteva sentire il rumore della pioggia battente in maniera più chiara e forte rispetto al corridoio. La tempesta si era infatti chetata, ma fuori ancora pioveva a catinelle. Aggrottando le sopracciglia, un sempre più sospettoso Kail aprì dunque la porta, seguito da presso dai suoi amici.
Ulther aveva detto loro di rovistare pure nei cassetti, se non avessero trovato suo padre nella sala tattica che i due condividevano. L’importante era sbrigarsi a raggiungere le prigioni, quindi non era necessario questa volta seguire l’etichetta.
I nostri eroi trovarono la grande stanza piena di mappe e carte degli Uth Monnar in condizioni tutto sommato decenti, tranne che per un particolare che incuriosì parecchio il già paranoico mezzelfo.
Infatti la finestra era aperta, ed ovviamente l’area dirimpetto ad essa, era fradicia!
Diffidente di tutti, perfino del claudicante e anziano Lord Gregor, Kail cercò di capire se c’erano delle tracce d’acqua che portavano alle sue stanze, ma non ne trovò. Non di evidenti almeno. Quindi si affacciò e cercò di capire se qualcuno avesse potuto entrare o uscire dalla finestra, ma quasi subito si rese conto che, nel pieno della tempesta, solo un elfo, forse, avrebbe avuto una chance di compiere un’impresa del genere. C’era si un cornicione, ma era troppo stretto e la parete troppo scivolosa per percorrerlo in sicurezza, sarebbe stato molto difficile anche per lui non perdere l'equilibrio e rovinare sette o otto metri più sotto. Di certo il povero Paul o qualcuno con un handicap come quello del padre di Ulther, non avrebbero mai potuto nemmeno tentare un’impresa del genere.
Allora perché quella finestra era rimasta aperta? Qual’era stato lo scopo? Erano i primi giorni dell’anno e faceva molto freddo. Inoltre doveva esser stata aperta da poco tempo, perché se fosse rimasta spalancata durante la tempesta, dentro la stanza adesso ci sarebbe stato un delirio di foglie, carte bagnate e ammennicoli vari sparsi dappertutto.
La situazione si faceva sempre più intricata e complessa.
Stuard richiamò poi l’attenzione dei suoi amici, trovando in un cassetto quello che cercavano: i preziosi lasciapassare, che avrebbero permesso loro di muoversi per il maniero a loro piacimento.
Mentre scendevano verso il basso, cercarono di fissare quei pochi punti dai quali dovevano partire per ricostruire ciò che era successo quella sera.
La chiave, che adesso aveva Estellen, era un duplicato frettoloso che serviva ad aprire la porta della stanza di Flint e dei suoi amici. Essi non si trovavano lì, poiché ospiti degli Uth Hadar. Quindi poteva essere plausibile che i cospiratori fossero a conoscenza di questo dettaglio e avessero commissionato la duplicazione della chiave quella mattina stessa per poter compiere velocemente l’effrazione.
Solo una persona maneggiava le chiavi delle stanze di quei corridoi: Regina, la governante. Forse avrebbero dovuto partire da lei per ricostruire almeno questo movimento.
Poi bisognava capire chi potesse essere il complice di Paul.
Aveva ragione Ulther a sospettare dell’ergothiano e cùpido Ackal Sedun? O forse era Alan Uth Hadar ad essere la mente perversa dietro questa macchinazione, vista la sua ben conosciuta vicinanza al casato di Lord Gunthar? Lui poteva in effetti conoscere l’esistenza e l’ubicazione di alcuni passaggi segreti nel suo maniero, rendendo il furto molto più semplice. Inoltre, Lord Gregor Uth Monnar apparentemente non era nelle sue stanze, era anziano questo era vero, ma ancora molto forte, ed era anch’egli amico di Lord Gunthar.
Insomma la trama si stava infittendo ed ingarbugliando e loro avrebbero dovuto agire un passo alla volta se avessero voluto dipanarne la matassa.