Estellen cercò di intrattenere il cavaliere a guardia della stanza di Flint, facendogli ogni genere di domanda le venisse in mente, ma dopo un po’ esaurì gli argomenti, il che fece sospirare di sollievo il fin troppo paziente cavaliere, che per sua fortuna non fu più costretto dalla Misura a risponderle educatamente. La giovane portavoce di Paladine tremava all’idea che, da un momento all’altro, il soldato potesse aprire quella porta e scoprire che il loro amico Kail stava proteggendo proprio il ladro che disperatamente cercando.
Ma la vie di Paladine erano per fortuna infinite.
Infatti, l‘intenso baccano che si era alzato nei corridoi negli ultimi minuti, aveva richiamato sul posto numerosi assonnati cavalieri di tutte e tre le casate ospiti. Fortunatamente per Estellen, anche Ulther si era destato e, dopo averla notata davanti la camera del globo dei draghi, si affrettò dunque a raggiungerla. La giovane aveva uno sguardo che implorava il suo aiuto.
“Com’è possibile , mia signora, che dove cadono i guai, voi siete lì a raccoglierli?”
Sibilò quasi divertito il cavaliere, ormai suo promesso. Estellen arrossì lievemente, ma gli rispose che la situazione stava per esplodere e il passaggio segreto (!) che aveva scoperto con Stuard, avrebbe potuto nascondere insidie e potenziali aggressioni molto difficili da contenere se non ci si fosse preparati per bene ad affrontarle o a prevenirle.
Ulther afferrò Estellen per un braccio e la tirò fuori dal parapiglia che ormai si era formato davanti la stanza degli avventurieri di Solace. Tra i presenti c’era Sir Gavin, braccio destro di Lord Astarte e anche Sir Theodor, fratello di Stuard, oltre a Ulther stesso e pochi altri rappresentanti delle tre casate da sempre amiche. Tutti stavano incalzando il povero cavaliere davanti alla porta, che ovviamente stava andando nel panico più totale.
Ulther chiese alla sua promessa di raccontargli, senza lesinare sui dettagli, ciò che era successo questa volta davanti quella dannata camera. Estellen gli raccontò quindi delle due persone imbacuccate e del loro tentativo di furto nella camera del nano e dei suoi amici. Riferì che Laurana e gli altri non erano in stanza perché ospiti degli Uth Hadàr, casata amica degli Uth Wistan e della fuga dalla scena del crimine di uno dei due ladri, che sembrava deambulasse male, come se avesse avuto un problema ad una delle due gambe.
Ulther si fermò, bisbigliando stizzito qualcosa tra i denti.
Poco prima di arrivare a vedere cosa stesse combinando Stuard dall’altra parte del corridoio, Estellen volle conoscere il contenuto dei pensieri del suo amato.
“Non posso esserne sicuro ovviamente, ma è molto probabile che il principe Sedùn, dei lontani regni dell'Ergoth del sud, sia colui che è sfuggito a voi e a Stuard, mia signora. Ha l’ambizione e il denaro per corrompere chiunque, una grave ferita che lo ha reso invalido alla gamba destra e più di una volta ha manifestato pubblicamente quanto il globo dei draghi sarebbe dovuto andare nelle mani delle genti libere ergothiane, che ne avrebbero fatto un utilizzo saggio ed equilibrato. Solo non pensavo potesse spingersi tanto in basso da ordire tutto questo… come egli facesse poi a conoscere questi invisibili passaggi segreti di cui mi state parlando, mia signora, io lo ignoro.”
La coppia riprese il cammino e svoltò finalmente il corridoio, vedendo Stuard che mostrava all’altro soldato il funzionamento del passaggio segreto. Notando il suo stupore, Ulther ci mise poco ad intuire che nemmeno gli stessi cavalieri della guardia di Lord Gunthar fossero a conoscenza di questi ben celati e tentacolari condotti. Come quindi il principe Sedùn, o chiunque altro fosse stato, potesse conoscere l’ubicazione precisa di alcuni di essi era davvero un mistero.
Poco prima di raggiungere Stuard, Ulther domandò ad Estellen dove fosse andato a finire Kail e quando apprese dalla giovane che probabilmente il mezzelfo era entranto in camera e stava adesso interrogando l’uomo che i soldati cercavano, il rampollo degli Uth Monnar trasalì. Guardando Estellen con un’espressione sconsolata che voleva dire: “Che aspettavi a dirmelo?”, ma essendo troppo “cavaliere di Solamnia” per tradurla in parole, affrettò solamente il passo per tornare indietro, alla stanza del globo. Si fece quindi largo tra i cavalieri e poi disse al soldato che piantonava la zona:
”Credo che dovresti andare a controllare ciò che il tuo compagno ha scoperto, sospetto che abbia bisogno del tuo aiuto, se volete prendere il fuggitivo in tempo.”
Il giovane soldato guardò di sottecchi Ulther, che non lasciò trasparire nemmeno un’emozione o espressione che avrebbe potuto tradirlo. Sapendo bene che egli era un valoroso cavaliere, il soldato alla fine annuì e lo ringraziò e corse sferragliando dall’altra parte del corridoio, raggiungendo tosto il suo amico. Ulther attese di vederlo sparire oltre la curva del corridoio, poi aprì la porta tra gli sguardi attoniti dei presenti e mandò una voce a Kail, intimandogli di uscire subito e portare immediatamente con sé il ladro, se ancora era vivo.
Kail uscì dal suo nascondiglio di fortuna e sollevò di peso un atterrito e quasi spento Paul de Gaulle. Quando passò accanto ad Ulther, sussurrò al cavaliere che Paul era una vittima, non un carnefice in questa storia che, come al solito, era sempre più complicata di come si presentava all’apparenza. I cavalieri presenti provarono inizialmente a incalzare il giovane paggio, ma sia Kail, che Ulther, li riportarono subito alla ragione, mostrando come il ragazzo fosse ormai inerme al punto di sembrare quasi incapace di intendere e volere e che sicuramente non era lui il mandante di questo folle tentativo di furto. Forse era stato addirittura drogato, ed indotto ad agire in quel modo.
Quindi Ulther e Sir Gavin si allontanarono per tornare da Stuard ancora alle prese con il passaggio segreto presumibilmente, mentre Sir Theodor rimase a pattugliare la zona con un paio di altri giovani cavalieri. Tutti gli altri tornarono finalmente nelle loro stanze.
Estellen si sedette accanto a Paul e volle esaminarlo meglio. Era difficile sincerarsi della salute di qualcuno che non voleva nemmeno farsi toccare, ma alla fine la giovane portavoce di Paladine scoprì un dettaglio davvero inquietante: gli occhi del ragazzo avevano un leggero alone bluastro intorno all'iride, tipico di chi aveva bevuto il “mead” in passato.
Quando Estellen fece notare questo dettaglio a Kail, il mezzelfo trasalì.
Quel giovane paggio, non solo era stato sicuramente torturato più e più volte, tanto da arrivare a rifiutare qualsiasi contatto umano, ma veniva talvolta drogato con il “mead”, affinché la sua volontà venisse soggiogata e spronata a fargli compiere azioni che senza l’odiosa bevanda non avrebbe probabilmente nemmeno mai pensato di compiere.
Tuttavia, chi poteva avere interesse ad usare il "mead" (bevanda oltremodo rara e preziosa da quelle parti) per controllare la volontà di un paggio, ed ingolosire qualche cavaliere potente, tanto da poter riuscire a mettere le mani infine sul potente globo dei draghi? Il nome a cui i due amici pensarono immediatamente pareva invero un po' forzato, ma forse non era troppo lontano dalla verità.
"Lord Ariakas."
Sussurrarono insieme.
Nel frattempo Stuard aveva mostrato il passaggio segreto all’incredulo cavaliere, facendo luce all’interno, ed evidenziando come sarebbe stato molto facile perdersi nei meandri degli intricati passaggi che si succedevano continuamente, chissà per quanto e chissà per dove, lungo tutta l'ampiezza del maniero. Quando anche l’altro cavaliere sopraggiunse, i due si scambiarono dei brevi commenti a riguardo, per poi decidere di ripiegare verso il posto di guardia: avevano bisogno di ordini a riguardo e di informare Lord Gunthar su quello che avevano appena scoperto relativamente al passaggio segreto, attraverso il quale uno dei due ladri era sicuramente fuggito via e probabilmente anche il secondo, sfruttandone un altro da qualche altra parte lungo il corridoio.
Sir Gavin e Sir Ulther non fecero in tempo a fermarli e a fargli qualche altra domanda, tuttavia quando si riunirono con Stuard, qualcun altro stava sopraggiungendo con fare marziale ed imperioso dall'altra parte del corridoio: si trattava di Sir Derek, che, scortato da ben sei cavalieri armati e con indosso la livrea del suo casato, passò loro accanto senza degnarli di uno sguardo.
Tutti seppero in quel momento, che il fato di Paul de Gaulle era probabilmente segnato per sempre.