Stuard ed Estellen stavano disperatamente tastando ogni centimetro della parete di fronte alle ampie finestre, nel tentativo di trovare segni di passaggi segreti o eventuali condotti invisibili, accuratamente celati agli inopportuni sguardi di coloro che fossero rimasti ospiti nel maniero troppo a lungo e fossero divenuti quindi un po’ troppo curiosi.
Attraverso la torcia, il cavaliere stava verificando se ci fossero degli spifferi, dei dislivelli all'apparenza insignificanti nel muro, che potessero nascondere uno di questi passaggi. Tenendo come punto di riferimento l’area in cui la scia d’acqua si interrompeva, Stuard identificò una specifica zona sulla parete che potesse essere quella più probabile a nascondere l’agognato condotto e cominciò a cercare.
La superficie del muro, interamente in pietra lavorata, non era liscia ovviamente e presentava diverse imperfezioni, quindi il lavoro di Stuard era ai limiti dell’impossibile. Tuttavia la presenza con lui della portavoce di Paladine doveva pur significare qualcosa! Infatti infilando due dita dentro una specie di foro tra due lastre di pietra, al cavaliere parve di aver sfiorato finalmente qualcosa di strano. Qualcosa di metallico. Provò e riprovò a ripetere i movimenti che aveva fatto con la mano e, all’ennesimo tentativo, riuscì finalmente a trovare ciò che cercava: una piccola leva, un tirante sottile di metallo che dischiuse, davanti i loro occhi attoniti, un passaggio nel muro raggiungibile facilmente scivolando con la schiena all’interno dello stesso.
Nel frattempo Kail aveva immobilizzato il giovane Paul deGaulle, il quale si dimenò per qualche secondo, ma quando capì che il mezzelfo era un avversario troppo ostico per lui, si arrese, non offrendo più alcuna resistenza. Divenne talmente dimesso e rassegnato, che Kail rimase parecchio confuso dal suo atteggiamento un pò troppo remissivo. Egli si rannicchiò con la schiena sulla parete e così rimase immobile per diversi minuti. Chiuso in un ostinato silenzio, Paul non rispose alle incalzanti domande del mezzelfo, tanto che alla fine Kail intuì che non lo stava facendo per lealtà nei confronti dei suoi mandanti, ma per paura. Una paura terribile, che gli ricordò in maniera inquietante i suoi simili, prigionieri nella città nave a mezzo mondo di distanza.
Vedendo che il giovane non si sarebbe mosso dalla sua posizione rannicchiata, Kail andò dunque a controllare meglio se c’era qualche altro dettaglio importante sulla porta rimasta ancora aperta. In effetti trovò della polvere strana in piccoli grumi, come delle schegge molto sottili che riempivano la serratura e l’area subito davanti la porta.
Tuttavia Kail fu distratto da passi pesanti e voci profonde in avvicinamento e non ebbe il tempo di esaminare meglio quelle minuscole scaglie sparpagliate sulla porta e per terra. Pertanto afferrò Paul per la collottola e lo trascinò dentro la stanza, chiudendo la porta alle sue spalle. Sapeva di stare per cacciarsi in un grosso guaio, ma quell’uomo, che adesso aveva in custodia, era un testimone importante: l’unico che potesse svelare l’ordito che il mezzelfo intuiva ci fosse dietro l’azione criminosa di quella sera.
Due cavalieri in armatura, a giudicare dallo sferragliare delle maglie metalliche che sfregavano tra di loro, si erano fermati davanti la stanza degli avventurieri di Solace. Parlavano di una soffiata che era stata fatta al posto di guardia, tramite un messaggio anonimo, che avvertiva che in questo corridoio si stava perpetrando un furto e che l’autore di tale efferato crimine fosse proprio Paul de Gaulle.
Kail lo osservò con ancor più attenzione mentre tremava ai suoi piedi, terrorizzato e dimesso, quasi arresosi all’ineluttabilità del suo destino che probabilmente l’avrebbe condotto a morte certa e pensò che quel ragazzo non fosse nemmeno un complice, ma una vittima di chi davvero aveva ideato il piano per impadronirsi del globo dei draghi.
Eppure c’era ancora più di qualcosa che non quadrava.
Perché Paul, che era un servitore di Sir Derek, avrebbe dovuto tentare di sottrarre l’artefatto in maniera losca e furtiva, se il suddetto cavaliere aveva stretto un patto con lui e i suoi amici appena qualche ora prima? Forse allora era vero che Sir Derek non sapesse di Paul fuori dalla sua porta, quando gli era stato riferito per provocarlo, forse il ragazzo era stato inviato lì da qualcun altro. Qualcun altro che non c’entrava proprio niente con Sir Derek, ma che invece soleva spiarlo e manipolarlo attraverso i suoi stessi servitori!
Uno dei due cavalieri mise alla fine mano al pomello della porta, col chiaro intento di aprire e controllare l’interno della camera, ma l’altro gli ricordò che non avevano avuto l’ordine di ispezionare la stanza: quello spazio era interdetto a chiunque e c’era una pena molto severa per chi avesse infranto questa disposizione diretta di Lord Gunthar. I due soldati si confrontarono per un po’, poi per fortuna entrambi notarono Estellen e Stuard andare loro incontro nel corridoio e furono distratti dal continuare a discutere su questo argomento.
Stuard afferrò dunque la torcia e, con coraggio, scivolò sul muro semi aperto che conduceva nelle intercapedini del maniero. La prima cosa che notò fu che il passaggio era interamente rivestito in legno e che non si trattava di un semplice budello della lunghezza di pochi metri, ma di un piccolo pezzo di un vero dedalo di intricati passaggi, che si snodavano attraverso tutto l’edificio e che probabilmente avevano perfino uno sbocco sotterraneo. Stuard spiegò ad Estellen, mentre cautamente facevano alcuni passi in avanti, che tutti gli edifici di quella grandezza, di proprietà di grandi casate, possedevano dei condotti invisibili che legavano stanze a stanze e corridoi a corridoi, ed il perché essi fossero stati costruiti era molto facile da intuire: in caso di assedio prolungato o di invasione, ci si poteva nascondere, fuggire, applicare piani di guerriglia e perfino evacuare, proprio attraverso questi condotti, scavati nella roccia e che conducevano all’esterno, molto lontano dal maniero.
Mentre ascoltava il suo amico parlare, Estellen gli fece notare delle appena percettibili tracce di acqua e terra sul legno, segno inequivocabile che il fuggitivo era scappato proprio sfruttando questo passaggio. Erano quindi sulla buona strada!
Tuttavia Stuard capì subito che sarebbe stato impossibile e molto rischioso seguire quelle tracce così flebili senza l’aiuto di Kail: sarebbero potuti sbucare da qualsiasi parte e avrebbero certamente compromesso in maniera definitiva la loro già precaria posizione. Quindi il cavaliere fece segno ad Estellen di tornare indietro, poi richiuse il passaggio segreto e si affrettò a raggiungere il mezzelfo. Soprattutto perché aveva iniziato a sentire un vociare piuttosto fragoroso davanti alla porta dove avevano lasciato il loro amico alle prese con il ladro!
Come svoltarono l’angolo i due cavalieri li videro subito e intimarono loro l’alt. I due amici si arrestarono immediatamente e i due soldati poterono quindi interrogarli senza alcuna difficoltà.
Stuard spiegò dunque cosa fosse successo, raccontando la verità: avevano sentito dei rumori e avevano individuato due loschi figuri che volevano entrare nelle camere degli avventurieri di Solace. Lui ed Estellen avevano quindi inseguito uno dei due, un imponente omone che si muoveva in maniera dinoccolata, mentre il loro compagno si era occupato dell’altro, ma alla domanda su dove fosse finito adesso il loro amico, Stuard allargò le braccia e rispose di non saper rispondere a quella domanda.
Tuttavia rivelò di conoscere invece il modo in cui, quello che avevano inseguito lui ed Estellen e che sembrava essere ad un certo punto sparito nel nulla, avesse fatto ad arrivare in quest’area non visto, ed invitò entrambi i cavalieri a seguirlo. Uno di loro andò con lui, ma l’altro rimase a pattugliare la zona.
Il mezzelfo, che stava seguendo con interesse gli sviluppi della situazione, capì che era ancora in guai molto seri: se quel cavaliere si fosse affacciato, ritenendo che la stanza non fosse in realtà chiusa a chiave, per pura curiosità o per un semplice gesto meccanico, sarebbe finito in una situazione davvero complicata da spiegare.