Mentre Estellen si preparava a porre l'ennesima domanda al vecchio nano, egli all’improvviso sussultò e si accasciò con la spalla sullo stipite della porta, pian piano afflosciandosi a terra come uno straccio bagnato!
Stuard e Kail provarono ad intervenire, ma la portavoce di Paladine disse loro di rimanere indietro, preferendo occuparsene di persona. Sorridendogli con grande compassione, impose la sua volontà su di lui e curò così il suo cuore provato da mille battaglie con la sua luce divina. Sapeva che quella guarigione sarebbe stata solo temporanea, ma per adesso Flint sarebbe stato bene.
“Lo sapevo che eravate come lei, mia signora. Grazie per avermi salvato.”
Sussurrò il nano ancora ansante per la fatica e per l’emozione. Estellen lo aiutò a rimettersi in piedi.
Proprio in quel momento, l’orecchio fine di Kail percepì dei passi in lontananza che si stavano avvicinando: fece appena in tempo ad avvertire i suoi amici, ma non c’erano ripari nel punto in cui si trovavano, a meno di entrare all’interno della stanza del nano. Tuttavia Flint riprese la sua naturale compostezza e determinazione e fece capire a tutti di avvicinarsi di qualche passo all’uscio, pur non permettendo a nessuno di varcare la soglia della sua camera.
“Signori, non potete stare nei corridoi, per favore rientrate nelle vostre camere.”
Declamò la voce di un giovane cavaliere, probabilmente alle prime armi. Il nano si sporse di qualche metro e rispose fermo:
“Figliolo, è colpa mia. Mi lamentavo per via di un malessere che mi ha colto alla sprovvista, questa giovane ragazza mi ha soccorso. Ma adesso sto bene, è stato solo un mancamento temporaneo.”
Il cavaliere attese qualche momento per riflettere su quella risposta. Poi aggiunse:
“Volete che chiami un cerusico o uno dei devoti membri dei cercatori?”
“No grazie, come ho detto, è stato solo un malore passeggero, adesso sto bene. Non preoccuparti figliolo. Ti chiedo solo il tempo per ringraziare questa giovane donna per il suo aiuto.”
Concluse Fint, tagliando corto la conversazione. Il giovane cavaliere di ronda fece quindi un rapido saluto militare e si allontanò, rimarcando però che tutti sarebbero dovuti rientrare nelle loro stanze entro pochi secondi.
Il vecchio nano sorrise sornione alla giovane sacerdotessa di Paladine, poi rientrò e cominciò a rovistare in più di un anfratto e a bofonchiare commenti improbabili sulle persone che gli spostavano le cose. Nessuno lo seguì ovviamente, rispettando la sua volontà, ma sapevano bene che dovevano tornare immediatamente nelle loro stanze o sarebbero stati scoperti prima o poi. Finalmente il nano tornò, portando con sé un piccolo oggetto intagliato a mano. Si trattava di un cavallo, ricavato da una piccola forma di legno e mostrava tutta la maestria nell’artigianato del vecchio nano.
“Accettate questo dono, mio signora. Perlomeno così mi assicurerò che non vi dimenticherete di me.”
Estellen arrossì, ed accettò con piacere il dono di Flint. Poi il nano le si avvicinò, afferrandole dolcemente la mano che teneva stretta il cavallo di legno e disse:
“State lontana da quell’oggetto nefando, mia signora. Tutti lo vogliono, ma nessuno capisce quanto sia pericoloso. Dovrebbe essere distrutto, altroché..”
La dama bianca lo fissò e domandò, bisbigliando, di rivelarle cosa fosse in realtà, pur riuscendo ad immaginarlo da sola.
“E’ un potente artefatto che abbiamo recuperato nella terra dei ghiacci, sottraendolo ad un maestoso ed agguerrito drago Bianco. Un’esperienza che non rifarei e che ha messo a dura prova il mio vecchio cuore… si tratta di un oggetto in grado di influenzare i draghi, mia signora… almeno secondo Raistlin. Sturm pensa che utilizzando con saggezza le sue qualità potremmo confondere le forze del nemico, ma secondo me lui non si rende conto di quanto sia pericoloso tentare di controllarne l’immenso potere. Distruggerà chiunque ci proverà. Credimi ragazza, nessuno può farlo su questa terra.”
Estellen guardò i suoi amici, ed entrambi le restituirono un’occhiata eloquente che le fecero ben capire che anche loro avevano compreso fino in fondo quanto fosse pericoloso giocare con un globo dei draghi!
Altro che speranza, sarebbe stata la loro condanna volerlo usare.
Estellen chiese poi a Flint cosa si aspettasse da questo Consiglio, cosa cercassero in effetti lui e i suoi amici da esso.
“Non cerco niente, mia signora. Vorrei solo riposare le mie vecchie ossa e finirla di vedere tutti questi cavalieri che cercano di “allisciarci” per ottenere il nostro favore. Domani sera, pensate, siamo stati invitati a cena dagli Uth Hadàr, ma né io né Laurana e tantomeno Sturm, abbiamo molta voglia di mangiare con loro, perché sappiamo a cosa andremo incontro… solo quel maledetto kender non sta più nella pelle … Uffff… vogliamo solo lasciare l’artefatto nelle mani più sicure possibili e poi tornarcene a casa. Almeno parlo per me…”.
Stuard, sentendo nominare il cavaliere di nome Sturm, domandò se avesse potuto incontrarlo e Flint gli rispose che sarebbe stato certamente possibile l’indomani mattina, visto che il cavaliere era adesso nella cappella a pregare. Quindi i nostri eroi salutarono il vecchio nano e tornarono nelle loro stanze, un po’ più consapevoli della situazione di qualche ora prima.
Qualche minuto dopo l’alba, una giovane governante di nome Regina, venne in camera loro per rassettare e pulire le loro stanze. Spiegò che la prassi era quella di consegnarle le chiavi ed uscire finché lei avesse terminato il lavoro. Quando le loro camere fossero state risistemate per bene, Regina avrebbe quindi restituito loro le chiavi e sarebbe poi tornata alle sue faccende da un’altra parte del maniero. Quel giorno, in via del tutto eccezionale, portò loro anche la colazione, che tutti consumarono con piacere e gusto. Poi lasciarono che Regina facesse il proprio lavoro, uscendo per il corridoio del maniero.
Fuori dalle loro stanze c’era un baccano assordante: i cavalieri di tutte e tre le casate infatti stavano confrontandosi tra di loro, noncuranti assolutamente della loro presenza. Stuard non riuscì ad intravedere né suo fratello, né suo padre in mezzo a quella confusione. Anche Kail confermò di non notare Lord Astarte da nessuna parte, ma Estellen fu invece più fortunata perché li richiamò davanti la stanza di Ulther.
Il giovane rampollo degli Uth Monnar stava esaminando delle cartine geografiche della solamnia meridionale, intento a studiare le mosse del nemico, nel tentativo assai vano di anticiparle. Quando notò Estellen e i suoi amici sull’uscio, sorrise a tutti e li invitò ad entrare. La dama bianca non gli parlò ancora del globo dei draghi, ma gli domandò invece del luogo sorvegliato a nord ovest del castello. Ulther le rispose che quel passaggio alberato in mezzo ai giardini, conduceva ad un’area sacra: l’area dove sarebbe avvenuto il secondo Consiglio di Whitestone e dove sorgeva la bianca pietra che si diceva fosse indistruttibile ed imperitura. Per questi due ottimi motivi era diventata il simbolo del cavalierato.
Soddisfatta per la risposta, Estellen domandò ad Ulther se avesse del tempo libero, così che potesse ascoltare i dettagli del loro lungo viaggio attraverso le terre selvagge, ed apprendere alcune cose importanti, che le razze dei popoli liberi di Krynn dovevano conoscere assolutamente. Inoltre la dama bianca voleva parlare al cavaliere anche di questa “sospirata” ed “agognata” speranza arrivata da est e dirgli quanto in realtà fosse infondata questa credenza, da parte dei cavalieri e di tutti coloro che fantasticavano su questa possibilità.
Tuttavia qualcuno bussò alla porta e le buone intenzioni di Estellen dovettero congelarsi, per il momento.
Infatti all’uscio si presentò uno scudiero o forse più un paggio. Si trattava di un ragazzo di non più di diciotto, vent’anni al massimo, di nome Paul de Gaulle. Come lo vide, Ulther indurì lo sguardo.
Egli si presentò come il servitore personale di Sir Derek Crownguard, figlio di Lord Kerwin Crownguard, Sommo Giudice del cavalierato. Portava la richiesta da parte del suo signore, di invitare Estellen, Stuard e Kail, presso l’area dedicata alla sua casata, in tarda mattinata. Ulther digrignò i denti, chiedendo senza troppi giri di parole, il motivo di tale convocazione. Il paggio rispose che i motivi gli erano sconosciuti, ma non dubitava del fatto che sarebbero stati trattati argomenti per nulla compromettenti. Probabilmente Sir Derek, voleva solo conoscere la famosa dama bianca e i suoi amici. Ulther congedò con un gesto della mano il giovane scudiero, dopo che i suoi ospiti accettarono l’invito.
Tutti sapevano che non sarebbe stata una conversazione conviviale, ma se Derek voleva davvero incontrarli un motivo c’era sicuramente e non era detto che non fosse per qualcosa che sarebbe potuta tornare utile per la loro situazione che rimaneva ancora drammatica.