Il gruppo uscì dalla Torre di Waylorn quando il sole era alto nel cielo.
Il druido faticò per abituare gli occhi alla luce intensa di mezzodì, ma presto ci riuscì e si rese subito conto che le parole di Estellen e i suoi amici erano purtroppo tragicamente vere: la foresta era in pericolo e lui doveva assolutamente fare qualcosa per salvarla! Afferrò dunque il suo bastone incantato e si cominciò a preparare, mostrando tutta l’intenzione di iniziare immediatamente il suo viaggio di risanamento attraverso la selva ferita.
Alhana gli domandò se poteva cominciare intanto dalle zone più martoriate di Silvanesti, quelle delle due città più importanti del versante ovest: Sithelnost e Tarithnesti. Sicuramente questi due centri urbani, nevralgici e strategici del territorio, erano infatti le aree più colpite dall’urto esplosivo dei draghi e dei loro terrificanti eserciti al seguito, ed ovviamente Waylorn acconsentì. Pertanto Alhana ordinò alla loro guida di scortare il druido da Eluarna e di assisterlo il più possibile sul suo gravoso ed ingente compito.
Poi Waylorn salutò tutti con entusiasmo offrendo la benedizione di Chislev e si allontanò tosto con lo scout. Ad ogni passo che faceva, l’erba spuntava dal nulla dal terreno e gli alberi, bruciati e ridotti a tronconi carbonizzati, rifiorivano uno dopo l’altro miracolosamente al suo passaggio. Perfino Estellen rimase a bocca aperta per un tale inesplicabile prodigio.
La regina degli elfi, con le lacrime agli occhi, aveva continuato a guardare la natura ridestarsi dalla morte finché il druido non sparì dalla vista. Poi si voltò poi verso i nostri eroi e li spronò ad andare avanti: finalmente la speranza era tornata nella sua foresta, ed ora era giusto che lei, Alhana Starbreeze, regina degli elfi, ripagasse questa incredibile benedizione ricevuta adempiendo al suo compito. Il suo piano era semplice: raggiungere il guado senza fare molte pause, laddove i fiumi Thon Rishas e Thon Varah si incontravano e lì vicino riposare finalmente presso “l’albero degli Irda”. Poi avrebbero risalito il corso del fiume Thon Rishas per circa cinque chilometri, come suo padre le aveva detto di fare da bambina, se si fosse trovata nella necessità di dover trovare il tempio, per poi piegare ad ovest di circa altri duecento metri e finalmente giungere alla tanta ambita mèta: il sacro Tempio di E’li e il libro bianco in esso contenuto!
Alhana condusse i suoi amici attraverso un terreno brullo ma non devastato in questa parte sud ovest della foresta, segno chiaro che da quelle parti non erano avvenuti scontri particolarmente cruenti. Il motivo per cui ci fosse un po’ di cenere e fuliggine e qualche albero bruciato, era dovuto principalmente al fatto che gli incendi si erano propagati verso sud seguendo il vento, ma poi si erano arrestati quando le correnti erano cambiate, proseguendo per un po’ verso est, per poi esaurirsi del tutto.
In ogni caso la regina degli elfi fece davvero sostenere ai nostri eroi ritmi molto serrati, finché, in una piccola radura, oltre il guado dei due estuari, poteva chiaramente vedersi uno splendido e maestoso albero bianco.
Esso spiccava quasi solitario in mezzo allo scuro piazzale, segno che in questo punto, qualche ronda delle ali dei signori dei draghi era certamente passata, lasciandosi dietro fuoco e fiamme. Tuttavia nessuno pensò che potessero esserci, ad oggi, ancora problemi di questo tipo, almeno nelle strette vicinanze e tutti si avvicinarono dunque curiosi al maestoso albero bianco.
Alhana spiegò che quella marmorea pianta millenaria era il frutto dell’amicizia tra gli Irda di Igraine, i fedeli a Paladine, e Kith Kanan, secondo figlio del re e nipote diretto di Silvanos Goldenye. Per rafforzare il suo legame con lui e il suo popolo, Igraine gli fece dono di due semi di quest’albero. Uno fu piantato qui e l’altro, qualche centinaia di anni dopo, fu interrato dallo stesso Kith Kanan a Qualinesti. La regina spiegò che i frutti di quell’albero avevano virtù curative inimmaginabili e offrivano inoltre sufficiente energia, a chi semplicemente se ne nutriva, per il fabbisogno di un’intera giornata. Inoltre la leggenda narrava che dentro quella incredibile, imponente pianta, fosse stata codificata e nascosta la via esatta per raggiungere l’isola del drago, luogo dove Igraine ed il suo popolo si sarebbero ritirati, per fuggire dall’ira di Takhisis e degli altri ogre. Tuttavia mai nessun elfo era mai riuscito a trovare sull’albero bianco quella mappa celata alla vista, tanto che col passare dei millenni questa convinzione si trasformò in mito.
Estellen guardava l’antico albero e sentì un’inspiegabile attrazione verso di esso. Così come le era successo con il sacerdote Irda al tempio vicino Shrentak. Con lo sguardo assente si trascinò dunque vicino al possente tronco e lo sfiorò con le dita, avvertendone il potere. La giovane portavoce di Paladine sentiva che quell’albero era quasi senziente e provava delle emozioni al pari degli esseri umani. Appoggiò dunque il palmo della mano su di esso e si rilassò, lasciando fluire in lei quelle emozioni e quei pensieri semplici che percepiva; ma non riuscì a mantenere alta la concentrazione, perché Alhana prese a scuoterla veementemente per una spalla: secondo l’elfa c’era un pericolo poco distante e dovevano assolutamente nascondersi in fretta o sarebbero state scoperte. La dama bianca rimase molto dispiaciuta per essersi dovuta allontanare, perché sapeva che l’albero bianco le avrebbe certamente comunicato qualcosa di importante sulla sua natura e forse avrebbe perfino scoperto dove gli Irda avevano la loro casa, come la leggenda sosteneva. Un alleato del genere avrebbe infatti fatto comodo in questo momento ai popoli liberi!
Tuttavia Alhana aveva fatto bene a portar via di lì Estellen, poiché Kail aveva intravisto un movimento sospetto poco lontano e dopo aver cambiato angolo alla sua visuale, realizzò che si trattava di un gruppo di hobgobling in avanscoperta. Gli hobgoblin erano in generale creature stupide come i loro cugini goblin, ma erano tre volte più forti e altrettanto più grossi e spietati.
Stuard aveva visto che la sua spada rifulgeva di luce smeraldina, indicando come nemici quei bizzarri e ciondolanti mostriciattoli e subito mise in guardia Alhana che, per l’appunto e per fortuna, fece in tempo ad avvertire Estellen.
Kail inseguì i quattro hoibgoblin per un’ora, scoprendo che la loro destinazione doveva essere parecchio più a nord e uno strano presentimento gli assalì prepotentemente le viscere: uno di quelli che non ti avrebbero solo rovinato la giornata, ma l’intera vita. Mestamente tornò indietro, tenne per sé le sue sensazioni e spronò Alhana affinché li guidasse lungo il fiume, per raggiungere il prima possibile la loro mèta finale.
Prima di seguire l’elfa però, Estellen abbandonò l’albero bianco con un triste pensiero: sentiva infatti che non l’avrebbe più rivisto e che l’occasione di trovare gli Irda sarebbe purtroppo sfumata, se non per sempre, almeno per molti anni nel futuro.