Alhana fermò immediatamente il suo cammino e alzò una mano in direzione degli altri dietro di lei per incentivarli a fare lo stesso. Kail e Stuard tenevano le mani sulla spada e si erano stretti a protezione di Estellen. Tuttavia Alhana non si lasciò intimidire, né dalla freccia né dalle aspre parole di chi aveva osato parlarle in quel modo. Alzò fieramente il capo e rispose:
”Io sono Alhana Starbreeze, figlia legittima di re Lorac, purtroppo deceduto eroicamente per difendere il suo popolo. Adesso dunque io sono la vostra regina: abbassate le armi e fateci entrare, portiamo importanti informazioni per i cittadini di Sithelnost!”
La voce della nobile elfa si era posta con fermezza, con decisione, non in maniera brusca o strafottente, ma nonostante tutta la sua determinazione, la risposta di chi comandava nella città non tardò ad arrivare, sferzante come una lama.
“Verrò personalmente a verificare le vostre parole, mia signora… perché, da quel che mi è dato sapere, la principessa Alhana si sarebbe dovuta trovare da tutt’altra parte su Krynn in questo momento. Sappiate che se state mentendo, utilizzando impunemente il suo nome, verrete tutti giustiziati all’istante!”
Il silenzio calò sui nostri eroi, che comunque rimanevano pronti a tutto. Poi, da alcuni invisibili nascondigli tra i nodosi e giganteschi alberi che tappezzavano la fortificazione frontale della città, cominciarono a spuntare velocemente alcuni elfi, tra cui colei che aveva parlato e minacciato Alhana e compagni.
La torva elfa silvana portava un elmo ammaccato sotto il braccio, indossava un’armatura di scaglie anch’essa ammaccata in più punti e una temibile spada ricurva sul fianco. Si fermò a pochi passi da Alhana, mentre un pugno di silvani alle sue spalle avevano appena snudato i loro archi, puntandoli minacciosamente sui nostri eroi. La fiera guerriera elfa scrutò con attenzione la principessa elfica, che però tenne botta sostenendo con fermezza il suo sguardo indagatore. Poi alzò la mano, facendo abbassare immediatamente le armi alla sua scorta, commentando:
“Perdonatemi altezza, l’ultima volta che vi vidi eravate un’adolescente, quindi non sono riuscita a riconoscervi da subito. Inoltre i miei informatori mi avevano riportato che voi vi eravate recata nell’Ergoth del sud a cercare una nuova casa per i nostri profughi…”.
Alhana replicò che molte cose erano successe negli ultimi quattro mesi, cose di cui sarebbe stata lieta di discutere con lei, magari in un ambiente un po’ più confortevole. L’elfa guerriera annuì, chiedendole di seguirla.
Affermò di chiamarsi Eluarna Nihriome e di esser stata un tempo il governatore della città. Dopo che l’assedio cominciò, tutti coloro in grado di combattere tentarono di respingere il nemico e lei si era trasformata da una semplice amministratrice della “cosa pubblica”, in un comandante militare operativo.
Alhana notò che nonostante non fosse più giovanissima, Eluarna avrebbe potuto essere ancora bellissima, se non fosse per una brutta bruciatura che le aveva sfregiato la parte destra del volto. Inoltre non aveva mai visto così tante cicatrici disegnare il corpo di un elfo, come le spade dei nemici avevano fatto con il suo. Quella donna doveva aver passato l’inferno! Imbarazzata e dispiaciuta, la regina degli elfi le presentò Stuard e Kail, per poi introdurre Estellen e la sua sacra missione in quanto vero chierico di E’li. Eluarna si girò verso di lei e guardò la portavoce di Paladine con più di una punta di scetticismo, ma non disse niente, accompagnando finalmente il gruppo dentro la città.
Sithelnost era grande circa un terzo di Silvanost, come dimensioni ed ampiezza. Era strutturata su quattro livelli: il primo era ancora adesso adibito a deposito armi, pertanto tutte le case, i negozi, insomma tutti gli edifici scavati negli alberi, nascondevano solo frecce, pece ed acciarini e armi da combattimento corpo a corpo. Alcuni avevano ammucchiato lì dentro anche diversi ordigni dalla forma circolare, composti da un involucro di legno, speciali piante a loro sconosciute e resine e foglie, che, a detta di Alhana avevano un forte potere di combustione, ed erano davvero letali per chi ne avrebbe subito i terribili effetti.
Il secondo livello invece era pattugliato da arcieri e probabilmente rappresentava il fuoco di copertura della città. Qui vivevano i soldati e allo stesso tempo stanziava la difesa principale della città.
Nel terzo e nel quarto erano stati infine spostati gli alloggi per i civili rimasti in città e i magazzini per il cibo, gestiti assolutamente come una grande comunità, dove tutte le risorse venivano condivise equamente per la sopravvivenza del gruppo.
Eluarna scortò i nostri eroi all’interno di un piccolo rifugio al terzo livello della città e fece portare loro acqua e cibo. Quindi iniziò con Alhana una fitta conversazione sui fatti accaduti da una parte e dall’altra.
La regina raccontò dell’invasione della foresta e del suo conseguente esodo a Silvamori, nuova capitale dei silvani fondata nell’Ergoth del sud con l’avallo dei loro cugini Kagonesti, del primo concilio di Whitestone, dove lei, per la sua stupida superbia, aveva rifiutato l’aiuto dei solamnici e dei nani per liberare il suo popolo dal giogo dei signori dei draghi, fino al suo arrivo a Tarsis “la bella”. Le raccontò a quel punto di Raistlin, Sturm e Tanis, umani che l’aiutarono a fuggire dalla città, messa sotto stretto assedio dalle forze del male e del suo ritorno insieme a loro a Silvanesti grazie ad uno dei suoi grifoni reali. Fino ad arrivare ad eventi più recenti, che riguardavano l’utilizzo del globo dei draghi da parte del re e la conseguente fine “dell’incubo con le ali”, ma anche di suo padre, Lorac, coraggiosamente spezzato dal potere dell’artefatto maledetto. Infine le disse che stava onorando un giuramento, che riguardava la sacra missione del chierico Estellen, giunto con i suoi amici a Silvanesti per recuperare qualcosa che probabilmente avrebbe aiutato a vincere la guerra.
Eluarna ascoltò ogni singola parola della sua regina, poi replicò narrando invece ciò che avevano vissuto lei ed il suo popolo ad ovest del Thon – Thalas.
In pratica tre diversi schieramenti dei signori dei draghi, chiamati: “l’ala rossa”, “l’ala verde” e “l’ala bianca”, avevano prima invaso la foresta dal confine ovest, distruggendo attraverso i micidiali e diversificati soffi dei terribili e giganteschi wurms quasi tutti gli alberi e le piante dell'estesa area circostante, poi con le truppe da terra avevano aggredito i villaggi, ed infine le città, trucidando e massacrando senza pietà ogni singolo elfo o elfa, piccoli o grandi che fossero, che avevano incontrato lungo il loro cammino.
Sithelnost era stata l’ultima città a cadere, poiché i ricognitori le avevano dato il tempo di evacuare anticipatamente la città e nascondere così il grosso degli abitanti, vecchi, donne e bambini, negli sla – mori, poco prima che il fuoco, l’acido o il ghiaccio riducessero gli alberi cavi in macerie fumanti. Poi tutti i silvani in grado di reggere un arma avevano ripiegato dentro la città, respingendo il nemico più a lungo che potessero.
Eluarna ebbe un groppo alla gola quando descrisse il momento in cui lei e il suo popolo dovettero ripulire l’area principale della città: aveva contato quasi quattromila corpi, contorti e mutilati, prima di darli alle fiamme! Ancora adesso, dal terreno bruciato e dal color rosso sangue, spuntavano qualche pezzo di metallo o qualche cinghia di cuoio, che erano sfuggite all’attenzione di chi si era occupato di questo macabro compito.
Comunque, quando aveva perso quasi ogni speranza di ricacciare via il nemico, qualcosa aveva fatto impazzire i draghi che, incredibilmente, si erano rivoltati contro i loro eserciti, facendoli a pezzi prima di volare via sibilando confusi fuori dalla foresta. Da quel momento non avevano messo più piede dentro il territorio di Silvanesti, ma gli scout riportavano che “le ali” erano ancora lì, lungo il confine, in attesa che ciò che li aveva resi folli si diradasse e li lasciasse di nuovo entrare per finire ciò che avevano iniziato.
Ora Eluarna sapeva finalmente ciò che era successo: era stato re Lorac a scacciare i draghi! Il re li aveva salvati tutti!
Estellen guardò intensamente Kail, che scosse la testa: meglio una piccola bugia che garantiva morale, che una verità che avrebbe portato conseguenze nefande al loro spirito già sufficientemente a pezzi. Estellen annuì e decise di non intervenire.
Eluarna concluse la chiacchierata dicendo che era felice per il suo popolo, ora che aveva appreso che le forze della regina oscura non sarebbero tornate, ma era a dir poco affranta per le condizioni della foresta: in alcuni punti infatti non esisteva quasi più e anzi c’era il rischio concreto che tutta la cenere e la fuliggine accumulate in chilometri e chilometri di territorio, con il tempo rovinassero irrimediabilmente anche il resto della foresta, riducendola a una steppa polverosa e devastata.
Quasi arrivata alla lacrime, la governatrice guerriera si scusò con la sua regina e lasciò i nostri eroi da soli.
Kail domandò timidamente ad Estellen se poteva aiutare la foresta, ma la portavoce di Paladine sottolineò che solo un prediletto di Chislev poteva sperare di ottemperare a quel compito: purtroppo però dei loro seguaci non ce ne’era più traccia dai tempi del cataclisma.
Illuminata invece da qualcosa che evidentemente i suoi due amici dovevano aver detto, Alhana si alzò in piedi e battendo il pugno sul palmo della mano, uscì dal rifugio per cercare Eluarna: forse c’era un modo di salvare la foresta dopotutto. Tutto quello che dovevano fare era trovare proprio uno degli antichi druidi in grado di esercitare miracoli simili e lei aveva una mezza idea su chi poteva essere costui, ma aveva bisogno subito di una conferma attendibile!