L’alba arrivò troppo presto e i nostri eroi, ancora assonnati, consumarono una veloce colazione prima di riunirsi e decidere il cammino più giusto da fare.
Alhana ed Eiliana proposero a Kail due soluzioni. La prima fu quella di attraversare il Thon - Thalas poco più a nord e poi procedere verso ovest alla cittadella abbandonata di Larune, loro prossima tappa. La seconda, quella di scendere più a sud, verso il guado che avevano già passato alcuni giorni prima da Silvanost per arrivare ad Alinosti, per poi risalire verso nord – ovest e raggiungere la loro méta, tenendo come punto di riferimento il fiume a est.
La prima soluzione era certamente la più semplice e anche quella che avrebbe richiesto meno tempo per raggiungere Larune, ma sarebbe stata anche la più pericolosa, perché il fiume in quel punto era davvero tumultuoso e nemmeno gli elfi osavano sfidarlo con leggerezza per passare dall’altra parte. La seconda strada invece avrebbe richiesto almeno tre giorni di cammino in più, forse quattro, ma avrebbe portato ad un percorso sicuro, più tranquillo e senza insidie.
Il mezzelfo si confrontò quindi con i suoi amici, ascoltando con pazienza le loro opinioni. Poi prese una decisione, scegliendo di procedere verso sud ed il cammino più sicuro.
In effetti scendere lungo il fiume Thon – Thalas fu un percorso quasi piacevole, se non fosse stato per il terribile rumore che proveniva da quelle acque ribollenti che non favorivano certo la comunicazione. Tuttavia alla fine arrivarono al guado sopra la capitale e sia Estellen che Stuard non ebbero praticamente alcun problema a passare sulla sponda ovest del fiume. Le acque infatti sembravano più quiete e più disponibili nei loro confronti.
I nostri amici si accamparono per la notte, ed Eiliana ne approfittò per metterli al corrente dei potenziali pericoli che si sarebbero potuti incontrare da questa parte del fiume. Infatti spiegò che gli eserciti dei signori dei draghi avevano invaso Silvanesti principalmente da ovest e poi da nord, calando dal territorio degli orchi o dalle zone settentrionali, limitrofe ad esso. Gli invasori che erano giunti via mare, cioè da est, essendo arrivati solo in seguito, avevano subìto quasi subito il potente intervento del globo dei draghi e quindi furono costretti a ripiegare verso le navi e la salvezza appena pochi giorni dopo. L’urto principale dunque, la foresta l’aveva subìto proprio laddove si stavano dirigendo e siccome Eiliana ammise che non era mai stata su questo versante dopo l’invasione, concentrando principalmente il suo lavoro di salvataggio dei profughi a sud, a Silvanost e sul versante est, era del tutto allo scuro sulle condizioni attuali di Silvanesti da quelle parti.
Invitò dunque alla cautela massima.
La nobile elfa non credeva fossero rimasti nemici da combattere, ma non si poteva esserne davvero certi. Il territorio era molto vasto e nessuno poteva giurare che qualche soldato o mercenario fosse riuscito a sopravvivere all’ira del globo dei draghi!
Li avrebbe aspettati un viaggio di altri cinque o sei giorni fino a raggiungere Larune e da lì rimanevano solo due città importanti nelle quali poter fare rifornimento di cibo e acqua: Tarithnesti e Sithelnost, la seconda città più importante di tutta la grande foresta. Tuttavia Tarithnesti sarebbe stata troppo fuori mano rispetto al loro percorso, pertanto avrebbero dovuto probabilmente guadare il Thon – Rishas e poi risalire verso nord e raggiungere Sithelnost per fare rifornimenti. Certo il tempo era tiranno con loro, ormai mancava meno di un mese al consiglio di Whitestone, ma tutti sapevano dai tempi di Vantal che se Deneva non li avesse aiutati, in ogni caso non ci sarebbe mai stata la possibilità che questa missione potesse riuscire, seguendo le scadenze previste.
I nostri eroi valutarono anche la possibilità di utilizzare la clessidra di Dorian per richiamare un “cronomante” che potesse aiutarli, ma Kail scartò subito questa opzione poiché i “cronomanti” avevano il controllo sul tempo e non sullo spazio. Almeno era quello che pensava. E se il mago non avesse conosciuto un incantesimo di teletrasporto? O se semplicemente non avesse potuto aiutarli, perché la storia avrebbe dovuto svolgersi libera da un suo intervento diretto?
Il silenzio calò implacabile sul gruppo.
Stuard osservò che comunque bisognava pensare sempre un problema alla volta. Intanto sottolineò l’esigenza di prendere il tanto ambito libro bianco di Paladine, vero fulcro della loro missione, poi avrebbero stabilito quale fosse la scorciatoia migliore per raggiungere in tempo il secondo consiglio di Whitestone, dall’altra parte del mondo conosciuto. Nel frattempo sarebbe convenuto a tutti riposare, perché l’indomani all’alba avrebbero dovuto compiere un lungo tragitto per raggiungere Larune, la loro prossima tappa. Il loro problema più vicino.
Alle prime luci del giorno infatti il gruppo si rimise in viaggio.
Eiliana ed Alhana facevano da apri pista, mentre Kail si occupava di capire se in mezzo alla foresta poteva esserci qualche insidia da cui rimanere lontani.
Già dopo il secondo giorno di cammino in direzione nord ovest, il mezzelfo e le sue amiche dalle orecchie a punta, cominciarono a notare dei piccoli ma sostanziali cambiamenti nel territorio circostante. Infatti sembrava che le fronde degli alberi avessero subito delle leggere bruciature, come se più avanti ci fosse stato un esteso incendio che però si era protratto fino a quel punto per poi spegnersi del tutto. I tre silvani si guardarono perplessi e nessuno di loro aveva nello sguardo buone aspettative.
Infatti nel giro di poche centinaia di metri, i nostri eroi assistettero ad una trasformazione radicale nell’ambiente limitrofo: gli alberi, un tempo rigogliosi e forti, erano ridotti a dei tronconi anneriti e bruciati, l’erba verde e profumata era stata riarsa e distrutta, mentre alcuni cadaveri cominciavano a spuntare sul terreno, feriti a morte dalla magia dei draghi. Si, perché non esisteva altra spiegazione a quello scempio: il fuoco aveva devastato il settanta percento della selva, ma c’erano tracce anche di ghiaccio e di acido su ciò che rimaneva della flora circostante, segnale inequivocabile che non erano solo i draghi rossi ad essere stati coinvolti nell’invasione di Silvanesti, ma anche i verdi e i bianchi dovevano aver partecipato, anche se con meno fervore rispetto ai loro cugini color cremisi. Inoltre erano disseminati in ogni direzione cadaveri semi carbonizzati di goblin, hobgoblin e mercenari umani, oltre a moltissimi elfi, coinvolti nella carneficina.
Eiliana sembrava allibita, shoccata, così come la regina, che vagava tra i corpi dei suoi sudditi, disperandosi. Estellen offrì a quelle centinaia di guerrieri, caduti in difesa della propria terra, la benedizione di E’li. Poi, a malincuore, dovettero convincere le due elfe a proseguire: Silvanesti avrebbe provveduto ad accogliere quei poveri corpi nella propria terra e a rendergli il giusto omaggio trasformando la loro morte in nuova vita.
Stuard tacque, ma in cuor suo non riusciva proprio ad immaginare come avrebbe fatto la grande foresta a riprendersi questa volta da quelle cicatrici mostruose. Il cavaliere sfoderò poi l'antica e incantata spada e notò come essa avesse irradiato immediatamente una luce bluastra su tutta la zona visibile e per parecchi chilometri in direzione nord. Questo era una segno inequivocabile che una grande magia si era abbattuta in quest’area!
Nel loro cammino tra la devastazione, la fuliggine, che ricopriva ogni cosa e i morti, sempre più numerosi, il gruppo cominciò a capire la portata del potere del loro nemico. Se ne resero davvero conto quando, tra i morti, scorsero perfino un “wardancer” : uno dei tredici guerrieri sacri, che, secondo Alhana, erano i guerrieri più forti tra gli elfi e che si diceva potessero tener testa da soli a un intero esercito. Anche quel glorioso e indomito combattente era stato costretto a soccombere sotto i lunghi artigli e le mortali fauci dei draghi: creature quasi invincibili, soprattutto se venivano affrontate corpo a corpo.
Stuard rifletteva proprio su questo, non riuscendo proprio ad immaginare come i cavalieri di Solamnia avessero intenzione di affrontarli sul campo di battaglia. Anche se fossero stati migliaia, sarebbero bastati un pugno di draghi per annientarli tutti. Infatti qui si trovavano in una foresta, terreno poco adatto per combattere per delle creature alate gigantesche e comunque avevano raso al suolo ogni cosa, ma su un terreno aperto, senza alcun nascondiglio o difesa, chi poteva sperare di sopravvivere?
Comunque, alla fine i nostri eroi arrivarono finalmente a Larune, sporchi di cenere, distrutti nel morale per la terribile carneficina incontrata lungo il tragitto e addolorati per la foresta. Non appena misero piede nella cittadella abbandonata, capirono che le cose potevano solo peggiorare se si fossero spinti ancor di più verso ovest.