Kail iniziò a snocciolare una storia credibile, tenendo in considerazione quel poco che avevano trovato in casa e quello che Astarte gli aveva raccontato durante la sua permanenza nel suo maniero. Il quadro che ne uscì rimaneva però ancora pieno di incognite e di motivazioni inspiegabili al momento, finché Stuard si ricordò dello studiolo nell’angolo sud – est della casa. Il cavaliere rovistò tosto tra i cassetti e la scrivania, rinvenendo alla fine un piccolo diario che consegnò nelle mani del mezzelfo.
Estellen e le elfe invece ne approfittarono per dare un’occhiata ai numerosi quadri appesi ai muri, scoprendo che si trattava perlopiù di ritratti, disegnati a mano libera tramite acquarelli o carboncini e portavano tutti la medesima firma: Decius Tennier! I soggetti erano quasi sempre gli stessi: due elfi, un uomo ed una donna, all’apparenza innamorati, oppure un’elfa ritratta sempre in pose aggraziate e sorridenti.
Quindi l’elfo sepolto fuori di casa, Decius Tennier, era stato anche l’autore di questi splendidi disegni, di cui la sacerdotessa di Paladine e le sue amiche poterono constatarne la raffinata bellezza. Di certo dunque Decius e quell’elfa non erano stati dunque fratello e sorella o cugini, ma probabilmente amanti.
Questa supposizione fatta da Estellen, trovò conferma nel diario che Kail iniziò a sfogliare, scoprendo innanzitutto che si trattava proprio delle note personali di Eyne Londelle, sua madre!
Nel diario, Kail rinvenne delle note riportate in maniera frettolosa e quasi impaurita da Eyne, dove sottolineava che un certo Moebius, un nobile elfo di sangue reale, conosciuto per puro caso (?) in un ricevimento al Tempio di E’li, dove lei era ancora un’accolita, era rimasto ammaliato dalla sua incantevole bellezza e: “l’aveva corteggiata oltre la giusta misura”. Questo era stato il commento preciso a piè di pagina.
Nelle prime annotazioni circa questo emblematico personaggio, pur essendo compiaciuta delle sue fascinose attenzioni (più di una volta Eyne aveva dipinto Moebius come “qualcuno che emanava un’attrazione strana, magnetica e quasi irresistibile”), emergeva comunque il fatto che il suo amore era rivolto soltanto per Decius Tennier (!), poiché il loro legame amoroso era iniziato fin dall’infanzia.
Dunque Decius ed Eyne erano davvero amanti e quei ritratti appesi alle pareti ne erano l’inconfutabile riprova!
Dopo aver appreso le sue intenzioni, in una lettera che si era poi affrettata a distruggere con il fuoco, Moebius aveva scritto ad Eyne, avvertendola di non sposarsi con Decius, poiché egli non la meritava. La spronava anzi a lasciarlo immediatamente e a unirsi invece a lui, che le avrebbe potuto offrire una vita lunga e piena di agi. Tuttavia Eyne era fortemente motivata a passare l’eternità con il suo amato e una notte di mezza estate volle incontrare Moebius ai “giardini dei sogni”, per dirgli di allontanarsi definitivamente e per sempre dalla sua vita.
Tuttavia a causa della sua scelta di convolare a nozze con Decius, Eyne fu presto costretta a lasciare il Tempio di Paladine, proprio per via delle pressioni del ricco e potente Moebius sulla somma sacerdotessa Tymora. La leader del tempio fece il possibile per rifiutare l’espulsione di Eyne dal luogo sacro, dove aveva ampiamente dimostrato più e più volte, di essere tra le più fervide e salde seguaci di E’li. Tuttavia, quando il re in persona trasformò la richiesta di Moebius in un ordine reale, Tymora non ebbe scelta e dovette allontanare Eyne dall’ordine delle "dodici vergini".
Sua madre scriveva a questo punto che fu molto delusa ed amareggiata da questa “imposizione dall’alto”, ma che questa triste esperienza non l’avrebbe spinta a ripensare il suo legame con Decius. Purtroppo però le cose continuarono a peggiorare, sia per lei che per lui. Dopo il matrimonio infatti, i rapporti tra Eyne e Decius iniziarono a complicarsi, poiché Eyne non riusciva a trovare alcuna sistemazione od occupazione a Silvanost (ogni tentativo di trovare un lavoro veniva stranamente vanificato, mentre le pressioni e le attenzioni di Moebius nei suoi confronti continuavano a farsi insistenti).
Poi Eyne rimase incinta, un evento accolto con gioia dalla coppia, ma che fu assai strano, poiché Decius in quel periodo era piuttosto assente tra le lenzuola per via di una serie di problemi personali. Tra questi, il fatto che cominciò a fare dei sogni molto strani e angoscianti: vedeva spesso sé stesso avvolto in spire verdastre, come se fossero ali spiegate e attorno alle quali vorticassero vapori empi e fetidi color smeraldo.
Quindi iniziò ad ammalarsi.
Nonostante tutte le preghiere rivolte a Paladine e tutta la devozione che aveva serbato per tutta la vita nel “sentiero dei dodici passi”, mai una volta E’li sembrò mostrare compassione nei suoi confronti e il desiderio di volerla aiutare. Finché un giorno anche Eyne sognò Moebius, il quale le mostrò la via del drago dai cinque volti, in circostanze parecchio bizzarre, che lei non riusciva a ricordare bene, mostrandole quale fosse l’unica strada per salvare il marito.
Poi sua madre partorì, ma sia a lei che al marito rimasero solo ricordi confusi di quei momenti concitanti, anche perché quando si risvegliò e domandò a un frastornato Decius dove fosse suo figlio (o figlia), non trovarono nessun infante in casa, come se la sua gravidanza fosse stata un’invenzione, l’amaro frutto della sua follia.
Distrutti dal dolore, Eyne e Decius si trasferirono ad Alinosti, dove sua madre poté dedicarsi agli studi delle arti oscure e al culto di Takhisis, che in una visione le era apparsa sotto l’aspetto di una donna bellissima e le aveva detto di avere fede perché lei avrebbe salvato la vita di suo marito. Tuttavia, Decius continuava a peggiorare, perfino il suo alito emanava in quei giorni vapori verdastri, come se qualcosa lo stesse mangiando dall'interno, ed Eyne, nonostante avesse trovato aiuto e lavoro presso un alchimista ed erborista di Alinosti per lenire le sue sofferenze, alla fine lo vide spirare tra le sue braccia, in una sera d’inverno di circa sessanta anni prima.
Lei pregò Takhisis con ogni oncia della sua volontà e la dea oscura le donò la facoltà di trasformare il suo amato in un non - morto. Tuttavia, poiché Decius indossava ancora il suo “gioiello delle stelle”, non mutò in un semplice spettro, privo di ragione ed emozione, ma in un “necrospettro”: un’anima afflitta e tormentata, ma non empia, ed ancora capace di riconoscerla ed amarla.
Disperata, Eyne decise di partire, ed andare in pellegrinaggio a Neraka per avere un’illuminazione e lì Takhisis le rivelò cosa avrebbe dovuto fare per riportare in vita il suo congiunto attraverso l’alchimia, le arti oscure e un sacrificio d’amore (ecco a cosa servivano gli ingredienti trovati da Estellen dentro il libro di Alchimia). A Neraka, Eyne ottenne anche "il medaglione di Takhisis”: non un comune amuleto di appartenenza al culto della dea oscura, ma un oggetto unico, poliedrico e senziente, tra l’altro anche componente essenziale per ultimare il rituale di resurrezione stesso, grazie al forte legame con il sangue che esso stabiliva con il suo possessore.
Kail leggeva il diario nervosamente, avidamente, ma da questo punto al successivo, c’era un buco di alcuni anni.
Quando riprese il filo del racconto, sua madre si preparava per un lungo viaggio nella Solamnia per reperire il quarto ingrediente. A piè di pagina spiccavano alcune note poi sul quinto elemento che recitava così:
“Farei di tutto per farti rivivere, Decius amore mio. Ma questo? Sospetto che non riuscirò mai a farlo”.
Le sibilline parole di sua madre risvegliarono nel mezzelfo dolorosi ricordi, di quando da adolescente Astarte gli raccontò di come lei avesse tentato di sacrificarlo alla dea oscura, ma suo padre, il cavaliere Lucas Uth Mohdi, era riuscito ad impedirlo.
Certo la sua era stata una vita sfortunata. Soprattutto lo era stato il suo incontro con Moebius, che probabilmente era proprio il maledetto drago Cyan Bloodbane, flagello di Silvanesti, che le aveva tolto ogni cosa, partendo dalla sua fede in Paladine, poi suo figlio, ed infine suo marito.
Tuttavia lei l’aveva partorito e aveva cercato di ucciderlo: questo era quello che per lui contava davvero, ed era il motivo per cui non riusciva a non odiarla!
I pezzi sembravano dunque andati tutti al loro posto, tranne un dettaglio: il diario non parlava di come Eyne si fosse procurata “il tocco della morte”, poiché da quel che sapeva, sua madre era stata catturata da suo padre prima che potesse arrivare a Dargaard Keep. Quindi c’era ancora qualcosa di oscuro sulla vicenda, ma adesso il mezzelfo ed i suoi amici avevano certamente più consapevolezza con chi avessero a che fare: una persona piena d'odio e risentimento, distrutta da un mostro alato e spogliata completamente della luce degli elfi.