Nascosti dietro una angusta macchia di alberi, il gruppo aspettava fiducioso che Kail prendesse una decisione sul da farsi.
Il mezzelfo non si fece aspettare più di tanto, ma ciò che disse portò presto all’esasperazione Eiliana e i suoi amici. Infatti Kail sottolineò come quella fosse la sua personale ordalia, ordalia che non poteva certo ignorare, ora che era arrivato finalmente alla fonte delle informazioni su sua madre. Non avrebbe rinunciato nemmeno se ci fosse stato un cavaliere della morte a impedirlo! Pertanto affermò con determinazione che lui sarebbe andato avanti, ma che i suoi amici avrebbero fatto bene a non seguirlo, perché avrebbero messo a repentaglio le loro vite e la missione di Estellen che era ben più importante della sua. Stuard gli fece notare che nessuno poteva decidere per lui in merito a questo e che egli non avrebbe potuto mai lasciare un suo amico in difficoltà. Lo stesso valeva per la portavoce di Paladine, che ben sapeva quanto accedere a quella casa fosse importante per l’equilibrio spirituale del mezzelfo. Perfino le due elfe gli domandarono perché stavano perdendo tempo a discuterne e alla fine, nonostante la paura innaturale ed il freddo gelido che quel posto solitario ed inquietante ispirava, i cinque amici si mossero impavidamente verso lo steccato.
Prima di entrare, fecero tutti un giro di ricognizione della casa, scoprendo così che le finestre erano sbarrate, che c’era una sola porta d’entrata e che la casa comprendeva un vano a parte piuttosto strano e che faceva diventare asimmetrica l’intera struttura. Inoltre, dietro la casa, scorsero una piccola fossa coperta di terra: una tomba rudimentale dove certamente un corpo era stato seppellito.
Tornati allo steccato, Stuard fu il primo ad oltrepassarlo, non però senza un gravoso sforzo di volontà, seguito da presso da Kail ed Estellen, anch’essi piuttosto provati da quella scelta. Alhana ed Eiliana rimasero invece indietro, congelate dal terrore.
Come i nostri eroi misero piede nel cortile, una leggera nebbia verdognola cominciò a salire dal terreno, finché una parte dei fumi che si elevavano verso l’alto, iniziarono a formare una indistinta sagoma. Dapprima davvero sfumata e vaga, poi col passare dei secondi, sempre più definita e dai contorni spaventosi. Aveva l'aspetto abbozzato di un elfo, il cui volto era parzialmente sfigurato e decomposto. Aveva i capelli bianchi e lunghi tenuti alla fronte da un laccio sottile e nelle mani reggeva due pugnali fumosi, che lasciavano andare continue volute di vapori quando le braccia eteree si muovevano sincronicamente.
Estellen pensò erroneamente che quella creatura fosse uno spettro e si mosse dunque per bandirlo. Pregò Paladine di scacciarlo, ma la sua invocazione non sortì il risultato sperato. La giovane offrì ai suoi amici un’unica spiegazione per il suo fallimento: quella non era una creatura mossa dall’odio e dal male, ma da qualche altra cosa molto più nobile. Qualcosa di buono, di giusto.
Pertanto doveva trattarsi di un “necrospettro”: un’entità eterea, ma diversa dagli spettri comuni, che erano esseri senza raziocinio né emozioni, evocati solo per uccidere e distruggere. Quella creatura aveva invece un’intelligenza elementare, ed era spinta da forti emozioni. Inoltre, finché non avessero trovato il motivo della sua presenza in quel luogo, l’oggetto cui era stato vincolato per custodire quella casa o qualunque altra cosa, non sarebbe stato possibile per nessuno distruggerlo o bandirlo. Così Estellen volle andare a dare un’occhiata alla tomba dietro la casa: magari essa poteva offrire dei dettagli per capire meglio la natura e le motivazioni di quell’essere e cosa lo teneva ancora attaccato al mondo mortale.
Comunque il “necrospettro” non si mostrò affatto pacifico verso i nostri eroi. Appena fu sufficientemente materiale, si avvicinò in maniera piuttosto aggressiva a Kail, che stava lentamente arretrando, cercando di raggiungere l’entrata della casa. Poco prima che fosse costretto a difendersi però, la creatura spettrale traballò indecisa, tra mille spire di fumo, sorpresa da qualcosa che Kail evidentemente non sospettava esso potesse temere.
Il mezzelfo ci mise comunque poco a capirlo: si trattava del medaglione di sua madre!
Nonostante la creatura rimanesse vigile a fronteggiarlo e a minacciarlo con i suoi pugnali fumosi, almeno non sembrava volesse aggredirlo direttamente. Con il volgere dei secondi Kail capì un altro dettaglio importante: l’entità non pareva spaventata dal medaglione, solo curiosa: come se l’avesse già visto prima e fosse adesso confuso sul da farsi.
Stuard manteneva alta la sua antica spada, muovendosi elegantemente nella fitta nebbia e sprigionando bagliori bluastri e smeraldini attraverso di essa e creando dei giochi di luce sicuramente inquietanti, ma permettendo in questo modo ai suoi amici di avere una migliore visibilità attraverso i vapori che salivano incessantemente dal terreno.
Quando Estellen raggiunse la tomba, notò che c’erano due ombre accucciate per terra, ed avvertì immediatamente i suoi amici di questo dettaglio. In risposta, il “necrospettro” comprese per istinto che qualcuno si stava avvicinando troppo alla tomba, altro luogo che evidentemente era stato vincolato a difendere e si precipitò contro Estellen con la chiara motivazione di ucciderla sul posto. Stuard si frappose tra lo spettro e la sua amica, menando un preciso e fortunato fendente con l’antica spada, che tagliò in due l’entità dissolvendola all’istante in una nube di fumo gelido.
Estellen ebbe così il tempo di avvicinarsi alle due sagome rannicchiate, scoprendo così che si trattava di Eiliana ed Alhana, completamente assorte ad esaminare la tomba. Le due cugine elfe infatti le mostrarono alla dama bianca che colui che era stato seppellito in quella fossa altri non era che “Decius Tennier”, uno dei due proprietari della casa!
Nel frattempo Kail aveva affiancato il cavaliere, preparandosi al ritorno del “necrospettro”, che stava materializzandosi nuovamente al centro del cortile. Questa volta fu il mezzelfo ad aggredirlo, ma lo spettro fu più veloce di lui, evitò il suo fendente e contrattaccò: fu un miracolo se Kail riuscì a sua volta a schivare, salvandosi miracolosamente la vita! Quindi lo spettro si voltò verso Stuard e lo attaccò con ferocia con i suoi due pugnali vorticanti. La spada incantata del cavaliere parò uno dei due affondi dello spettro, ma il secondo passò la guardia del guerriero, attraversando il suo scudo come burro e facendo passare la lama a sole due dita dal suo collo scoperto. Stuard avvertì un freddo impossibile da sopportare al braccio che reggeva lo scudo, tanto che fu costretto a lasciarlo andare e a piegarsi in due dal dolore.
Kail intervenne, tenendo a bada l’entità, che ancora tentennava se colpirlo o meno per via del suo medaglione maledetto. Il mezzelfo, in quel momento che lo stava fronteggiando, notò che lo spettro aveva qualcosa di molto singolare al collo: un gioiello delle stelle, un pegno d’amore che qualcuno gli aveva fatto dono! Perplesso, aggrottò le sopracciglia, non riuscendo a collegare quell’informazione a ciò che stava capitando in quel dannato cortile.
Nel frattempo Estellen e le due elfe avevano finito di scavare in quella putrida fossa, utilizzando i coltelli o le mani nude, rinvenendo alla fine dei miseri resti che però rivelarono informazioni importanti. Intanto che quell’elfo era morto per qualche malattia e non a causa di una morte traumatica, come ferite ecc… La cosa era assai strana, perché gli elfi rarissimamente si ammalavano e quando lo facevano, riguardava sempre l’aspetto spirituale e mai fisico. Inoltre le ossa della salma semidecomposta erano verdastre, segno che un’oscura maledizione era calata su di lei e alla fine l’aveva uccisa dopo sofferenze indicibili.
Estellen provò a benedire il cadavere per poter mandare la sua anima finalmente tra le braccia di Paladine, ma nonostante esso fremesse per obbedire alla volontà della giovane, c’era qualcosa che lo obbligava a rimanere invece su questa terra a patire sofferenze per l'eternità.
Estellen controllò dunque meglio il cadavere nel tentativo di scoprire cosa fosse e alla fine notò il gioiello delle stelle. Chiese dunque perdono al cadavere e poi gli sfilò dal collo l’argenteo monile. Quindi ripeté la benedizione e questa volta ebbe successo! Appena in tempo, perché il “necrospettro” era come impazzito quando la portavoce di Paladine si era avvicinata al corpo che probabilmente era proprio il suo. L’invocazione della sacerdotessa di Paladine disperse alla fine la sofferente entità, che si dissolse come una nuvola al sole. Perfino le sue ossa si abbandonarono al meritato riposo.
Infine la nebbia scomparve e il freddo gelido che l’accompagnava si dissipò pian piano. I nostri eroi esalarono un sospiro sofferto: se l’erano davvero vista brutta questa volta!
Poi Estellen donò a Kail il gioiello delle stelle dell’elfo sepolto, che portava le iniziali di sua madre “E. L.”, ma guardando l’espressione ancor più corrucciata del mezzelfo, comprese che il suo amico non aveva capito granché di ciò che era successo in quell’angolo dimenticato dagli dei, a nord ovest di Alinosti. Pertanto decisero di muoversi e andarlo a scoprire: la casa dei Tennier era adesso proprio lì, solitaria davanti a loro!