Dopo aver svelato chi si celava dietro “l’incubo con le ali”, ed aver appreso che ciò che re Lorac aveva liberato da pochi mesi in realtà camminava tra i silvani da millenni e da millenni stava costruendo le condizioni affinché accadesse oggi questa scia di dolore e morte, i nostri eroi si prepararono a disimpigliare l’ultima fitta trama di questo intricato e malevolo ordito.
Raccogliendosi attorno ad Estellen, Kail e Stuard la presero per mano, mentre Eiliana la abbracciò teneramente e rimase stretta a lei finché si manifestò l’ennesimo miracolo. Solo Estellen infatti avrebbe potuto portare i suoi amici a destinazione nel piano più alto della Torre, un piano invisibile ma che ora tutti sapevano esistesse da sempre. Così pregò Paladine di darle la forza di scortare queste anime giuste vicino al suo cospetto, perché era necessario scoprire se qualcuno era infine sopravvissuto all’ira infida del drago smeraldino oppure no.
Di nuovo una luce calda, intensa ed azzurra, uscì dal petto di Estellen, abbracciando questa volta anche i suoi amici, che, per pochi secondi, dimenticarono qualunque ansia, paura e dolore avessero accumulato fino a quel momento dall’inizio dei loro viaggi. Quando tutti riaprirono gli occhi, alzarono lo sguardo verso la volta della Torre, scoprendo che essa si trovava incredibilmente a pochi metri da loro. La luce che emanavano le tredici costellazioni sembrava adesso talmente vicina, che tutti pensarono potessero arrivare a toccarla semplicemente saltando sul posto.
Inoltre c’era effettivamente qualcuno lì con loro al dodicesimo piano della Torre, inginocchiato a pregare E’li dentro una vuota alcova. Kail aveva pensato per un attimo che potesse trattarsi davvero di Lorac, ma cambiò subito idea, perché dalle vesti che indossava si vedeva chiaramente che era una donna. Non ebbe però il tempo di farle delle domande o qualunque altra cosa gli fosse venuta in mente, perché Eiliana lo anticipò, gridando stupita il nome di sua cugina Alhana!
La principessa Alhana Starbreeze si voltò ancor più incredula di sua cugina e le due si avvolsero in un caldo abbraccio riunificatore nel tempo di un respiro. Il gruppo rimase un po’ in disparte, dando alle due parenti il tempo di godersi quel momento intenso, poi Eiliana presentò i nostri eroi alla figlia del re, uno ad uno e con il massimo rispetto ed onori possibili. Quindi cominciò a porle una marea di domande, alle quali Alhana ovviamente non si sottrasse.
La figlia del re era più alta della cugina, ed aveva un portamento di certo più sofisticato, più regale, tuttavia mostrava la sua stessa acutezza e determinazione e le sue parole non erano mai banali, ma sempre scelte con cura certosina. Portava al collo un gioiello simile a quello di Eiliana, ma la sua stella era composta di sole quattro punte argentine anziché cinque. Eiliana ovviamente notò questo dettaglio, ma preferì che sua cugina gestisse il racconto dei suoi ultimi mesi passati in giro per Krynn liberamente, senza distrazioni da parte sua.
La prima cosa che Alhana riportò fu che suo padre, re Lorac Caladon, era purtroppo morto. L’aveva seppellito lei stessa all’interno dei giardini d’argento, poco fuori la Torre delle Stelle.
Confortata dal cordoglio dei presenti e dal pianto sommesso di Eiliana, fece poi un passo indietro e raccontò dall’inizio le sue avventure, partendo da dopo aver fondato il regno di Silvamori nel territorio dei loro cugini Kagonesti.
Alhana aveva lasciato il compito di guidare la sua gente a Kirin, il fratello di Eiliana, mentre lei aveva deciso di recarsi al concilio di Whitestone per presiedere ad un incontro che aveva avuto come scopo unire tutte le razze libere di Krynn contro il loro nemico comune: la regina Takhisis e gli eserciti dei signori dei draghi. Purtroppo ammise che, anche grazie alla sua arroganza e il suo orgoglio, il consiglio si era spento con un nulla di fatto, rimandando ogni decisione di eventuali alleanze militari nei primi giorni dell’anno venturo. Allorché, morsa dall’angoscia per suo padre e per la sua amata foresta, dopo qualche settimana Alhana mise da parte la sua regale alterigia e raggiunse Tarsis per chiedere aiuto agli umani e ai nani, ma qui, anche a causa dell’attacco imprevisto dei signori dei draghi alla città, non ricevette alcun ausilio, ma anzi fu imprigionata con altri forestieri come lei. In prigione conobbe un cavaliere e alcuni suoi amici, che, mossi dalla compassione per le sorti dei silvani, si offrirono di aiutarla. Sfruttando il momento di caos assoluto e lo scompiglio generato nella città di Tarsis che andava a fuoco, lei, il cavaliere e i suoi amici, riuscirono alfine a fuggire dal posto di guardia ove erano stati confinati.
A questo punto Alahna fece una pausa intensa, mentre i suoi occhi neri e meravigliosi si posarono fugacemente su Stuard, facendo intendere a tutti che c’era stato qualcosa di importante tra lei e questo cavaliere di cui aveva fatto accenno. Talmente importante che alla fine le aveva offerto il suo cuore, attraverso il dono più prezioso: il suo gioiello delle stelle! Quello che adesso indossava era il suo gemello, la sua controparte speculare. Attraverso di esso, collegato in maniera indissolubile a quello che il cavaliere aveva adesso al collo, Alhana sarebbe rimasta per sempre vicina alla persona amata, anche se si fossero trovati a molte miglia di distanza. La figlia del re osò chiedere soltanto a Stuard, in virtù del suo status di cavaliere, qualora riuscisse ad incontrarlo in futuro, di riferirgli che lui sarebbe rimasto per sempre nei suoi pensieri e che il suo cuore gli sarebbe sempre appartenuto, anche se la vita li avrebbe costretti a fare scelte diverse dallo stare insieme. Stuard non era certo delle parole che avrebbe dovuto scegliere per risponderle adeguatamente, pertanto decise di tacere ed annuire, giurando di esaudire la sua richiesta. Domandò solo come si chiamasse codesto cavaliere, ed Alhana rispose:
“Il suo nome è Sturm. Sturm Brightblade.”
Comunque, sebbene le strade con Sturm si fossero divise prematuramente, un mago dalle vesti rosse, un mezzelfo dalla barba rossiccia, un guerriero possente, un barbaro delle pianure, un vero chierico di Mishakal e un kender, decisero comunque di aiutarla, tornando insieme a Silvanost e fronteggiando con coraggio “l’incubo con le ali”. Per un pelo non furono sopraffatti dal potere dell’artefatto malvagio, chiamato: “globo dei draghi”, ma per fortuna, grazie soprattutto alla sagacia e all’abilità dal mago di nome Raistlin, la maledizione del drago verde, Cyan Bloodbane, venne spezzata e suo padre e Silvanost finalmente liberati. Alhana poi aveva lasciato che Gwyneth, il suo grifone, li riportasse a casa, per poter svolgere altre importanti missioni per conto delle forze della luce. Lei era invece rimasta a Silvanost, prima di tutto perché pensava sul serio di salvare ancora suo padre e poi perché era in attesa di un segno, un cambiamento profondo, che aveva visto nei suoi sogni e che presto si sarebbe avverato, spingendola a prendere decisioni importanti per sé stessa e per il suo popolo.
Quindi arrivò il momento di Eiliana raccontarle le sue disavventure, dentro e fuori la foresta. Fino all’incontro con i suoi amici nell’accampamento degli orchi. Lì era cambiato tutto: avevano trovato obiettivi comuni, ed erano riusciti, soprattutto grazie ad Estellen, a purificare luoghi sacri, diventati empi, come il tempio di Chislev e adesso la Torre delle Stelle.
Inoltre le parlò di cosa aveva fatto il drago Cyan al suo popolo durante gli ultimi millenni, fino a dirle che nella Torre delle Stelle c’era molto di più di quelle briciole che lei e molti altri erano riusciti a stento a trovare. Il velo della menzogna era stato finalmente tolto e adesso, con l’aiuto di Estellen, il tredicesimo passo sarebbe stato reso evidente, per loro e per tutti i silvani della foresta! I doni di E’li sarebbero di nuovo stati disponibili per tutti i suoi figli.