Prima di entrare nella Torre, Eiliana invitò Kail a togliersi dal collo il medaglione di Takhisis, poiché le sembrava irrispettoso nei confronti del drago di platino, portare un oggetto così malvagio dentro il suo sacro tempio. Tuttavia quando il mezzelfo iniziò ad annaspare e ad appassire davanti agli occhi dei suoi esterrefatti amici, la stessa nobile elfa lo andò a recuperare e a rimetterglielo addosso, prima di vederlo agonizzare in maniera atroce sul pavimento. Era certa che Paladine, nella sua infinita magnanimità, avrebbe certamente capito la situazione. In questo modo un po’ brutale, Kail comprese che se qualcuno fosse riuscito a sottrargli il nefasto amuleto di sua madre, avrebbe probabilmente perso la vita.
Sebbene fossero abituati alla diversa concezione della spazialità che avevano gli elfi, gli interni di quell’edificio erano davvero singolari, per non dire bizzarri.
C’erano moltissimi divisori alti più di una dozzina di metri, che appunto tenevano separati i diversi vani del piano terra, come fosse un enorme labirinto intricato, ed elaborato in maniera incomprensibile per gli umani.
Ogni vano aveva una stretta alcova con un inginocchiatoio e l’effige di E’li ben visibile sopra di esso. Si trattava certamente di tanti piccoli luoghi di preghiera e raccoglimento.
Tuttavia Kail non trovò alcuna rampa di scale per salire ai piani superiori, anzi, a dirla tutta, non c’erano proprio "piani superiori" in quella struttura!
Quando Estellen alzò lo sguardo verso l'alto infatti, notò subito questo dettaglio e tutti si girarono quindi verso Eliana per avere delle risposte. Come poteva esser possibile che Stuard avesse notato una luce brillante provenire dagli ultimi piani dell'edificio, se non ce n’erano?
Inoltre Estellen rimase affascinata a contemplare la volta a cupola della sacra costruzione: intanto perché era davvero magnifica, in secondo luogo perché aveva dei fori molto ampi che permettevano alla luce di filtrare da sopra ed illuminare tutto l’interno della torre, in terzo luogo perché la luce che arrivava dall’alto era quella delle stelle e non quella del sole (cosa assai strana visto l’orario), ed infine perché quei fori riproducevano con cura meticolosa la costellazione del drago di platino!
Tuttavia la giovane portavoce di Paladine continuava ossessivamente ad osservare meglio quelle dodici luci, perché c’era qualcosa di sbagliato in esse. Non riusciva a capire bene ancora cosa, ma sentiva che la costellazione di E’li, sebbene riprodotta minuziosamente in quella volta a cupola, mancava di qualcosa. Qualcosa di importante. Crucciandosi per non aver le nozioni giuste per sapere dove risiedesse il problema, Estellen poi tornò dai suoi amici e da Eiliana, che era l’unica che aveva un po’ di informazioni utili sulla Torre delle Stelle.
Proprio in quel momento, Quill si staccò dalla spalla della sacerdotessa di Paladine e volò all’interno di un vano poco distante.
Eiliana nel frattempo spiegò come anticamente veniva utilizzata la Torre. Quel luogo era un luogo mistico e di preghiera, dove un tempo il popolo cercava esclusivamente la comunione con E’li. Per poter toccare il loro dio, essi avrebbero dovuto compiere “Il sentiero dei dodici passi”, in tempi lontani conosciuto semplicemente come “il sentiero”: un procedimento di preghiera e raccoglimento spirituale, che le sacerdotesse del Tempio di Paladine facevano compiere a tutti i silvani che cercavano di conoscere la loro reale vicinanza con E’li. Chiaramente laggiù la procedura era molto semplificata rispetto a questa. Qui alla Torre il "sentiero" mostrava esattamente il livello di affinità che esisteva con E’li, facendo salire fisicamente il candidato all’esatto piano che corrispondeva a quanti passi egli fosse davvero vicino al drago di platino.
I passi erano i seguenti, ed erano tutti scritti in elfico antico sulle pareti di ogni singolo vano della Torre delle Stelle:
“il primo passo [conduce] alla speranza, il secondo passo alla luce, il terzo alla gloria, il quarto alla virtù, il quinto alla giustizia, il sesto alla determinazione, il settimo alla gentilezza, l’ottavo al coraggio, il nono alla bontà, il decimo alla forza, l’undicesimo alla gioia, il dodicesimo al perdono.”
Questi precetti non erano messi in ordine di successione seguendo quello schema, pertanto se qualcuno per esempio avesse scoperto di poter compiere solo sette dei dodici passi del "sentiero" di E’li, saprebbe che gliene mancavano ben cinque per ascendere alla sua grazia, ma non quali fossero in particolare. Avrebbero così dovuto lavorare su tutti e dodici, sempre, tutti i giorni, per poter sperare di innalzarsi verso di Lui.
Il gruppo si guardò perplesso, non proprio convinto di aver capito completamente il procedimento.
Allorché Eiliana mostrò loro come funzionava nella pratica, prendendo posto proprio sull’inginocchiatoio dove Quill era volato pochi secondi prima. Estellen sorrise all’abilità di quello straordinario animale guida e una parte di lei si rammaricò perché la sua lupa, Glemdya, non era lì con lei ad aiutarla in quel momento. Se solo fosse riuscita a ricordare qualcosa della sua vita precedente, di quando era stata Lindaara, probabilmente adesso non avrebbero avuto problemi a risolvere il mistero che aleggiava sopra la Torre e Silvanost.
La nobile elfa sussurrò il nome di E’li, chiudendo gli occhi ed entrando in mistica concentrazione. Dopo qualche secondo sparì, gettando nel panico i suoi amici. Fortunatamente, però, riapparve dopo un paio di minuti, il viso un po’ affranto dal dispiacere. Eiliana infatti affermò di esser salita, come già aveva appreso molti anni prima, solamente al quarto piano della Torre: troppo in basso per sperare di incontrare Paladine in questa vita. Quindi invitò con un sorriso sincero Estellen a tentare la scalata e la giovane sacerdotessa non se lo fece ripetere due volte. Si inginocchiò e prese a pregare Paladine di aiutarla, in questa nuova, incredibile impresa. Quando riaprì gli occhi la volta della cupola era davvero molto più vicina, tanto che le sembrò di poter quasi toccare le stelle.
Purtroppo però non abbastanza vicina.
Estellen scoprì che era salita all’undicesimo piano della Torre: eppure era quasi sicura di aver compiuto i dodici passi di E’li nella maniera corretta, nel suo cuore e nella sua mente. Non le sembrava che ci fossero state lacune nel suo incedere verso di Lui: l’aveva sentito vicino così tante volte nel corso dei suoi viaggi, che non poteva sbagliare. Eppure, le cose sembravano stare così: le mancava un passo per ascendere!
Quando riaprì gli occhi, ad Eiliana si spense lentamente il sorriso sulle labbra, poiché vederla lì, al piano terra, voleva significare che nemmeno Estellen era riuscita a toccare E’li e questo sembrava impossibile, visto chi fosse veramente quella giovane donna umana dai rossi capelli!
Anche Stuard volle tentare di solcare “il sentiero” di E'li e quando tornò vigile, scoprì con suo sommo stupore che aveva compiuto ben dieci passi su dodici in maniera corretta, ma a differenza di Estellen, il cavaliere sospettava invece molto bene quali di essi avesse compiuto male, anche se non poteva esserne sicuro del tutto. Sembrava che quella prova lasciasse volutamente confusi i candidati.
Kail invece si rifiutò di provare: gli sembrò scortese ed irrispettoso camminare verso Paladine, quando egli sapeva bene che non sarebbe stato di certo il drago di platino il dio che, se proprio avesse dovuto, avrebbe cercato nel suo cuore qualora si fosse sentito disperato e solo.
Mentre ognuno dei nostri eroi rifletteva sulla propria esperienza appena conclusa, Estellen ebbe un’intuizione davvero "divina"!
Giunse infatti a capire un dettaglio davvero importante, uno di quelli che poteva dare la chiave di volta per comprendere cos’era che non andava dentro quella Torre.
"Paladine era la via, la "Verità"."
Pensò tra sé, assorta.
Era impossibile dunque che la "Verità" non fosse stata contemplata come voce essenziale nel sentiero verso di Lui, concepito da lui stesso. La Verità racchiudeva dentro di sé tutti gli altri passi, era indispensabile!
Fu in quel momento quindi che la giovane comprese che forse le teorie “complottistiche” sciorinate da Kail e da Stuard avevano più di un fondo di verità: c’era qualcosa che le impediva di salire un piano più in alto e non dipendeva da lacune che aveva nella sua anima o nel suo vissuto, di questo era piuttosto sicura, perché altrimenti Paladine non avrebbe scelto lei per riportare alla luce il suo sacro libro bianco.
Piuttosto si trattava di "qualcosa" che era stato mistificato proprio nell’edificio, ricostruito apposta in quel modo per fuorviare coloro che cercavano l’ascensione.
Tuttavia nessuno di loro sapeva bene cosa potesse essere questo "qualcosa" e chi avrebbe potuto ordire una trama così elaborata e contorta, ma di certo esisteva un trait d’union che legava tutti questi puntini e molto presto l’avrebbero scoperto!
Di questo Estellen era certa!