Kail spiazzò un po’ tutti quando suggerì di spostarsi nel loro nascondiglio sopraelevato, prima di decidere se accomiatarsi oppure riposarsi per la notte.
Il mezzelfo aveva offerto quel consiglio prima di tutto per togliersi celermente dall’accampamento diminuendo in questo modo sensibilmente i rischi, ed in secondo luogo per prendere ancora del tempo prezioso per sperare di convincere Eiliana ad unirsi a loro.
Infatti la nobile elfa aveva preso si degli accordi di massima con i minotauri, sicuramente passati ad un attento ed interessato vaglio da parte di Thorkh, ma non si era ancora esposta nell’accettare la proposta di Kail di condividere la loro ordalia. Aveva chiaramente detto che la priorità sarebbe andata alla sua gente, al suo popolo. Il mezzelfo fu preso dunque da cupi pensieri: se infatti Eiliana avesse deciso di seguire il destino dei suoi consanguinei, probabilmente la loro missione sarebbe divenuta quasi impossibile da realizzare. Come avrebbero fatto infatti a trovare il Tempio? Inoltre l’inverno si avvicinava e con esso anche il secondo concilio di Whitestone, che si sarebbe tenuto dall’altra parte del mondo conosciuto, a distanza di appena due mesi. Non potevano permettersi certo di vagare per la foresta di Silvanesti per settimane, nella speranza assai vana di trovarlo casualmente o per volere divino! Sarebbe stato troppo rischioso. Inoltre c’era il problema della maledizione, di cui aveva con molto timore e ampiamente parlato Eiliana.
Insomma sarebbero stati problemi davvero seri.
Nascosti a dovere i carri, i nostri eroi si prepararono per un’ennesima notte sotto le stelle.
Poco prima di prendere sonno, Kail udì un flebile rumore e si accorse di non essere solo. Tuttavia i minotauri, che pattugliavano costantemente l'improvvisato campo, non avevano dato alcun allarme e questa semplice constatazione riuscì a non fargli temere il peggio. Si tirò comunque su, la mano tenuta sulla spada, scoprendo con estremo stupore che la nipote di re Lorac si era accomodata poco distante da lui, intenta a raccogliersi i lunghi capelli neri in un’intricata ed elaborata treccia.
I due iniziarono quindi a conversare sommessamente per non svegliare i propri compagni già immersi in un disteso sonno ristoratore.
In buona sostanza Eiliana alla fine dichiarò di accettare la proposta di Kail, che rimarcò più volte l’importanza della sacra missione di Estellen e del servigio che la nobile di Silvanesti avrebbe così reso a Paladine e a tutti i popoli liberi su Krynn. Tuttavia ebbe la sensazione che, aldilà di questi ottimi e spiritualmente elevati presupposti, lei avesse accolto la sua richiesta principalmente perché era stato lui a sottoporgliela, sottolineando tra le altre cose il fatto che:
“Si vede che ti intendi di molte cose, Kail Uth Modhi, ma di donne ne sai davvero poco…”.
Guardandolo di sottecchi, Eiliana poi si allontanò, con un sorrisetto storto che non fece altro che confondere ancor di più il mezzelfo.
Finalmente Kail poté riposare con il cuore più leggero, ma non poteva giurare che fosse contento per Eiliana solo per motivi legati alla missione. Forse aveva davvero ragione lei quando sosteneva che di donne non ne capiva davvero nulla, ma del resto, che poteva farci? Non aveva mai avuto tempo per questo genere di cose.
In ogni caso la notte passò in fretta e una nuova alba infine si alzò nel cielo terso.
Estellen fu svegliata da un profumo di tè caldo e formaggio, che lì per lì aveva ritenuto provenisse da un sogno particolarmente bello, che rievocava i fasti della taverna di Shrentak. In realtà Morduk era andato a svegliarla con la colazione, dicendole che quel cibo era riuscito a conservarlo per lei, qualora durante il viaggio avesse avuto l’occasione di prepararglielo. Estellen non riuscì a far altro che abbracciarlo e il grosso minotauro ricambiò con piacere, sforzandosi di non cedere alle emozioni e metterci troppa intensità.
Poi le ribadì le sue incertezze sul lasciarla andare, ma la portavoce di Paladine sottolineò che il drago di platino avrebbe vegliato su di lei in sua assenza e che si aspettava di rivederlo quando lui e Thorkh fossero tornati nell’Ansalon, sani e salvi dal loro viaggio di ritorno da Qindaras. Il grosso minotauro annuì e avvolse con un grosso braccio l’esile corpo di Estellen, quasi soffocandola. La giovane chiuse gli occhi e cercò nel suo cuore una benedizione che potesse restituirle presto il suo amico dal suo periglioso viaggio. Tuttavia Paladine non le rispose questa volta, ed il sorriso che aveva stampato sulle labbra si trasformò in tristezza, poi in dolore e alla fine in pianto. Scambiando quelle lacrime per commozione, Morduk grugnì, si mise l’ascia in spalla e tornò tosto dai suoi fratelli, mentre Estellen, che lo seguì con lo sguardo fino a quando scomparve dalla sua vista, seppe con chiarezza che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto quel suo burbero, ma così premuroso taurino angelo custode.
I tre carri ripartirono dunque verso nord ovest, mentre un nuovo avventuriero stava cavalcando adesso con i nostri eroi: Eiliana Caladon infatti montava il cavallo di Morduk, adesso visibilmente più mansueto di prima.
Eiliana condusse i nostri eroi verso nord per quattro lunghi giorni, evitando abilmente pattuglie di orchi e altri spiacevoli incontri. Man mano che puntavano verso nord, la macchia scura della foresta di Silvanesti veniva loro incontro sempre di più: come un enorme mostro dormiente, pronto ad inglobare la preda nelle proprie spire fameliche.
Tuttavia la foresta non ispirava quella malvagità di cui aveva parlato Eiliana, piuttosto ad Estellen pareva infinitamente stanca. Stanca e ferita. Per non turbare ulteriormente i suoi amici, la giovane tenne per sé per adesso queste sue sensazioni.
Durante questi giorni di passaggio, Kail ed Eiliana ebbero molte occasioni per conversare, ed Estellen sorrise comprensiva per ciò che probabilmente stava sbocciando tra i due. Era solo un po’ preoccupata per il suo amico: Eiliana era infatti altezzosa e gelida come tutti i Silvanesti e avrebbe potuto tranquillamente spezzargli il cuore senza nemmeno accorgersene.
Comunque, uno degli argomenti di discussione tra i due, che però coinvolse anche gli altri, fu se passare prima per il tempio di Chislev oppure no. Da quel che la nobile elfa sapeva, un chierico della dea oscura aveva distrutto il tempio, dando così l’opportunità alla flotta dei Signori dei Draghi di attaccare la foresta da est. Quindi, teoricamente, non ci sarebbe stato più bisogno di accedere al tempio per ottenere il permesso di Chislev di entrare in Silvanesti. Tuttavia, sia Kail che Stuard insistettero per seguire comunque il protocollo, non fosse altro per una questione di rispetto nei confronti di Eiliana e del suo popolo, gesto che la dama elfa apprezzò non poco.
L’ultimo giorno i nostri eroi assistettero ad un cambiamento repentino dello scenario intorno a loro: da una terra brulla e rocciosa, inospitale, polverosa, iniziarono ad incontrare pian piano i primi cespugli, poi le prime macchie di verde, ed infine i primi sparuti gruppi di alberi e piante. Finalmente la vita era tornata a confortare il loro difficile cammino.
L’ultimo costone di roccia, prima di giungere al limitare del perimetro della foresta, ospitava un antico tempio, un tempo chiuso da una robusta porta di pietra e legno, ormai divelta e ridotta in pezzi sul terreno erboso. In alto, sopra l’entrata, il simbolo di Chislev, la sacra piuma dorata, era stato spezzato, trasformato in una caricatura sporca e maledetta.
Eiliana smontò da cavallo, bisbigliando parole nella sua antica lingua. Estellen mise in guardia sia i suoi amici che la nobile elfa: lì dentro percepiva tanta rabbia e ferocia e probabilmente si celava un nemico antico e furibondo, che non sarebbero stati in grado di affrontare. Spavaldamente invece, Eiliana afferrò il suo ciondolo d’argento, che, tenendolo alto davanti a sé, cominciò a risplendere e ad illuminare l’entrata e parte dell'interno del tempio. Tuttavia quando due piccoli fuochi rossi si puntarono sui nostri eroi, tutti furono inondati da una innaturale paura, che li avvolse e li strinse in una morsa che tolse loro il fiato.