Stuard rimase contento che i suoi doni fossero stati apprezzati così tanto dagli elfi, ma non ebbe il tempo di gioire troppo per loro, perché Estellen gli ribadì che l’orco, che aveva tramortito quando aveva liberato i prigionieri, era sparito! Così il cavaliere andò sul posto a controllare e rilevò in effetti delle tracce fresche di movimenti impacciati sul terreno polveroso. L’orco, cautamente, sfruttando probabilmente la confusione della battaglia, era riuscito a risalire non visto la china dietro il blocco di tende dei minotauri, proprio nel punto dove la roccia risultava meno friabile. Probabilmente aveva voluto aggirare il campo puntando ad ovest e quasi certamente poi aveva tentato di raggiungere i cavalli a nord est. Sarebbe stato inutile sperare di trovare impronte sulla nuda roccia, anche se il cavaliere si ripropose di chiedere a Kail di dare un’occhiata al costone soprastante, per confermare o respingere la sua ricostruzione dei fatti.
Adesso però aveva un’altra importante questione da risolvere, oltre quella dei prigionieri orchi che aveva lasciato legati ed imbavagliati nelle tende: i minotauri dovevano prendere una decisione fondamentale, che riguardava un po’ tutti. Una di quelle che avrebbe potuto compromettere perfino l’esito della loro missione. Pertanto si riunì ad Estellen, ed insieme raggiunsero Morduk e Thorkh, ancora nei pressi del campo di battaglia.
Nel frattempo, Kail era riuscito finalmente a intavolare una conversazione decente con la dama elfa. Intanto si presentò a lei come Kail Uth Modhi e non le negò affatto la sua discendenza silvanesti. Lei gli sorrise, ma quando di rimando pronunciò il suo nome, Kail ebbe un sussulto di stupore assoluto. L’elfa infatti si presentò come Eiliana Caladon, nipote di re Lorac Caladon, padre di Alhana Starbreeze! Kail balbettò alcune indecise parole, non sapendo bene come funzionasse l’etichetta da quelle parti, ma in tutta risposta Eiliana gli propose invece una passeggiata conviviale per condividere le loro ultime esperienze.
Iniziò il mezzelfo, raccontandole del loro lungo viaggio, iniziato nella Solamnia, continuato attraverso il mare nuovo, ed infine conclusosi qui, nelle terre selvagge dopo lunghe peripezie. Questa difficile ordalia aveva come obiettivo andare a recuperare un prezioso tomo nella foresta di Silvanesti, che avrebbe aiutato Estellen a far vincere la guerra: il libro bianco di Paladine!
Eiliana lo ascoltò con pazienza e poi sentenziò che solo una persona della famiglia reale conosceva l’ubicazione di quel libro, custodito da millenni in un sacro e ben celato tempio, sperduto in mezzo alla profondità della verde selva, che lei chiamava casa. Kail annuì, rivelando che già conosceva quella informazione. Tuttavia preferì attendere che l’elfa concludesse il suo racconto, prima di proporle quello che gli frullava per la testa.
In pratica Eiliana narrò che circa quattro mesi prima, quando la guerra non era ancora ufficialmente scoppiata, le sue terre furono invase ad est dagli eserciti dei signori dei draghi. Il re Lorac, Presidente delle Stelle, per proteggere il suo popolo da questa gravosa minaccia, decise di utilizzare un antico e potente artefatto, che non sapeva essere anche estremamente malvagio. Lei non aveva idea quale sortilegio malefico sortì nella mente di suo zio, ma da quando aveva iniziato ad utilizzarlo, egli non era stato più lo stesso. Alla fine il re scacciò gli invasori, ma il prezzo da pagare fu molto alto: oltre ad aver perso il senno, aveva fatto sprofondare la foresta in un incubo terrificante. Un incubo che lentamente fece perdere la speranza ai suoi abitanti. Un incubo con le ali.
Quindi, sua cugina Alhana e suo fratello Kyrin, decisero di prendersi l’onere di trascinare più gente possibile fuori da Silvanesti e chiedere aiuto a Cher – Kal, capo dei Kagonesti della foresta nelle Elder Wild – Wood, nell’Ergoth del sud. Un mese dopo, dalle poche informazioni da lei ottenute, i suoi congiunti pareva fossero davvero riusciti alfine a fondare laggiù il piccolo regno provvisorio di Silvamori. Nel frattempo lei e altri reali (come l’elfo anziano a cui era molto legata), erano rimasti a Silvanesti per tentare di proteggere e mettere in salvo quelli che inevitabilmente sarebbero rimasti indietro, cercando di usare le loro risorse e le loro ricchezze per garantire al popolo affranto un passaggio oltremare verso Silvamori. Aveva fatto la spola per i boschi per due mesi, ma alla fine i predoni orchi erano riusciti a catturarla e con lei una quindicina di profughi, tra cui donne e bambini. Ora erano rimasti in tutto otto più lei, ma Eiliana rassicurò Kail, vedendolo cupo e triste in volto, che la sua gente avrebbe certamente preferito morire all’esterno della foresta piuttosto che all’interno.
Il mezzelfo le sussurrò di non esserne così sicura: alla “Morning Dew”, gli elfi venivano prima schiavizzati e poi, quando stracolmi ed intossicati dal “Mead”, utilizzati come ingrediente per creare la famosa bevanda in grado di sottomettere re e regine! Eiliana sospirò, prese quindi Kail sottobraccio e gli giurò che avrebbe convinto personalmente il re a mobilitare l’esercito per fermare questo scempio. Tuttavia era importante ora chiedere prima di tutto aiuto per liberare Silvanesti dal giogo dell’incantesimo: aiuto che, prima di conoscere lui e i suoi amici, Eiliana affermò con un pizzico di vergogna, di non aver avuto molta fiducia di ricevere dalle altre razze ancora libere di Krynn. Così come sua cugina Alhana, che però era evidentemente motivata più di lei dalla speranza che i solamnici o magari i nani, potessero sostenerla e sgombrare la grande foresta dall’oscuro maleficio che ne ottenebrava la fitta selva. Non che fosse meno diffidente, solo più disperata.
I due avevano passeggiato lungo il campo per diversi minuti, poi decisero di riunirsi agli altri vicino al fuoco.
Nel frattempo Thorkh presentò a Stuard e ad Estellen i suoi compagni, la sua ciurma rimasta in vita: Ashen, Gwert, Shernak e Winker. All’inizio aveva prestato poca attenzione alla giovane portavoce di Paladine, ma quando lei aveva invocato l’aiuto del drago di platino e li aveva curati tutti, comprese fino in fondo la reale portata ed il valore delle parole di Morduk che aveva speso per descriverla. Capì quanto potesse essere importante il suo sacro compito e che davvero fosse benedetta dagli dei.
Benché Thorkh avesse risposto poco convinto al richiamo del signore dei draghi di Neraka, dopo quanto era successo con gli orchi e dopo aver assistito al coraggio dei suoi salvatori, si era convinto a non combattere più per la regina oscura. Non fosse altro per poter ripagare il suo debito d’onore con loro.
Il gruppo si raccolse poi intorno al fuoco, che ancora ardeva scoppiettante e senza sosta al centro del campo. Anche gli elfi si erano uniti ai minotauri e per la prima volta accadde che, razze solitamente nemiche, sedevano pacificamente a condividere un pasto e una piacevole conversazione: le vie di Paladine erano davvero infinite.
Tuttavia gli argomenti da affrontare erano davvero scottanti e forse avrebbero aperto qualche spaccatura tra di loro, ma prima di affrontarli, Morduk aprì una tematica personale davvero spinosa che, giunti a quel punto, bisognava assolutamente risolvere: lui aveva contratto un debito d’onore con Estellen, poiché Khorkh aveva passato sulle sue spalle questo pesante fardello per poter andare a salvare suo padre e la sua ciurma. Tuttavia il veterano minotauro ardeva dal desiderio di aiutare adesso Thorkh nel suo ardito piano di recarsi a Qindaras a sostenere suo figlio e liberare quanti più possibile dei suoi confratelli. Quindi si trovava in una impasse dalla quale da solo non sarebbe mai riuscito ad uscire. Estellen gli sorrise e lo abbracciò, liberandolo senza indugiare dal suo impegno con lei. Morduk ricambiò l’abbraccio, stando bene attento a non ferirla per sbaglio mettendoci troppa forza. Notando quanto fosse forte il loro legame, Thorkh rimarcò che un debito di sangue rimaneva per sempre. Spesso sopravviveva perfino alle brevi vite degli umani, ricadendo sui loro discendenti. Per questo, suo figlio o Morduk stesso, sarebbero prima o poi tornato da lei, finché non avessero considerato il loro debito estinto del tutto.
La conversazione perdurò per almeno un’altra mezzora, finché Estellen, stanchissima, si addormentò sulle gambe del suo amico Stuard.
Quando anche Kail ed Eiliana si unirono alla discussione, si cominciarono ad affrontare tematiche importanti, ma sempre con una certa ansia, poiché era molto probabile, se non si fossero sbrigati, che qualche pattuglia di orchi li vedesse e li assalisse da un momento all’altro.