Sir Derek Crownguard attese pazientemente il sospirato responso che Estellen avrebbe dovuto fornirgli già da qualche minuto.
Tuttavia era anche vero che questa decisione non era affatto facile da prendere. In generale per nessuno, ma in particolare per la giovane portavoce di Paladine. Infatti la dama bianca non si limitava a fare considerazioni tattiche, come Kail e adesso anche Stuard, che si era convinto perlomeno a lasciare che il cavalierato custodisse il globo, ma anche, se non soprattutto, questioni etiche. Lei non riusciva a concepire un’azione così coercitiva nei confronti di un oggetto così potente, che andasse contro i giusti intenti che ciascun popolo avrebbe certamente rivendicato verso le proprie terre e le proprie famiglie. Era non solo sicura che sarebbe nato un parapiglia, con o senza il suo parere moderatore, riguardo chi avrebbe dovuto tenerlo e successivamente usarlo, ma addirittura delle fratture, probabilmente insanabili, dettate dalla disperazione e dall’angoscia. Tutte le razze su tutto il continente infatti erano minacciate dalle forze del male, non solo i cavalieri, e malgrado la guerra sarebbe stata combattuta nella Solamnia, i draghi cromatici incombevano su ogni posto, ogni luogo libero di Krynn. Nessuno era al sicuro.
Alla fine Estellen prese la sua decisione.
Scelse di appoggiare la richiesta di Sir Derek, ma con una postilla enorme: avrebbe dichiarato al Consiglio, in maniera chiara e non equivocabile, che l’oggetto non doveva essere usato prima che si fosse capito chi avrebbe potuto farlo e come. Le conseguenze infatti di un atto irresponsabile come semplicemente poteva essere quello di “provarci e sperare nel meglio”, sarebbero potute essere anche peggiori di quelle sperimentate dagli elfi nella foresta di Silvanesti. Kail infatti aggiunse che Re Lorac non era certo una persona comune, né uno sprovveduto e nonostante questo aveva ceduto all’influenza del globo dei draghi. Probabilmente non si era nemmeno accorto che esso lo stava manipolando, ed inducendo a fare cose terribili al suo popolo. Sir Derek annuì, sostenendo che proprio per questo motivo sperava che fossero gli umani la razza migliore per dominare la sua portentosa volontà e su questo il mezzelfo parve d’accordo, visti i precedenti.
Quindi una stretta di mano sigillò l’accordo tra le parti e il cavaliere diede appuntamento all’indomani ai nostri eroi, che si congedarono e si apprestarono a tornare indietro alle loro casate.
Il percorso a ritroso fu meno lungo ovviamente, ma non meno chiassoso. Era quasi ora di pranzo infatti e il gruppo passò attraverso numerosi corridoi e livelli del maniero, venendo in contatto con parecchie affollate casate. In particolare, nel settore dedicato agli Uth Wistan, si accostarono per qualche minuto al casato degli Uth Hàdar, dove individuarono subito il suo capostipite: Lord Alan Uth Hàdar, riconoscibile a causa del fatto che la sua gamba destra portava una protesi dal ginocchio in giù, in seguito ad un brutto incidente di appena un anno prima. L’uomo stava per l’appunto provando il suo nuovo arto artificiale, frutto dell’ingegneria degli gnomi, ai quali aveva commissionato il lavoro alcune settimane prima. Gli altri cavalieri sembravano entusiasti per questa buona sorte, ed Alan sembrava esserlo per l’incredibile lavoro svolto dagli gnomi.
Giunti di nuovo nell’area dove alloggiavano, i nostri eroi furono subito accolti da Ulther, piuttosto corrucciato e scuro in volto.
Il cavaliere domandò subito come fosse andata la chiacchierata con Sir Derek, mostrando anche una certa preoccupazione, soprattutto per Estellen. La giovane portavoce di Paladine, raccontò ad Ulther ciò che Sir Derek aveva voluto da loro, da lei in particolare e il cavaliere apparve subito piuttosto contrariato. Immaginava fossero argomenti che riguardavano il complotto, il ricatto, ed il raggiro, tutti temi molto spesso trattati dai Cronwguard, ma francamente ammise che non si sarebbe mai aspettato da lui una bassezza simile. Era ambizioso, forse un po’ folle a volte, ma non pensava fosse un vile o un infame.
Quando Estellen domandò ad Ulther un suo parere sulle circostanze che avevano portato alla morte del fratello e della madre di Sir Derek e del rifiuto di Lord Gunthar di aiutarlo, il cavaliere sottolineò con voce amara quanto il rampollo dei Crownguard vivesse in un mondo tutto suo, forgiato nella sofferenza e nell’ambizione. Lord Gunthar non gli aveva mai negato il suo aiuto, semplicemente non esisteva modo per aiutarlo come Sir Derek avrebbe voluto: salvando il suo prezioso maniero dall’ira dei draghi. Lord Gunthar gli aveva offerto copertura e sostegno per sfollare velocemente la sua gente, ma Sir Derek, preferì rimanere a vedere i propri congiunti morire, piuttosto che fuggire e contrastare pavidamente la Misura.
Era forse un pazzo, ma non era mai stato un falso.
Costruire tutte quelle accuse infondate, su di loro e sulle loro casate, per poi costringere Estellen a parlare al Consiglio a vantaggio dei Crownguard e del cavalierato, era troppo anche per lui.
Stuard chiese ad Ulther perché sembrava non essere d’accordo su quella decisione. In fondo, utilizzare i cavalieri per custodire il globo poteva essere davvero la scelta più giusta da fare, almeno in questa fase preliminare. Il cavaliere replicò al giovane Uth Breannar quanto la primavera fosse alle porte e come nessuno, ad oggi, avrebbe potuto controllare "quell’oggetto maledetto" senza creare disastri inenarrabili. Nessuno, tranne forse un mago molto potente, ma la Torre della Stregoneria di Wayreth era sempre stato un luogo inaccessibile per chiunque, ad eccezione degli stregoni stessi.
Kail cercò di fargli capire che il globo era un’arma troppo potente per non tentare di usarla contro il nemico, ma il cavaliere ribadì come solo il coraggio e la preghiera potessero esserlo davvero. Solo l’ardore e la devozione avrebbero salvato Krynn. Estellen sorrise alle sue parole, annuendo gravemente, ma in cuor suo sapeva che il mezzelfo non aveva tutti i torti.
Ulther e Kail si scambiarono i loro rispettivi punti di vista, ma Stuard sapeva che nessuno avrebbe potuto convincere l’altro: Kail sarebbe rimasto fermo sulla sua posizione di utilizzarlo o provare a trovare qualcuno che potesse farlo, mentre Ulther ne avrebbe fatto volentieri a meno, convinto che nessuno avrebbe ceduto alle proprie rivendicazioni per ottenere per sé il globo e questo avrebbe alla fine dissuaso i popoli liberi dal combattere le forze del male insieme.
Alla fine la conversazione si inasprì, finché Ulther decise di lasciarla cadere e di concentrarsi su questioni per lui più importanti. Offrì dunque il braccio ad Estellen, ed entrambi entrarono dentro le stanze di suo padre: Lord Gregor Uth Monnar.
Ulther volle presentare la giovane portavoce di Paladine a suo padre, il quale sembrava per niente sorpreso per la decisione del figlio. Sottolineò come lui gli avesse parlato molte volte di lei, ed offrì alla fine ai due giovani la sua benedizione. L’anziano cavaliere aveva un portamento ancora fiero e un fisico invidiabile, nonostante i bianchi capelli. Solo si appoggiava ad un bastone da passeggio e sembrava avere dei leggeri problemi a deambulare. Estellen fu tentata di aiutarlo, ma Ulther la convinse a rimandare i suoi miracoli in circostanze meno difficili da affrontare rispetto a quella: la sua ferita di guerra infatti, sarebbe rimasta lì e non l’avrebbe ucciso ancora per molti anni.
Vedendo il sorriso radioso della sua amica, Stuard ebbe il cuore gonfio di felicità per lei e un pizzico di astio benevolo nei confronti di quell’Uth Monnar, che prima o poi gliel’avrebbe portata via. Quindi i nostri eroi tornarono nei loro alloggi, ma non prima che Regina, la governante, riportasse loro le chiavi delle loro stanze.
Quando Peter portò loro da mangiare, li trovò tutti e tre nelle stanze di Estellen a perfezionare il discorso che la dama bianca avrebbe dovuto sostenere l’indomani mattina.
Anche il giovane sembrava avere una leggera zoppia, rivelando di essersi storto una caviglia cadendo dalle scale il giorno prima. Estellen questa volta non si lasciò convincere dall’aiutare il giovane: imponendo le sue mani sull’arto offeso, gli tolse immediatamente il dolore ed il gonfiore. Tuttavia, come Stuard si era aspettato, la reazione del ragazzo, mista tra lo stupito e lo spaventato, non fu quella che Estellen poteva pensare. Il giovane infatti si tirò su in un lampo dalla sedia, dove la dama bianca gli aveva detto di accomodarsi e letteralmente fuggì via dalla stanza. Solo per miracolo Kail aveva salvato il vassoio con il loro cibo o avrebbero saltato il pasto quel giorno.
Sospirando per l’ennesima dimostrazione di quanto Paladine fosse stato dimenticato dagli uomini, Estellen si unì ai suoi amici, ed insieme consumarono un pasto caldo, in attesa della sera. Il processo era alle porte e tutto gravava sulle sue spalle, ma la dama bianca non poteva assolutamente tradire la fiducia dei suoi amici.