Stuard si stava lentamente rialzando: tutto il corpo gli doleva a causa delle bruciature che il sangue acido del Bozak gli avevano causato un po' dappertutto. Il giovane combattente gettò un’occhiata severa all’hobgoblin che non era stato affatto fortunato quanto lui: il piccolo mostriciattolo era infatti morto in preda ad atroci sofferenze, ed ora era ridotto ad un ammasso di carne fumante dall’odore acre e rivoltante. D’altro canto, se l’era andata a cercare. Il cavaliere si appoggiò poi faticosamente alla spada per tenersi in piedi e cercò di capire cosa stesse succedendo ai suoi compagni. Quando inquadrò meglio la situazione, un brivido di terrore gli scosse la spina dorsale: i suoi amici erano in pericolo e lui era ridotto talmente male da non sapere se sarebbe riuscito ad aiutarli.
Kail si apprestò a sostenere l’urto della seconda ondata di hobgoblin, quando con la coda dell’occhio notò che il cavaliere oscuro stava troneggiando su Estellen, dopo averla ferita con la possente mazza che impugnava. Il guerriero nero era apparso dal nulla, come se il suo corpo fosse stato velato da una coperta invisibile e quando si era manifestato aveva colpito la sua amica alle spalle, non uccidendola solo per un soffio. Terrorizzato per la sorte che sarebbe presto capitata ad Estellen, si mosse più velocemente di quanto avesse mai pensato di poter fare: disingaggiò abilmente dall’accorrente hobgoblin e, afferrando con forza entrambe le spade, attaccò alle spalle il possente guerriero in armatura scura. La lama incantata di Silvanos trapassò l’acciaio come burro, ma non la mistica difesa che Takhisis aveva applicato sulla pelle sul suo discepolo. Cornelius inarcò comunque la schiena per il lancinante dolore, ma per fortuna per lui, i micidiali attacchi di Kail non risultarono mortali. Un grido strozzato gli si smorzò in gola, ma afferrata con ancor più decisione la mazza, si voltò di scatto penetrando con velocità sovrumana la guardia del mezzelfo. Preso alla sprovvista, Kail frappose d’istinto una delle due lame che, non solo fu sbalzata via, ma per poco non si portò dietro il braccio che la impugnava. Il mezzelfo finì a terra sofferente, per fortuna senza perdere conoscenza, ma la spalla si era sicuramente slogata rendendo il braccio inutilizzabile. L'oscuro cavaliere però si era finalmente girato verso di lui e Kail fu felice per questo, perché avrebbe offerto ad Estellen una chance per sopravvivere.
La giovane sacerdotessa di Paladine aveva appena completato l’invocazione del sonno prima e della luce poi sugli hobgoblin, dando modo ad Alhana e Kail, di fronteggiarne uno alla volta. La regina degli elfi infatti era stata abile e fortunata nel combattimento, ma adesso era stata circondata e sarebbe stato solo una questione di tempo prima che fosse stata sopraffatta. Quando notò che i suoi avversari erano stati abbattuti dal sonno incantato e poi storditi dalla potenza della luce di Paladine, la dama bianca si ritirò soddisfatta dall’altra parte del sottobosco per vedere come stavano andando le cose al suo amico Stuard contro il temibile Bozak.
Quando la mazza di Cornelius si abbatté su di lei fu troppo tardi. Estellen riuscì solo a coprire il viso con un braccio, che le andò in frantumi quando incontrò il pesante ’acciaio dell’arma del nemico. La violenza dell’urto le toccò anche la mascella, per fortuna non in maniera grave, ma facendole comunque sputare sangue e temere per la propria vita. La portavoce di Paladine finì a terra, con il braccio inservibile che le fece salire su un dolore mai provato in vita sua. Cercava di strisciare via, lo sguardo terrorizzato incollato sul nemico che torreggiava minaccioso su di lei, ma si sentiva intorpidita e nessun suono riusciva ad uscire dalla sua bocca impastata. Nemmeno una preghiera a Paladine. Stava aspettando il momento in cui l’enorme mazza del suo nemico avrebbe messo il punto alla sua esistenza, quando Kail da tergo lo trafisse con le sue spade incantate.
Tuttavia il guerriero nero non cadde: la giovane portavoce di Paladine percepiva molto bene infatti la potenza della dea oscura intorno a lui. Cornelius si limitò a curvare la schiena e a sferrare in risposta un violento contrattacco con la mazza, che per poco non frantumò la spalla al mezzelfo. Presa dal panico, Estellen sgusciò via: era la prima volta che percepiva un pericolo reale per la propria vita. Quell’uomo infatti aveva sufficiente potere per non farla riprendere mai più dalla morte: lo sapeva per istinto. Cercò dunque riparo tra i rovi, coperta di sangue e spaventata come mai non lo era stata in vita sua.
Sbirciò poi tra i cespugli e vide il vecchio barba bianca che controllava il cielo, preoccupato evidentemente di qualcosa che stava per sopraggiungere, mentre Alhana finiva di eliminare gli ultimi hobgoblin rimasti, uccidendoli nel sonno. Dolorante e affannata, Estellen tornò indietro da Kail, notando che anche Stuard si era unito al combattimento, ma il suo amico d’infanzia era ferito, in maniera perfino più seria del mezzelfo. Tuttavia quando il cavaliere levò alta la spada incantata, la giovane sacerdotessa comprese perché il vecchio era così preoccupato dalla situazione incombente: un bagliore cremisi si levò infatti dall’antica lama fino a raggiungere i cieli scuri in lontananza, chiaro segnale che qualcosa di pericoloso e di estremamente potente si stava avvicinando velocemente. Prima che lo scudo di Cornelius lo riparasse dal potente fendente del cavaliere, Estellen comprese che “Soffionero” era vicino e che anche se fossero riusciti a sopraffare il guerriero oscuro, la sua cavalcatura li avrebbe distrutti entro pochi minuti.
Il cavaliere di Takhisis allontanò Stuard da sé facendo forza sullo scudo, poi prese a cantilenare un’invocazione alla sua dea. In tutta risposta, dal terreno cominciarono ad uscire delle mani e delle braccia cadaveriche, che ghermirono il giovane combattente, cercando di trascinarlo a terra e strangolarlo. Stuard lottò con tutto sé stesso, aiutato da Alhana, che nel frattempo si era unita allo scontro. Estellen decise di intervenire pregando Paladine per dissolvere quell’incantamento malvagio, ma non ci riuscì. La sua volontà era offuscata dal dolore e dalla paura e le sue parole andarono perdute come foglie al vento.
La situazione si stava facendo disperata per loro e questo Cornelius lo sapeva: “Soffionero” stava arrivando e lui non doveva che resistere qualche altro minuto prima che la sua cavalcatura facesse a pezzi tutti i suoi nemici.
Tuttavia non era questo quello che avrebbe voluto.
Lui voleva uccidere Estellen con le sue mani, per poter andare da Ariakas e ottenere i giusti riconoscimenti: magari prendere addirittura il posto di Lord Verminaard, ucciso a Pax Tharkhas da un gruppo di avventurieri sconosciuti. L’unico elemento sicuro tra le loro fila era un maledetto chierico di Mishakal, che si diceva impugnasse un sacro bastone in grado addirittura di resuscitare i morti, ma si trattava solo di voci onestamente poco fondate.
Le cose dunque rischiavano di mettersi molto male per i nostri eroi e i successivi pochi minuti avrebbero potuto diventare gli ultimi per Kail e i suoi amici.