Il viaggio per la vicina cittadina di Hvamsund non sarebbe stato molto lungo: giusto qualche giorno di cammino, tuttavia Reward Gare sembrava ugualmente piuttosto preoccupato. Da come parlava, sembrava evidente che egli conoscesse molto bene il territorio, ed il pericolo che esso poteva nascondere dietro ogni siepe o ogni macchia di alberi. Per questo non era insolito vederlo sparire di tanto in tanto e andare in avanscoperta lasciando il sentiero, alla ricerca di tracce o di qualche piccolo dettaglio che potesse indurlo a credere che ci fossero dei predoni in attesa del loro passaggio. I primi due giorni passarono abbastanza tranquilli, a parte una rigida rotazione dei turni di guardia durante le soste della carovana, ma la mattina del terzo giorno le tetre aspettative dello scout purtroppo si verificarono tutte, scatenando il caos intorno al convoglio. Vala era sembrata nervosa mentre passavano con la carovana nei pressi di un piccolo restringimento del sentiero, cosa peraltro condivisa da Reward e da Eatfrid. Tuttavia non c’erano molte altre possibilità per procedere oltre: quel budello era l’unica via percorribile lungo quel tratto di strada, circondato com’era da fitta boscaglia da entrambi i lati. Mentre procedevano cauti, all’improvviso una decina di predoni Nordhmenn, appartenenti ai “Clan Rinnegati”, asce in mano, scesero dagli alberi o spuntarono da sotto i cespugli, protetti dall’oscurità della macchia e aggredirono con ferocia i nostri eroi e i loro compagni di viaggio. Fortunatamente, essendo rimasti sempre all’erta, Vala e Reward riuscirono per tempo ad avvertire i loro amici, che quindi furono lesti a scendere da cavallo e prepararsi per la pugna. Escol diede immediatamente il comando ad Aemaer, che lo affiancava sul lato destro del carro, di raggiungere il mercante e di proteggerlo a tutti i costi, così come fece con Hilda, che decise saggiamente di mettere prima un pò di spazio tra lei e gli assalitori.D’altronde alla mezzelfa bastava soltanto vedere i suoi avversari per poter operare la sua magia. Escol ingaggiò due dei predoni, attivando subito i poteri della spada e dello scudo pronunciando il nome di “Enwel”. Il giovane Nordhmenn infatti aveva deciso di scegliere per lo scudo la stessa “parola di attivazione” usata per la spada, in maniera tale da non perdere tempo prezioso in combattimento, soprattutto quando qualcuno cercava di coglierlo di sorpresa. Come in quel caso per esempio! In questo modo egli riuscì immediatamente ad entrare nel vivo dello scontro, senza dare ai suoi nemici alcun iniziale vantaggio a causa dell’effetto sorpresa. Purtroppo Vala e Reward non ebbero la stessa fortuna, trovandosi subito circondati in pochi secondi. Tuttavia la maschera che il figlio del Duca aveva donato alla veterana, sembrava proteggerla più che adeguatamente e quindi Escol si rilassò un pochino, concentrandosi esclusivamente sui suoi avversari. Egli continuava a colpirli ripetutamente, sfruttando le sue abilità e i suoi numerosi talenti, ma essi stentavano a cadere: sembravano in preda ad un furore assoluto, che pareva renderli invulnerabili. Ad un certo punto Escol credette che, anche se alla fine fosse riuscito ad ucciderli, essi avrebbero perseverato lo stesso ad affrontarlo con ugual ardore, senza nemmeno accorgersi di essere morti. La battaglia continuò per diversi minuti e fu estremamente aspra e violenta. Solo grazie alla magia di Hilda il gruppo alla fine riuscì a sopravvivere e a ricevere un numero limitato di ferite, per la maggior parte superficiale. Degli otto assalitori, solo uno era riuscito infine a scappare! Aemaer sembrava il più provato dal cruento combattimento, ma Escol lo fece sedere poco distante e gli fece bere alcune sue pozioni d’ambra, molto utili in questi casi. Il gigantesco Nordhmenn lo ringraziò e rimase in silenzio a recuperare fiato e forze. Vala invece, a parte qualche graffio, sembrava uscita indenne dallo scontro, segno che la maschera incantata aveva fatto egregiamente il proprio lavoro. Infine Hilda, protetta a distanza dalla spada incantata di Escol, aveva potuto operare le sue magie in maniera relativamente tranquilla, uscendo completamente illesa dalla battaglia. Lo scontro con i predoni aveva inoltre mostrato ad Escol un’altra indubitabile verità: sia Reward che il mercante erano degli abili spadaccini! Di Reward il figlio del Duca poteva immaginarlo, visti i suoi trascorsi al servizio dell’imperatore, ma di Eatfrid non se lo sarebbe mai aspettato. Riproponendosi di riprendere con lui, in un momento più consono, questo interessante argomento, il giovane guerriero ed i suoi amici si prodigarono quindi a ripulire la strada dai cadaveri. Poi raggiunsero l’unico predone rimasto vivo sul campo di battaglia, grazie all’effetto dell’incantesimo di sonno che la mezzelfa aveva operato su di lui. Il figlio del Duca lo svegliò piuttosto rudemente con la punta dello stivale. Dietro di lui c’era il minaccioso Aemaer, ancora con la sua enorme spada in mano, grondante del sangue delle teste nemiche appena mozzate. Escol andò subito al punto col Nordhmenn rinnegato: quanti altri predoni li stavano aspettando lungo il territorio? Il filibustiere li guardava con odio senza pari, rimanendo ostinatamente in silenzio ed augurando ogni sfortuna ai suoi carcerieri. Il giovane guerriero ripeté più di una volta quella domanda, poi notando l’irritante persistenza del nemico sconfitto, scrollò le spalle e lo lasciò alle amorevoli cure di Aemaer. Aveva fatto il possibile per dargli una chance di collaborare e aver salva la vita, tuttavia non c’era stato niente da fare: lo spadone del suo amico decapitò anche la sua testa con unico, preciso fendente. Confrontandosi poi con Reward ed il mercante, Escol venne rassicurato riguardo la difficoltà di subire un secondo agguato lungo la strada: il territorio era per lo più aperto da poco più avanti in poi e quindi questa condizione sfavorevole avrebbe ridotto di molto le possibilità di ricevere un altro attacco dai loro nemici. I predoni infatti erano certamente feroci e crudeli, ma non erano affatto stupidi o sprovveduti. Soprattutto quando erano organizzati in piccoli clan dissidenti: la notizia che la loro carovana era un osso forse troppo duro da rosicchiare, senza aver a disposizione una valida strategia, si sarebbe presto sparsa per tutta la zona e questo avrebbe reso la parte rimanente del loro cammino abbastanza sicura. Infatti, il giorno successivo e parte della prima mattinata di quello ancora dopo, scivolarono via tranquilli, introducendo il gruppo nella prossima tappa del loro viaggio: la città di Hvamsund Sebbene Eatfrid avesse commentato che si trattava di una cittadina anch’essa piccola e con poche cose interessanti, chissà se Escol sarebbe stato smentito dai fatti per la seconda volta. Il cuore del giovane Nordhmenn si augurava proprio di si, visto quanto erano serviti gli oggetti incantati che era riuscito a procurarsi nelle precedenti città.