Escol si cambiò d’abito, poi scese al piano di sotto dove trovò Celador e i suoi amici già a tavola. Il figlio del Duca si scusò per il lieve ritardo, poi prese posto alla destra del capo famiglia. I due ne approfittarono per scambiare qualche parola prima che il pasto fosse servito dalla servitù, ed il tema ovviamente era la loro partenza verso Veroyrika. Iniziò a parlare Celador dell’argomento, non portando buone notizie. Il re infatti aveva negato al nobile Nelothien la possibilità di accompagnare Escol ed i suoi amici fuori dai confini del regno elfico. Inoltre, l’elfo sconsigliò il giovane Berge di recarsi a parlare con il governatore locale, Finarfean Siamne. Nella testa di Escol si era fatta strada l’idea di poter avvertire il re degli elfi di tenersi pronto, come stavano facendo i loro alleati Nordhmenn e Nani. La rivolta contro l’imperatore era alle porte e qualora lui fosse riuscito nella sua missione di trovare e proteggere il prescelto fino al momento giusto, la guerra avrebbe consumato gran parte del territorio imperiale. Malgrado i suoi nobili intenti, Celador avvertì il figlio del Duca che il re era già molto probabilmente a conoscenza di tutte queste considerazioni, perché Eledras era il suo primo consigliere, ed il famoso mago non amava aspettare che i cambiamenti potessero coglierlo di sorpresa, ma anzi preferiva essere lui stesso fautore del cambiamento. Restava da capire certamente quale fosse la posizione del monarca elfico riguardo queste informazioni, ma esse rimanevano fuori dalla loro portata e forse anche da quella di Eledras. Escol annuì, lasciandosi convincere dalle parole sicure dell’amico, tuttavia non ebbe una buona sensazione in proposito: già il fatto che avesse negato al fratello di Enwel la possibilità di accompagnarlo in questo periglioso, ma estremamente importante compito, lasciava intuire quella che poteva essere la sua prospettiva a riguardo. Celador non rispose all’osservazione volutamente provocatoria del suo ospite, ma ebbe un guizzo di rabbia genuina negli occhi, che fece intendere ad Escol che egli probabilmente condivideva i suoi pensieri. Almeno in larga parte. Purtroppo le sue mani erano legate, perchè giammai avrebbe disubbidito ad un ordine diretto del suo re. Poi la conversazione scivolò sulla loro partenza dalla tenuta Nelothien e Celador insistette sul procrastinare all’alba del giorno dopo il momento dei saluti. Il figlio del Duca rimaneva dell’idea di partire nel pomeriggio, ma per non rischiare di mancare di rispetto al padrone di casa, così cortese ed ospitale, decise di accettare di rimanere un’altra notte tra le mura sicure della tenuta. Quindi Celador lasciò i suoi ospiti in libertà dopo pranzo, tornando alle sue faccende. Vala ed Escol trovarono un posto tra i mille giardini del palazzo Nelothien dove scambiare quattro chiacchiere e conoscersi un pò di più, mentre il burbero Aemaer preferì tornare nelle sue stanze a finire il pezzo di torta che aveva conservato per dessert. Durante la lenta camminata, Vala raccontò al figlio del Duca la sua storia ed egli la ascoltò con estrema attenzione senza mai interromperla.
“Vala Mal Doran disse di esser nata in un piccolo villaggio nei pressi della città di Siros in una tipica comunità di cultura Dainur. Raccontò con un pizzico di nostalgia di essere la figlia maggiore di un mercante e mecenate di nome Doran Mar Alon e di aver perso la madre purtroppo in giovane età'. Sottolineò con una punta di amarezza di essere la più grande dei suoi due fratelli e due sorelle e pertanto di essersi sobbarcata lei la responsabilita’ di badare a loro fin da bambina, dimostrando con grande fatica a tutta la comunità una maturita’ ben superiore alla sua eta’ anagrafica. Cambiò letteralmente espressione quando raccontò ad Escol del momento in cui incontrò per la prima volta, dentro una locanda in cui lavorava saltuariamente come cameriera, un famoso Ranger Dainur di nome Eras Mar Ides. Essendo appena un’adolescente, rimase assolutamente affascinata dai racconti dell’uomo, dei posti magnifici ed esotici che aveva visitato e delle persone strane e particolari che aveva incontrato nei suoi lunghi viaggi. Decise allora che essere un Ranger e viaggiare per tutta Eord era quello che voleva fare nella vita! Quando rese manifesto questo suo desiderio al piu’ anziano Ranger, questi dapprima la prese a ridere, in quanto pensava che lei lo volesse solo schernire un pò, che fosse troppo giovane per prendere una decisione del genere, ma quando la osservo’ meglio e si rese conto con quanta feroce determinazione prendeva la cosa, ne rimase impressionato e allo stesso tempo un pò allarmato. Dopo ore di faticosa contrattazione raggiunsero quindi un accordo: se suo padre avesse acconsentito, lui avrebbe iniziato ad addestrarla. Le avrebbe insegnato i primi rudimenti per cavarsela e sopravvivere in situazioni difficili e a seguire le tracce di conigli e cinghiali. Suo padre, conoscendo molto bene la sua ostinazione, che sfociava spesso in una cieca testardaggine, acconsenti’ quasi subito, favorendo volentieri questo suo desiderio, purche’ questa sua volontà d’indipendenza e di libertà, non l’avesse in nessun modo distolta dai suoi impegni e doveri familiari. Vala descrisse questa prima fase come forse il periodo più bello della sua vita! L’addestramento era molto impegnativo e duro e il dover badare alla casa e ai fratelli minori non l’aiutava di certo, ma non si era mai lamentata e continuava a lavorare sodo senza mai tirarsi indietro, traendo il massimo della soddisfazione dalle sue sessioni di allenamento nei boschi e nelle colline attorno al suo villaggio. Con fierezza affermò che all’eta’ di diciotto anni aveva già imparato a seguire le tracce degli animali e degli uomini su quasi qualsiasi tipo di terreno. Inoltre aveva iniziato ad addestrarsi con il suo mentore nell’uso delle armi, diventando ben presto un’abile spadaccina, qualità che il vecchio Ranger le consigliò caldamente di approfondire. Dopo solo pochi anni, il suo anziano mentore le rivelò quindi, di averle trasferito tutto quello che conosceva su questa professione e di non avere più niente altro da darle: tutto quello che le mancava adesso era fare esperienza, ma quella era una cosa che egli non poteva insegnarle. Vala si prese un pausa intensa, come se volesse rievocare i ricordi di quella bellissima fase che l’aveva formata. Poi continuò a perdersi nel suo monologo. In quel periodo, spinto dalle numerose campagne militari interne ed esterne al suo territorio, l’imperatore aumentò sensibilmente le tasse, decidendo di andare a colpire maggiormente la classe dei mercanti. Ci furono delle proteste, alcune di queste sfociarono in conflitti più o meno accesi con le forze dell’ordine. Arios decise quindi di dare una punizione esemplare a questi tracotanti individui che pretendevano di influenzare la politica imperiale e non volendosi comunque inimicare la borghesia Nordhmenn, decise di sfogare la sua ira sui Dainur. Vala aveva la voce tremante, ed Escol capì subito che quella premessa era il preambolo di un’esperienza che doveva averla turbata molto. Insomma, una delle temute legioni imperiali fu inviata nelle province di Odingnania e Vasnes, abitate in maggioranza dal popolo dei Dainur. Qui i mercanti ribelli furono catturati e in seguito brutalmente uccisi. Il popolo fu gettato nella più cupa disperazione. Il terrore a cui tanto si ispirava l’ancora attuale politica imperiale fu totale. Tra le vittime della ferocia di Arios ci fu anche suo padre. Balbettando, Vala raccontò come lei fosse stata assente al rastrellamento imperiale per una sessione di allenamenti nei boschi. Tornando a casa trovò la sua dimora distrutta, i suoi fratelli nella più cupa disperazione e suo padre impiccato nella piazza del villaggio. Descrisse in particolare questa scena con tale minuzia che non fu affatto complicato per Escol capire quali sentimenti ella potesse provare per l’Imperatore Maledetto. Comunque la vita doveva andare avanti. Affidò dunque i suoi fratelli e sorelle, che erano fortunatamente gia’ abbastanza grandi per provvedere a se’ stessi, ai parenti di suo padre e parti’ da quelle terre che per lei erano ormai piene di tristi ricordi. Insieme al suo vecchio maestro, percorsero in lungo e in largo il vasto territorio imperiale, prestando i loro servigi a chi ne avesse bisogno. Quando anni più tardi Eras Mar Ides divenne troppo vecchio per poter proseguire con quella vita, Vala rimase sola. Tuttavia non descrisse questo momento con tristezza o spavento. Ella continuo’ con la sua vita da raminga con passione e determinazione, finché un giorno non incontrò Andor, all’epoca adepto dell’Ordine, che aveva bisogno di una guida per raggiungere le lontane provincie orientali dell’Impero. Il giovane Maestro fu evidentemente colpito dalla sua perizia e dalla sua bravura come guida, dalla sua astuzia e dall’abilita’ che manifestava con le armi, tanto che prese a utilizzare i suoi talenti e a fidarsi di lei sempre piu’ frequentemente durante il suo lungo peregrinare alla ricerca di oscuri segreti. Fu cosi’ che senza volerlo, senza saperlo e senza far voto di appartenenza, Vala si trovo’ a lavorare per Andor e per l’Ordine.”
Escol istintivamente la abbracciò e lei si tenne stretto quella manifestazione di affetto da parte sua, ora che era finalmente riuscita a liberarsi del suo passato, sfogandosi con lui. Ora che era riuscita finalmente a condividerlo con un amico vero. I due rimasero per un pò stretti l’uno all’altra, poi decisero di rientrare nella tenuta ed andare a preparare il proprio equipaggiamento per il giorno dopo. La giornata passò tranquilla e l’alba del mattino seguente arrivò molto presto, ed Escol fu felice di aver passato un pò di tempo nella casa di Enwel, rammaricandosi per non averla conosciuta abbastanza. Forse il destino non avrebbe mai concesso loro di amarsi, essendo così profondamente diversi, ma l’idea che si fosse spenta davanti ai suoi occhi senza poter far nulla, lo faceva davvero impazzire. Salutando il nobile Celador, Escol, Aemaer e Vala, ripresero la via verso est. Prossima tappa la città Nordhmenn di Veroyrika.