Escol e Vala si videro più volte in quei due giorni. Il giovane guerriero rideva e scherzava con lei, ma nel suo cuore permaneva sempre un’ombra scura di preoccupazione ed ansia nei confronti della campagna. Per quanto forte ed abile lei fosse infatti, avrebbe avuto bisogno di molto più tempo per rimettersi completamente dalla terribile esperienza che aveva appena passato. Al di là della malattia che l’aveva aggredita infatti, debilitandola e fiaccandola quasi fino alla morte, era il prossimo futuro che spaventava di più il figlio del Duca. Se le parole dell’elfo scuro fossero state vere, esattamente nella modalità drammatica in cui lui gliel’aveva presentate, dietro ogni passo che avrebbero fatto si sarebbe nascosta un’insidia mortale. La morte sarebbe dunque diventata ben presto loro inseparabile compagna di viaggio, almeno finché il prigioniero non avesse raggiunto Shalas, quindi per molti giorni ancora. E Vala non era semplicemente pronta ad affrontare questo tipo di pericolo costante: non ancora perlomeno. Il saggio Rani consegnò nelle sue mani la missiva che Escol gli aveva chiesto di vergare per suo conto. Dopodiché il figlio del Duca si era prodigato personalmente per scortare Thrinain alla cella dell’elfo scuro, sincerandosi che venisse scarcerato. Dopo avergli procurato il giusto equipaggiamento, gli aveva affidato la preziosa lettera indirizzata al Gran Sacerdote della setta e si era sentitamente raccomandato con lui: non c’erano solo in ballo le loro vite qui, ma quelle dell’intera Eord! Il loro capo doveva leggere quella pergamena. Assolutamente! Il giovane guerriero cercò di fargli capire che se non avesse ottemperato alla sua richiesta, anche la fratellanza ne avrebbe risentito. Escol insistette molto su questo punto: era vitale che l’elfo capisse bene la responsabilità del compito che gli aveva affidato.Egli sperò di trovare traccia di questa consapevolezza negli occhi del prigioniero, ma non seppe davvero interpretare nulla in quello sguardo elfico così gelido ed alieno. Sconfortato, il rampollo dei Berge ed il capitano delle guardie, diventato ormai suo grande amico, lo osservarono lasciare la città. Il burbero nano non era affatto sicuro che il giovane umano avesse fatto la cosa giusta, scegliendo quella soluzione. Egli era più propenso a scommettere che presto se lo sarebbe trovato come avversario sulla strada per Kizad pronto ad ucciderlo senza alcun rimorso né pietà. Il principe Nainan fece poi preparare gli zaini con le provviste per i suoi due ospiti umani e augurò loro buona fortuna. Così come Andor, che accompagnò i suoi giovani amici fino alle porte della città. Il viaggio verso Kizad sarebbe durato un paio di giorni abbondanti, ed Escol suggerì a Vala di tenersi fuori dal sentiero principale. In questo modo avrebbero potuto monitorare meglio gli alberi intorno a loro, ed evitare dunque di essere trafitti da balestre o frecce invisibili e mortali. Il clima era ancora piuttosto rigido, ma la prima serata all’addiaccio non fu poi così male: i due si divisero i turni di guardia accanto ad un confortante fuocherello, anche se Escol insistette per far riposare Vala qualche ora in più. Il giorno seguente anche passò abbastanza tranquillo, con i due compagni che procedevano paralleli al sentiero principale, tenendolo costantemente d’occhio. La sera del secondo giorno però qualcosa andò storto. Escol avvertì subito, a ridosso di una piccola radura, che qualcosa di estremamente pericoloso si stava avvicinando. Era come se una tarantola gli stesse pizzicando il braccio per avvertirlo di una minaccia incombente. Infatti, da una piccola macchia di alberi e cespugli, ben tre elfi scuri uscirono armi in pugno, più che decisi a togliere loro la vita. Escol provò a parlare con loro, ma essi li attaccarono subito senza dargli modo di poter mercanteggiare. Abbatterli fu davvero un’impresa difficile. Soprattutto per Vala, che ancora si muoveva con difficoltà ed affanno. Quando l’ultimo elfo scuro cadde a terra esalando l’ultimo respiro, Escol fu costretto a soccorrere l’amica con diverse pozioni guaritrici, tra cui una dall’intenso color verde, che gli aveva donato la malefica alchimista prima di spedirlo nei sotterranei della città. Fu davvero una scelta fortunata quella, poiché quell’intruglio amarognolo riusciva a migliorare di molto la vitalità ed il vigore di chi ne faceva uso e la battaglia non si era affatto conclusa. Infatti, poco distante, altri tre elfi scuri, appartenenti alla “Fratellanza Ombra”, spuntarono come per magia da dietro un piccolo anfratto di rovi, mulinando le loro perfide lame e caricando di nuovo con ferocia sia Escol che Vala. Il combattimento che ne seguì fu a dir poco estenuante. Vala alla fine cadde esanime sotto i colpi sfiancanti dei nemici, mentre Escol dovette dar prova di tutte le sue abilità di spadaccino per avere la meglio su quegli implacabili nemici. La luce del sole ormai si era prosciugata e la notte stava sopraggiungendo, mettendo ancor più ansia ed angoscia al giovane figlio del Duca. Egli si chinò a prendere in braccio l’amica e si allontanò tosto dal luogo della battaglia. Era quasi sicuro che non ci fossero in giro altri emissari della setta a minacciarli, ma erano troppo silenziosi e scaltri per poter esserne sicuro, pertanto preferì trovare riparo per la notte in mezzo a delle rocce che spuntavano dal terreno poco distante. Escol si prese di nuovo cura di Vala, impiegando diverse altre pozioni per farle recuperare un pò di forza vitale e guarire le ferite peggiori. Il viaggio era alfine ripreso, ma se il buongiorno si vedeva dal mattino, non sarebbe stato affatto facile proseguire oltre Kizad.
Capitolo 2 - Epilogo: in viaggio verso Kizad
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- Scritto da Jack Warren
- Categoria: Eord
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