La casa del saggio Rani era a pochi passi da lui, ed il cuore di Escol all’improvviso fu catturato da sentimenti contrastanti, nessuno dei quali piacevoli. Sentiva già sulle proprie spalle il peso della sopravvivenza della sua amica Vala, ma ora gravava sulla sua anima anche il destino di questa ospitale città nanica. Infatti, il libro che aveva ritrovato nei sotterranei della città vecchia, aveva l’aria di essere un oggetto molto pericoloso, che, se caduto nelle mani sbagliate, avrebbe potuto provocare dei disastri inenarrabili. E quelle dell’alchimista, parevano mani molto sbagliate. Doveva quindi augurarsi, per il suo bene e quello della città, che il saggio Rani fosse in effetti realmente “saggio” e non un altro cospiratore o attentatore della sua vita o di quella dei suoi compagni di viaggio. Escol fece un respiro profondo e poi bussò. Dopo alcuni secondi, gli aprì un nano abbastanza avanti con l’età, ma non ancora anziano, che lo squadrò dalla testa ai piedi. “Buondì saggio Rani, vengo in cerca di consigli…  un’amica comune mi ha fatto il tuo nome. Scusate se sembro un pò trasandato, ma oggi non è stata affatto una giornata facile…” Sospirò Escol, ancora visibilmente ferito dai molteplici combattimenti con le svariate creature incontrate sottoterra. “Buongiorno a voi, giovane e sconosciuto umano. Perdonate voi il mio ardire, ma… di grazia, chi sarebbe questa persona che ci lega e che vi ha suggerito di venire da me per ottenere dei buoni consigli?” Escol si schiarì la voce e rispose senza esitare: “Si chiama Vala Mal Doran, mastro Rani. Io sono suo amico e lei sostiene che anche voi lo siete.” Il nano abbozzò un lieve sorriso quando apprese il nome della donna che aveva condotto quel ragazzo un pò malandato da lui. “Invero, lo sono…”, rispose semplicemente. Poi gli aprì la porta di casa e lo fece entrare.  L’abitazione del saggio Rani, aveva un’architettura semplice: sviluppata su di un unico piano, possedeva muri spessi e soffitti non troppo bassi per i canoni di un nano. Inoltre, lo stile con cui era arredata era piuttosto essenziale e caratterizzata da centinaia, forse migliaia di libri, che letteralmente ne tappezzavano ogni spazio disponibile. Essi erano tutti ordinatamente sistemati su decine e decine di scaffali, all’apparenza piuttosto consunti. Rani scortò il figlio del Duca in un ampio studiolo, anch’esso stracolmo di libri, che ospitava una piccola scrivania piena di carte meticolosamente accatastate e lo invitò ad accomodarsi su di una comoda sedia di fronte alla sua. “Verrò subito al punto, saggio Rani…” Sussurrò Escol, contrito. “Non ho molto tempo purtroppo: la nostra comune amica Vala ha contratto una malattia terribile: il “dente del serpente”, pertanto la sua vita è in serio pericolo.” Il nano si rabbuiò. Commento’ davvero dispiaciuto che egli, sebbene abbastanza avvezzo all’universo alchemico in generale, non aveva però le competenze giuste per curare la donna guerriera da una simile, elaborata, malattia. Escol abbassò tristemente gli occhi e arditamente aggiunse: “Non so in che rapporti siete con l’alchimista di nome Thrakad, ma sospetto che sia stata lei ad avvelenare Vala… spero non mi giudichiate troppo duramente a causa delle mie convinzioni, saggio Rani.” Il nano cambiò letteralmente espressione, fumando rabbia e dipingendo la donna alchimista con epiteti ben peggiori di quelli utilizzati dal figlio del Duca. Questo dettaglio incuriosì il giovane guerriero, che domandò il perché di tanto astio nei confronti della nana. Stuzzicato, Rani sbottò e affermò deciso: “Quella maledetta è, a mio parere, responsabile di molte cose ignobili, tra cui il fatto di aver ottenebrato con un elaborato sortilegio la mente del principe…”. Rani spiegò, approfondendo ulteriormente l’argomento, che il principe non era sempre stato così, “avido, gretto e senza scrupoli”. Solamente da quando quella infame alchimista era giunta in città, la sua mente aveva cominciato a vacillare, come se fosse stata preda di un incantesimo o di un maleficio potente. Era quindi più che probabile che se Thrakad avesse voluto qualcosa da lui, avrebbe usato qualunque strumento pur di ottenerla. Anche uccidere un innocente, attraverso un’agonia tremenda come quella causata dal “dente di serpente”. Escol annuì. Le parole del nano non facevano che confermare quello che lui sospettava da tempo: Thrakad voleva solo mettere le mani sul libro di Azal e aveva avvelenato Vala sperando che lui credesse che questo tomo fosse un libro di potenti pozioni alchemiche che avrebbero potuto guarire la sua amica. Tutte menzogne ovviamente: il tomo era un libro di alta stregoneria e lei lo bramava solo per accrescere il suo potere! Ora però si poneva il vero problema: come fare per fermare l’alchimista e salvare la vita di Vala Mal Doran? Il principe si sarebbe opposto a qualunque soluzione che non fosse stata quella di perorare la causa e la volontà di Thrakad. A meno di strapparlo prima dalla sua attuale condizione di annebbiamento mentale. Escol scuoteva la testa, affranto, eppure Rani pareva per nulla abbattuto o sconfortato da quella situazione disperata. Sembrava solo oltremodo arrabbiato. Escol gli domandò dunque cosa gli passasse per la testa, se magari avesse un piano per risolvere quel pasticcio e il saggio rispose che i suoi sospetti sulle condizioni mentali del principe e sulle responsabilità dell’alchimista avevano radici molto indietro nel tempo. Erano anni infatti che sospettava che il principe Nainan fosse sotto un incantesimo di “controllo mentale”. Pertanto aveva sviluppato cautelativamente, in tutto quel tempo, un antidoto, da diluire nell’acqua o in un pasto del principe, che fosse stato in grado di restituirgli la consueta lucidità. Tuttavia, aveva sempre avuto paura di avvicinarsi troppo a lui, di chiedergli di fidarsi del suo giudizio ancora una volta, cosa che aveva sempre fatto fino al giorno in cui Thrakad aveva messo piede a Barakhazdus. Se l’alchimista avesse intuito le sue intenzioni infatti, l’avrebbe fatto certamente uccidere. Mestamente, egli ricordò, quasi sussurrandolo malinconicamente a sé stesso, i tempi andati in cui Nainan bramava i suoi consigli e il suo sapiente parere. Egli infatti era uno dei suoi riferimenti principali quando si trattava di prendere importanti decisioni politiche o sociali per il bene della città. Il nano fece una pausa intensa, poi si alzò. Dopo aver aperto uno scaffale, mostrò ad Escol un anello con un rubino: un oggetto molto raro e prezioso, soprattutto perchè incantato con un elementale della terra, in grado di svelare le cose celate alla vista. Rani aggiunse che se ci si trovasse ad indossarlo mentre si fosse a cospetto di qualcuno sotto un incantesimo di “controllo mentale”, esso si sarebbe illuminato di un bagliore che solo il possessore dell’anello avrebbe potuto vedere. A quel punto si avrebbe avuto la certezza che il principe era davvero sotto l’oscuro incantamento di Thrakad e loro avrebbero potuto dunque pensare a come somministrargli l’antidoto. Escol annuì nuovamente, ma permanevano ancora diversi problemi nell’organizzare un piano valido per avvicinarsi a Nainan quel tanto che bastava per poter utilizzare l’anello su di lui. Intanto c’era bisogno di un contatto vicino al principe, che li aiutasse a preparare un incontro preventivo ed esclusivo con lui. Poi avrebbero dovuto avere in mano qualcosa di davvero determinante per poter spingere Nainan a fidarsi del loro giudizio circa le mire malvagie dell’alchimista, che voleva invece solo ottenere il libro di Azal e nulla più. Sospinto da queste riflessioni, Escol tornò a sedere, iniziando a rovistare nello zaino. Aveva capito che si poteva fidare di Rani e che se voleva sperare di tirar fuori Vala da quel pasticcio, avrebbe dovuto osare molto di più o non ce l’avrebbe mai fatta a salvarla. Estrasse dunque fuori dalla sua tracolla un grande tomo, dall’aria potente e malsana, e lo mostrò al nano il quale impallidì all’istante. Guardando il figlio del Duca negli occhi, domandò quale pazzia l’avesse mai spinto ad andare in giro con un libro tanto nefando come: il famoso “libro di Azal”. Quando Escol iniziò a raccontargli le modalità del ritrovamento di quel volume, oscuro e stregato, del vile ricatto che aveva utilizzato la spietata Thrakad su di lui e Vala, l’odio di Rani crebbe ancor di più nei confronti dell’alchimista. Sempre se disprezzarla maggiormente fosse stato possibile per il nano, ovviamente.